Di seguito il comunicato a cura della consigliera Francesca Tizi, capogruppo M5s nel Consiglio comunale di Perugia.
“Mentre qualche giornale svolge propaganda elettorale facendo i conti del Comune di Perugia dopo dieci anni di amministrazione Romizi ed elogiando la capacità di questa giunta per aver risanato le casse comunali, noi del Movimento 5 stelle ci chiediamo come mai di questo risanamento e dell’attivo di cassa non si abbia riscontro in termini di servizi, soprattutto di quelli dedicati alla cultura.
In quasi dieci anni di governo di centro destra abbiamo visto Perugia culturalmente naufragare, oltre che diventare, come molti l‘hanno definita, la città dei “progetti incompiuti”.
Bisogna, innegabilmente, prendere atto del fallimento di un’amministrazione che non ha puntato e investito sulla cultura. Un fallimento che non ha colpito, purtroppo, solo questo settore, ma ha pregiudicato il centro storico, le periferie, i giovani, il turismo, l’economia e le bellezze artistiche del nostro territorio. Ne è un esempio la perdita di protagonismo che in questi anni ha investito il Museo Civico di Palazzo della Penna, la storica residenza cinquecentesca resa sede di importanti collezioni d’arte da Ascanio e Fabrizio della Penna, che attualmente dovrebbe essere dedicata all’arte contemporanea.
L’accesso agli atti che abbiamo presentato per conoscere le condizioni nelle quali versa questo museo ha mostrato una situazione di decadenza.
I dati parlano chiaro. I visitatori sono passati da 10.455 nel 2021, a 10.945 nel 2022, per precipitare a 5.883 nel 2023. Addirittura il numero dei visitatori nell’ultimo anno è quasi la metà rispetto a quello del 2021, quando ancora erano presenti le rigide limitazioni dovute alla pandemia, che ha comportato la chiusura di tutti i musei fino al 26 aprile 2021 e anche successivamente quando l’erogazione di servizi per il pubblico nei musei è ripresa in maniera ridotta.
Tale calo non può essere giustificato dall’Assessore alla cultura semplicemente con la chiusura temporanea del Museo per l’improvviso recesso del concessionario avvenuto a fine giugno – che a suo tempo fu definita dallo stesso Assessore breve e per il tempo strettamente necessario per l’affidamento del servizio a un nuovo gestore (meno di un mese rispetto ai 4 mesi del 2021 per il COVID-19). Così come il dimezzamento dei visitatori non può essere ricondotto alla parziale offerta museale di Palazzo della Penna dopo la riapertura, ovvero relativa alla semplice fruizione da parte dell’utenza, senza servizi quali caffetteria, bookshop, laboratori didattici. L’appeal di un museo non può essere affidato solo a questi ultimi servizi, definiti per natura complementari.
La capacità di un museo di attrarre visitatori deve scaturire dalla tipologia delle mostre proposte e basarsi soprattutto su una programmazione articolata e una progettualità strategica e di qualità.
La totale assenza di programmazione a livello comunale e di questo assessorato si è tradotta in mancata valorizzazione delle bellezze del nostro territorio e in perdite tangibili per l’economia locale. Il Museo civico di Palazzo della Penna, eccezionale testimonianza dell’arte e della storia di Perugia, dovrebbe essere un luogo dedicato all’arte contemporanea, alla valorizzazione del patrimonio culturale del territorio e ad artisti emergenti. Un catalizzatore di idee e persone, un richiamo per turisti.
Invece, la sensazione che si ha in questo Museo Civico è di rispolverare vecchi abiti dall’armadio della nonna, ma in questo caso, il vintage non fa tendenza.
Palazzo della Penna – come la stessa Perugia – ha bisogno di tornare a essere ciò che rappresentava un tempo: un simbolo della cultura cittadina, un centro di cultura contemporanea”.