Nella giornata internazionale della donna, i ragazzi di Spazio Musica hanno presentato una speciale performance musicale: “Essere noi, tra amore e rispetto”. Nella sala San Tommaso, vicino a piazza del Melo dove ha sede il centro musicale diretto dai Laboratori Musicali di Giò in collaborazione con Nice group, si sono esibiti giovani tra i 16 e i 30 anni che hanno potuto conoscersi personalmente e artisticamente e costruire sinergie musicali che li hanno portati a mettersi in gioco. E’ proprio questo il senso di Spazio Musica, progetto voluto e ideato dal Comune di Perugia tramite l’assessorato alle politiche giovanili guidato dal vicesindaco Gianluca Tuteri, che ha portato i saluti dell’amministrazione comunale prima dell’inizio del concerto, insieme all’assessore alla partecipazione Gabriele Giottoli.
“L’obiettivo delle attività che si svolgono nella sala San Tommaso è creare occasioni di socializzazione e condivisione attraverso la musica. Ai ragazzi viene offerta, in modo del tutto gratuito, l’opportunità di seguire corsi, laboratori, masterclass e di usufruire della sala prove e di registrazione, sempre coadiuvati da professionisti del settore”, ha ricordato il vicesindaco.
“Spazio Musica è sorto in piazza del Melo – ha aggiunto l’assessore Giottoli – per proseguire l’operazione volta a connotare sempre più quest’ultima come ‘piazza dei giovani’. Per questo accanto al Post e all’Informagiovani avevamo già collocato lo spazio dell’Ottavo Segno e quello, dedicato sempre alla musica, che ospita il gruppo dei Roghers. E a breve partirà anche un’importante riqualificazione dei locali di proprietà comunale”.
Il successo della nuova realtà, frequentata non solo da perugini, ma anche da molti ragazzi provenienti da altre regioni d’Italia e dall’estero visto che il progetto è dedicato ai giovani di età compresa tra i 14 e i 35 anni con residenza o domicilio nella Zona sociale 2 (Comuni di Perugia, Corciano e Torgiano), emerge direttamente dai numeri: ad oggi si contano 150 iscritti e continue manifestazioni d’interesse, come precisato da Gioia Fruttini, rappresentante dei Laboratori musicali di Giò e direttrice artistica.
Il vicesindaco Tuteri ha condiviso con i presenti anche una riflessione legata alla festa della donna: “Ci troviamo quotidianamente a fare la conta dei femminicidi. Per questo si progettano interventi finalizzati alla repressione dei responsabili e, per la prima volta, è stato proposto un piano di intervento sulle nuove generazioni attraverso l’insegnamento dell’educazione affettiva nelle scuole. La tendenza a rivolgersi a una fascia di età in cui i sentimenti sono già formati anziché a quella in cui vanno formandosi, cioè lo 0-3, tuttavia, denota superficialità sulla questione. Che i responsabili delle istituzioni continuino a non comprendere le radici della violenza di genere lo si vede anche dai commenti a margine dei fatti delittuosi, quando si allude a eventi improvvisi e non prevedibili, come il raptus del bravo ragazzo o il Dna dello squilibrato che necessariamente riemerge. In questo modo si elude il tema della responsabilità sociale dell’accaduto. Le radici della sopraffazione, infatti, sono negli stereotipi introiettati sin dalla più tenera età: l’identità culturale e sociale dell’individuo che commette femminicidio non è genetica, ma di certo ereditata dall’ambiente di vita”.