“Accogliamo con favore la decisione del Governo di istituire per la prima volta una “zona rossa” a Perugia. È un atto che certifica ufficialmente ciò che denunciamo da mesi: esiste una condizione di emergenza e di eccezionalità, che non può più essere ignorata né minimizzata.
Ringraziamo il Ministro Matteo Piantedosi, il Sottosegretario Emanuele Prisco ed il Governo per aver ascoltato le preoccupazioni che abbiamo avanzato con serietà, senso di responsabilità e rispetto per i cittadini. Un intervento necessario per ristabilire sicurezza, legalità e vivibilità in un quartiere come Fontivegge, ormai al collasso.
Un sentito ringraziamento va anche alle Forze dell’Ordine, che ogni giorno presidiano il territorio con impegno, competenza e spirito di servizio. Il loro lavoro è stato ed è fondamentale per garantire la sicurezza dei cittadini, anche in condizioni difficili e spesso senza il necessario supporto da parte dell’amministrazione comunale.
In questo contesto, è doveroso ricordare che l’amministrazione comunale ha adottato in questi mesi scelte che andavano nella direzione opposta rispetto al rigore richiesto dalla situazione:
mancata nomina dell’Assessore alla Sicurezza
divieto alla Polizia Municipale di utilizzo del taser
cancellazione dal regolamento comunale del divieto di accattonaggio molesto
indebolimento del presidio della Municipale proprio a Fontivegge
Scelte sbagliate, che hanno trasmesso segnali di arretramento, proprio quando servivano presenza, determinazione e fermezza.
Colpisce che, finalmente, il sindaco Ferdinandi – che finora sembrava vivere nel Paese dei Balocchi – oggi apprezzi la decisione del Governo: un clamoroso cambio di rotta che, seppur tardivo, dimostra come le preoccupazioni da noi sollevate da mesi fossero fondate.
Nella sua video intervista pubblicata sul Corriere dell’Umbria, la sindaca parla apertamente di una “situazione emergenziale”, ammettendo ciò che fino a pochi giorni fa veniva negato o sminuito. Una presa d’atto doverosa, ma che arriva dopo mesi di sottovalutazione e inerzia.
Ma c’è di più: questa decisione – condivisa dalla stessa Ferdinandi – smentisce e sfiducia apertamente il consigliere delegato Donato, che solo lunedì in Consiglio comunale ha descritto una città immaginaria, attribuendo a giornali e opposizione la responsabilità della percezione di insicurezza.
È evidente che un approccio ideologico, che ha prediletto solo i temi dell’accoglienza, dell’inclusione e della tolleranza, ignorando totalmente il tema della sicurezza, ha prodotto una situazione fuori controllo, tanto da obbligare il Governo ad intervenire al posto del Comune.
Il Governo, in sintesi, ha dovuto surrogare l’inazione dell’amministrazione comunale, assumendosi la responsabilità di scelte obbligate anche a seguito della totale inefficacia del Comune.
Ora ci aspettiamo che il sindaco passi dalle parole ai fatti. Dopo aver riconosciuto l’emergenza, faccia finalmente ciò che deve fare sulla sicurezza: atti chiari, scelte nette e – soprattutto – assunzione di responsabilità.
Come opposizione, su questo tema non abbiamo mai mollato di un millimetro, perché si percepiva con chiarezza una deriva pericolosissima per Perugia. E continueremo a lavorare con serietà e determinazione, perché la città torni a essere sicura e vivibile per tutti”.