Le consigliere Sarah Bistocchi (Pd) e Lucia Maddoli (Ipp) hanno presentato un’interrogazione per sapere quali iniziative l’amministrazione intenda intraprendere per impedire il degrado del monumento alle Vittime di tutti i genocidi situato in piazza Grimana e per restituire ad esso la sua originaria forza estetica e simbolica. Tale monumento, ha ricordato Bistocchi illustrando l’atto, è stato realizzato dall’artista Vittorio Pecchioli in ricordo dell’eccidio di Sabra e di Shatila compiuto nel 1982 in Libano dalle falangi libanesi e dall’esercito del Libano del Sud complice l’esercito israeliano. In quella circostanza in un campo di palestinesi alla periferia di Beirut furono assassinati migliaia di civili palestinesi e sciiti libanesi. Il monumento in piazza Grimana fu poi trasformato e ampliato in memoria delle vittime di tutti i genocidi divenendo simbolo della vicinanza della comunità perugina a tutte le persone che nella storia hanno subìto il tentativo di cancellare il proprio diritto all’esistenza in quanto appartenenti a determinati gruppi etnici nazionali, politici, linguistici o religiosi. Per questo esso è inserito nelle celebrazioni ufficiali del 20 giugno. Ora tuttavia si presenta in avanzato stato di corrosione da ruggine attribuibile a una mancata manutenzione. Considerato che il messaggio del monumento di Pecchioli ha una valenza ancor più netta in un momento segnato dalla guerra tra Ucraina e Russia e dalla recrudescenza del conflitto israelo-palestinese, la tutela di simboli che ricordano quanti hanno subìto la follia della violenza rappresenta senz’altro un’azione doverosa tanto più da parte della città di Aldo Capitini.
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Rispondendo ai quesiti l’assessore Otello Numerini ha riferito che l’opera non presenta gravi condizioni di degrado, necessitando soltanto di un intervento di pulizia finalizzato alla rimozione degli attacchi biologici di muschi, licheni e dai depositi di agenti inquinanti e di prodotti di corrosione.
La collocazione all’esterno, in un contesto microclimatico contraddistinto da un elevato tasso di umidità relativa, è da ritenere la principale causa del manifestarsi di tali fenomeni.
Lo stato di corrosione dell’opera è in realtà imputabile al fatto che la stessa è stata realizzata, per volontà dell’artista e per ragioni artistico-espressive, in ferro con trattamento di pre-ossidazione, che per sua natura non subisce ulteriore stato di deterioramento. E’ vero, altresì, che è necessario un intervento di manutenzione programmata di pulitura, finalizzato a restituire e rivitalizzare la cromia originale dell’opera. L’intervento di pulitura, da realizzare con trattamenti con apposito biocida e successiva idropulitura, seguiti dalla stesura di prodotti specifici per il trattamento protettivo, potrà essere effettuato dal personale del cantiere comunale.
In replica Maddoli ha auspicato che l’opera di ripulitura possa avvenire quanto prima visto il significato simbolico dell’opera.