Le commissioni II e IV, nella seduta congiunta del 9 aprile presieduta da Michele Cesaro, hanno respinto l’ordine del giorno presentato dal gruppo Partito Democratico avente ad oggetto: “Gestione del circuito museale Cappella San Severo, Palazzo della Penna, Complesso Templare di San Bevignate: problematiche in merito alla clausola sociale in sede di nuovo affidamento e in tema di equivalenza di tutele normative ed economiche tra CCNL Multiservizi e Federculture”. Questo l’esito della votazione: in IV commissione 4 voti contrari, 3 voti favorevoli e un astenuto; in II commissione 4 voti contrari, un voto favorevole e un astenuto.
Hanno partecipato l’assessore alla cultura Leonardo Varasano, la dirigente Unità operativa Cultura Maria Luisa Martella, il dirigente Area Servizi alle imprese, Politiche giovanili e Attività culturali Roberto Ceccarelli, il presidente, la vice presidente e la coordinatrice dell’appalto della Coop. Le Macchine Celibi, rispettivamente Carlo Terrosi, Ilenia Mattiuz e Alina Razmerita, Marta Melelli di Filcams Cgil Perugia, Eros Cozzari dell’Ufficio vertenze Legali Cgil Perugia e Giulia Falistocco, ex lavoratrice Rsa Filcams Cgil.
Come riportato nell’atto, illustrato in aula dal consigliere Francesco Zuccherini, a seguito di bando di gara del 2016, il Comune ha assegnato a Munus srl la gestione dei servizi per il circuito museale comunale che comprende cappella San Severo, Palazzo della Penna, complesso templare di San Bevignate.
Tale affidamento, per 36 mesi, è stato rinnovato per altri 36, fino al 31 gennaio 2023.
Nelle more dell’espletamento della nuova gara, è stata disposta una proroga della concessione fino al 31 luglio 2023 indicendo, al contempo, una procedura di aggiudicazione del servizio alla quale ha partecipato la sola Munus srl. In data 20 giugno 2022 tale società ha comunicato la mancanza di interesse e la rinuncia alla gara in corso di svolgimento. Ciò ho portato all’annullamento della procedura e alla chiusura delle strutture museali interessate dal 23 giugno 2023.
In via d’urgenza e provvisoria, il servizio è stato quindi affidato alla Società Cooperativa Culture. A fine dicembre 2023 è stata indetta una nuova procedura, conclusa con l’affidamento del servizio alla cooperativa Le Macchine Celibi. Il nuovo affidamento ha comportato il problema del riassorbimento di una parte del personale operante nel circuito museale per conto di Munus e non riassorbito a seguito dell’affidamento d’urgenza in favore della Società Cooperativa Culture.
La proposta oggetto di aggiudicazione della “Le Macchine Celibi” – prosegue l’odg – non prevede il riassorbimento dei lavoratori a tempo determinato e di parte di quelli a tempo indeterminato prima in servizio per conto di Munus, che avrebbero diritto, secondo i proponenti dell’atto, a riprendere il proprio lavoro; si prevede al contrario la loro sostituzione con personale già operante per la cooperativa in altri siti. In tal modo – prosegue l’atto – di 15 persone che avrebbero avuto il diritto di passare all’attuale affidatario (in virtù della clausola sociale) ne sono state riassorbite solo sei a partire dal 24 marzo di quest’anno.
Inoltre, in base a quanto riportato nella determinazione dirigenziale n. 833/2024 (l’atto di aggiudicazione dell’appalto a Le Macchine Celibi), è stata ritenuta sussistente l’equivalenza delle tutele fra il ccnl Federculture, indicato dalla stazione appaltante nei documenti di gara, e il Multiservizi, indicato da Le Macchine Celibi Società Cooperativa nella propria offerta.
Da quanto ricostruito, secondo i proponenti la clausola di cui all’art. 57 del Codice Appalti non è stata correttamente applicata e il riassorbimento di 6 persone a fronte di 15 potenziali aventi diritto non sarebbe rispettoso della stessa, tanto da aver spinto la Filcams Cgil di Perugia a proclamare lo stato di agitazione. Per i proponenti neanche il giudizio di equivalenza espresso nella determina 833/2024 sarebbe comprensibile.
L’odg intendeva quindi impegnare il sindaco e la giunta
-a intraprendere, interessando gli uffici competenti, tutte le iniziative possibili per addivenire alla piena applicazione della clausola sociale in modo da giungere al riassorbimento di tutti i lavoratori che possiedono i requisiti per godere della predetta clausola;
-a procedere, sempre per il tramite degli uffici competenti, a una nuova e più approfondita valutazione in merito al giudizio di equivalenza espresso tra il ccnl la cui applicazione è stata richiesta dalla stazione appaltante (Federculture) e quello proposto dalla cooperativa aggiudicataria (Multiservizi).
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L’assessore Varasano ha proposto alla riflessione delle due commissioni alcune questioni. Rispetto alla clausola sociale – ha riferito -, dal confronto con segretario e vice segretario generale risulta che l’operato degli uffici sia stato confacente alla corretta applicazione della stessa. In particolare, il riassorbimento dei lavoratori si dovrebbe calcolare sul quadro lavorativo di Coop Culture e non su quello di Munus. Poiché l’odg chiede di mettere in campo tutte le iniziative possibili per addivenire a una piena applicazione della clausola sociale, Varasano ha ricordato di aver rispettato l’impegno preso con il sindacato a confrontarsi con Le Macchine Celibi e di aver trovato un orecchio attento e una disponibilità di massima per un incontro con il sindacato stesso. Nel frattempo è intervenuta la convocazione in commissione, una sede giudicata dall’assessore opportuna per fare chiarezza nel rispetto della massima trasparenza. Le iniziative possibili – ha continuato Varasano – sono di fatto costituite dal dialogo con l’operatore subentrato, poiché non ci sono strumenti, dal punto di vista normativo, per obbligarlo al riassorbimento totale dei lavoratori.
Secondo la dirigente Martella l’operato dell’amministrazione è stato “conforme alla normativa vigente” ed è comunque ovvio che vi sia sempre un interesse a promuovere e garantire la più ampia stabilità occupazionale. Poi ha confermato che la clausola sociale, come precisato dalle linee guida Anac e dalla giurisprudenza, si riferisce al personale impiegato dal gestore uscente ed è da ritenersi elastica al fine di bilanciare due contrapposti interessi costituzionali, cioè il diritto al lavoro e la libertà di impresa. Gli atti di gara hanno dunque previsto l’applicazione della clausola con riferimento al gestore uscente: Coop Culture, che impiegava 7 operatori a tempo indeterminato. Le Macchine celibi, in sede di gara, ha presentato un piano di riassorbimento di tutti gli operatori a tempo indeterminato occupati nel precedente appalto garantendo di fatto la stabilità occupazionale. L’aggiudicatario ha avviato la gestione in via d’urgenza nelle more della stipula del contratto formalizzando 7 proposte di assunzione agli operatori con contratti a tempo indeterminato, di cui 6 hanno risposto e sono stati contrattualizzati con decorrenza 24 marzo. Il relativo accordo è stato firmato con Uil Trasporti. Secondo la dirigente tale operazione è conforme al codice Appalti, fermo restando la possibilità di interloquire con il nuovo gestore per addivenire a un inserimento più completo anche degli operatori a tempo determinato.
Il dirigente Ciccarelli ha fornito ulteriori elementi. L’applicazione della clausola sociale – ha ribadito – è imposta dalla legge, ma secondo la giurisprudenza del Consiglio di Stato anche recentissima, può essere elastica per contemperare il diritto al lavoro delle persone occupate dal gestore uscente e la libertà del subentrante di definire la propria organizzazione imprenditoriale. Se l’amministrazione avesse imposto l’applicazione della clausola riferita al gestore Munus, il bando poteva essere illegittimo e quindi annullabile con ulteriori problemi nella gestione dei servizi. Quanto all’equivalenza tra il contratto Federculture e il Multiservizi, essa si valuta in base alle puntuali indicazioni dell’Anac circa le clausole da confrontare. Per l’equivalenza economica, in particolare, si confrontano i trattamenti assicurati dal contratto indicato nell’avviso e quello applicato dall’appaltatore. Se i livelli economici corrispondono, l’equivalenza non può essere negata, anche in questo caso a rischio di azioni di annullamento. Non vi erano quindi elementi, di fatto o di diritto, per non aggiudicare il servizio. Il dirigente ha anche ricordato che il contratto Multiservizi è largamente applicato in ambito museale in tutto il panorama nazionale.
Melelli ha ricordato le richieste di Filcams Cgil: corretta applicazione della clausola sociale e contratto di settore Federculture. Si chiede in particolare il ripristino della situazione precedente l’affidamento d’urgenza sia per la tutela dei lavoratori sia per la valorizzazione del servizio. Melelli ha sottolineato il passaggio da 20 lavorati adibiti nell’appalto nel 2023 a 6 persone nel 2024 per i medesimi servizi, malgrado sia stata superata la fase dei servizi di urgenza. A seguito della rinuncia di Munus – ha anche detto – i lavoratori sono stati licenziati il 23 giugno 2023 con alcune mensilità e altre spettanze in arretrato. I musei sono stati chiusi e solo il 7 luglio è stata attivata la procedura per l’affidamento diretto a Coop Culture, incontrata da Filcams il 13 luglio per le procedure necessarie al cambio di appalto e per tutelare i lavoratori coinvolti. Nel verbale di accordo siglato il 7 agosto è riportato che nessuna delle due parti, sia Filcams sia Coop Culture, avevano i nominativi soggetti del passaggio, arrivati solo il 24 luglio e il 25 luglio: ciò ha comportato che Coop Culture usasse il proprio personale per circa un mese. Nella situazione eccezionale determinatasi “in via d’urgenza”, erano state riassorbite solo 10 persone, assunte l’8 agosto. Come riportato nella determina 1813, l’impegno del Comune era avere una nuova gestione per sei anni a pieno regime dal primo gennaio 2024, ma solo il 20 dicembre 2023 è stata avviata la nuova gara disponendo anche una proroga tecnica a Coop Culture fino al 17 marzo 2024. Il 15 marzo è arrivata la nuova aggiudicazione a Le Macchine Celibi avallando anche l’equivalenza contrattuale. Le tempistiche stringenti hanno reso impossibile l’interlocuzione necessaria per tutelare i lavoratori. Il dialogo con il committente è stato cercato più volte: dopo un incontro nell’ottobre 2023, non ci sono state risposte alle pec inviate il 16 febbraio, l’11 e il 15 marzo 2024. Anche dopo lo stato di agitazione indetto il 22 marzo non c’è stata una interlocuzione con il committente. Questa la situazione odierna: ad oggi sono stati riassorbiti solo 6 lavoratori a tempo indeterminato dal 24 marzo 2024 e il primo incontro della Filcams con il nuovo gestore risale al 22 marzo. In quella sede è emerso che i lavoratori a tempo indeterminato sarebbero stati riassorbiti, a differenza di lavoratori a tempo determinato, professionalità afferenti al bar e alcuni operatori museali: tali figure – in base a quanto appreso dal sindacato – dovevano essere sostituite da altro personale della cooperativa entrante. Il risultato è che ora ci sono meno persone impiegate dei tempi di Coop Culture, a meno che non ne siano state assunte altre, aspetto su cui Filcams attende una risposta. Critica resta la posizione del sindacato sul riconoscimento della equivalenza contrattuale: si chiede di applicare il Federculture per la parte sia normativa sia retributiva. Infine, Filcams vorrebbe capire se vi sia stata una contrazione economica col nuovo bando tale da giustificare anche la contrazione nelle risorse umane.
È poi intervenuto il presidente della Coop. Le Macchine Celibi. Terrosi ha spiegato che la cooperativa è specializzata nella gestione di beni culturali, gestisce circa 150 appalti in 11 regioni italiane, per lo più musei e biblioteche, e che è presente in Umbria da tempo. La partecipazione alla gara è stata dettata dalla volontà di investire risorse economiche e il know how aziendale maturato anche nella organizzazione di mostre ed eventi complessi. La cooperativa applica il contratto Multiservizi, sottoscritto anche da Cgil, nato per gestire al meglio le esternalizzazioni delle pubbliche amministrazioni e che, secondo Terrosi, contempla un sistema di tutele più articolato di altri contratti collettivi nazionali. Per il presidente, la clausola sociale è stata pienamente rispettata facendo anzi di più e tenendo comunque conto di quanto previsto nei documenti di gara. Ulteriori dettagli sono stati forniti da Razmerita.
Cozzari ha affermato che i contenuti dell’odg risultano adeguati in relazione al perdurante stato di agitazione e ha invitato a considerare che il vero tema è rappresentato da 9 lavoratori che ora non lavorano più. A suo avviso non può essere disconosciuto il trait d’union tra l’appalto affidato a Munus e quello affidato da ultimo: quello di Coop Culture andrebbe bypassato perché legato a una situazione di urgenza. I lavoratori – a suo avviso – non possono essere lasciati soli, anche se avevano contratti a tempo determinato. Infine, se ci sono due diritti da contemperare in base alle normative, cioè quello al lavoro e quello della libertà d’impresa, l’ente pubblico può senz’altro stabilire come bilanciarli attraverso il capitolato.
Poi hanno preso la parola Lorenzo Mattioni (Lega), per un aspetto tecnico di dettaglio, Gino Puletti (Progetto Perugia) e Roberta Ricci (misto).
Secondo Puletti la problematica è stata sollevata in una sede non pertinente. Ha detto di non reputarsi competente, come consigliere, ad addentrarsi in valutazioni tecniche e che, dal punto di vista politico, viste le posizioni del segretario e vicesegretario dell’ente riportate dall’assessore, non può che esprimere fiducia verso l’amministrazione. Nell’augurare a tutti i lavoratori interessati di ricollocarsi, ha anche indirizzato un ringraziamento al nuovo soggetto imprenditoriale che ha consentito di non sguarnire la città di un servizio.
Ricci ha espresso massima solidarietà ai lavoratori perché l’attenzione nei loro confronti è un argomento che riguarda anche questa amministrazione. Pur concordando sull’impossibilità di esprimere un giudizio tecnico, ha ribadito l’auspicio che si trovi una soluzione per coloro che non sono stati assunti e anche per i lavoratori che ora svolgono mansioni diverse rispetto a prima. Secondo Ricci, infatti, le professionalità maturate vanno utilizzate al meglio.
Per Nicola Paciotti (Pd) trincerarsi dietro l’attività degli uffici senza dare risposte politiche fa venir meno il compito di consiglieri e amministratori. Soprattutto, sarebbe stata opportuna un’attenzione pregressa, anziché una solidarietà postuma verso i lavoratori. Anche per concretizzare i discorsi in cui il settore culturale viene presentato come volano di sviluppo, Paciotti ha auspicato che in futuro si ponga più attenzione a certi temi.
Zuccherini, in conclusione, ha affermato che le questioni poste da Ricci in merito alle funzioni svolte dai lavoratori sono da prendere in considerazione. È altrettanto necessario capire se altre persone verranno assunte e continuare a vigilare sulla vicenda. A suo avviso, se a perdere sono i lavoratori, con le loro competenze e professionalità, rischia di perdere anche il Comune sul fronte dei servizi erogati.