Giovedì 23 novembre, ore 17, appuntamento alla Sala della Vaccara, a Palazzo dei Priori di Perugia, con Leonardo Varasano, assessore alla Cultura del Comune di Perugia che, insieme all’autore e all’editore Jean Luc Bertoni, presentano il libro dedicato alla scrittrice Rina Gatti, Rina Rinella, vita e avventure di una contadinella di Mirko Revoyera e illustrato da Giulia Orsetti. Immancabile la presenza di Giovanni Paoletti, figlio della scrittrice, attento e appassionato cultore e promotore degli scritti materni.
La fiaba è un inno allo spirito originale e all’anima fanciullesca della scrittrice, ma anche al coraggio innato di chi non ha mai tradito le sue origini. Rina Rinella ha una forza dentro il cuore, il sorriso. E il coraggio di esplorare il mondo anche se, le vecchie bacucche, i bambini odiosi, e le bocche maldicenti non vedono di buon occhio le bambine troppo avventurose.
Una libro che è un ulteriore omaggio alla Gatti di cui, quest’anno, ricorre il centesimo anniversario dalla nascita. Arrigo Levi aveva visto giusto quando, il giorno in cui Rina venne a mancare, disse “oggi purtroppo piangiamo Rina morta, ma sono sicuro che proprio oggi nasce Rina scrittrice”.
Il percorso delle parola di Rina attraverso i suoi scritti in effetti non si è più arrestata da quel giorno. Nel 2005 c’erano 3 libri pubblicati col suo nome in Italia e 1 in Inghilterra, oggi, nel 2023, si sono aggiunte 2 pubblicazioni in Italia, le traduzioni in francese, in inglese e la pubblicazione in Cina della versione in ideogrammi di “Stanze Vuote”. E’ in pubblicazione, a cura dell’editore Aguaplano, “Rina Gatti – Tutti gli scritti” che riunisce tutte le opere in un solo volume.
Non solo questo, dalle pagine dei suoi libri sono gemmate 3 riduzioni teatrali, delle quali una rappresentata anche all’estero, quella interpretata da Caterina Fiocchetti che gira ormai l’Italia dal 2005 e un infinito numero di letture, incontri, convegni, lezioni universitarie.
Centinaia di autori, ogni anno, partecipano al Concorso Nazionale Letterario per racconti brevi che porta il suo nome. Nato nel 2017 e giunto alla VII edizione, il concorso chiede alle autrici e agli autori di raccontare una sfaccettatura dell’universo femminile, così che, alla pubblicazione dell’antologia che raccoglie le opere vincitrici, l’insieme dei racconti pubblicati è una rappresentazione in quota parte delle gioie, dei dolori, delle emozioni e delle delusioni, delle memorie e delle speranze di donne di ogni continente, di ogni età, di ogni periodo storico. Attraverso la scrittura si può dare una nuova dimensione a passaggi complicati della vita rendendo un servizio anche agli altri grazie alla condivisione e magari scoprire in sé una vena letteraria come è successo a Rina che proprio grazie ad un concorso letterario si fece conoscere.
E dodici sono state anche le edizioni del “Premio Rina Gatti” riservato alle scuole della provincia di Perugia, manifestazione che poneva invece l’accento sulla necessità di mantenere sempre vivo e aperto il dialogo tra le generazioni. A questo scopo gli alunni partecipanti dovevano realizzare un’opera in collaborazione con un nonno o con un anziano di riferimento. Questo per dare sostanza ad un’altra delle preoccupazioni di Rina, che nelle famiglie atomizzate di oggi, dove spesso i nonni non partecipano più ad accompagnare i bambini all’età adulta, questi bimbi crescano “senza memoria”, abbacinati dalla accecante luce dei dispositivi digitali che li chiudono nel recinto di un eterno presente troncando il legame con le proprie radici.
Insomma a 100 anni dalla nascita forse Rina Gatti è riuscita nella sorprendente operazione non solo di non farsi dimenticare, ma anche di farsi simbolo di quelle aspirazioni che lei dovette soffocare, che sono ora riconosciute dalla legge ma spesso ancora disconosciute nella realtà: l’emancipazione femminile, la salvaguardia della memoria, l’affermazione dei propri diritti primo tra tutti la libertà e l’autodeterminazione e delle sue convinzioni come il riconoscimento del valore dell’affettività, il riconoscimento che l’amore è il vero motore dell’umanità e quindi l’amore dovrebbe essere il principio ispiratore di tutte le azioni umane, il rispetto verso la Natura in tutte le sue manifestazioni che vuol dire rispetto per gli animali e le piante che sono nostri compagni di viaggio, questo rafforzato dalla Fede che tutto ciò si esprime attraverso il “disegno superiore” che tutto governa.