Il Consiglio comunale ha respinto con 8 voti favorevoli, 8 contrari e 9 astenuti l’ordine del giorno presentato dal consigliere Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia) avente ad oggetto: “Adesione della città di Perugia al manifesto proposto dalla Alleanza Mobilità Dolce Per città 30 e strade sicure e vitali” ed impegno ad attivare processi partecipativi nella futura progettazione delle Zone 30, sulla cui fattibilità tecnico-economica è appena stato attivato un apposito iter dall’amministrazione comunale”.
Partendo dagli obiettivi dell’Unione europea e di Onu sui cosiddetti “morti zero” lungo le strade, Croce ha spiegato che molte città europee stanno orientando le loro politiche alla realizzazione delle cosiddette “Città 30” con azioni mirate. Nel luglio del 2022 una serie di enti privati facenti capo alla Fondazione Luigi Guccione e di associazioni da sempre impegnate nella promozione della sicurezza ha presentato a Roma un manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”, firmato anche dal competente Ministero.
Il fine è combattere la violenza stradale affinché le persone possano essere di nuovo al centro dello spazio pubblico dandosi tre obiettivi principali: azioni di moderazione della velocità a 30km/h nelle strade urbane; rafforzamento delle norme sulla guida corretta e delle garanzie sul rispetto dei limiti di velocità; previsione e implementazione di norme per l’assistenza alle vittime di violenza stradale.
Il Comune di Perugia, già nella redazione del Piano urbano della mobilità sostenibile nel 2019 ha indicato di voler improntare le future politiche della mobilità su questo tipo di azioni e ha, a gennaio 2023, attivato presso i propri uffici un iter sullo studio della fattibilità tecnico-economica di alcune “Zone 30” in alcune aree del centro e delle periferie.
Inoltre, alla fine del 2022 il Consiglio Comunale ha istituito la Consulta per la Mobilità attiva e la Sicurezza stradale per garantire una partecipazione strutturata su un tema fondamentale per la vita quotidiana del cittadino e per lo sviluppo futuro della città.
Ciò premesso, l’odg impegna l’amministrazione a valutare l’adesione al manifesto “Per città 30 e strade sicure e vitali”, a coinvolgere le associazioni firmatarie del manifesto e ad attivare processi partecipativi della popolazione e delle associazioni di cittadini in tutte le future azioni di progettazione e sperimentazione delle “Zone 30” e proprio lì sono state previste le zone 30.
Attraverso i fondi Pnrr saranno realizzati altri 10 km di piste, 4 nel 2024 e i restanti entro il 2026. Le piste, laddove la ricucitura non si può operare si sono previste le zone 30, dove c’è perfetta condivisione tra automobilisti, pedoni e ciclisti. Sono previste opere infrastrutturali per far sì che la zona 30 sia percepita come tale in modo che gli automobilisti tendano automaticamente a rallentare. Si è partiti da un concetto di pianificazione associato a quello di partecipazione. Non a caso si sta arrivando a mettere in campo la consulta. Molto quindi è stato fatto. Si può lasciare agli amministratori la facoltà di scegliere se aderire al manifesto. Così ha preannunciato la sua astensione.
La consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha ricordato che il Pums già prevede le zone 30. La grande innovazione introdotta da tale piano è rappresentata dal fatto che, anche in base ai risultati della partecipazione alla sua stesura, si è voluto dare impulso alla mobilità pedonale e ciclistica come forma alternativa di spostamento nel territorio e come ultimo miglio del trasporto pubblico. I cittadini avevano segnalato di volere la possibilità di utilizzare di più la biciletta e il Pums ha puntato a ricucire le piste esistenti e a dare vita a un vero Bici Plan. Ci sono punti in cui la ricucitura non è sempre possibile e proprio in quelle zone si è deciso di puntare sulle zone 30, dove c’è perfetta condivisione tra automobilisti, pedoni e ciclisti. Sono previste opere infrastrutturali per far sì che la zona 30 sia percepita come tale e per far sì che gli automobilisti tendano automaticamente a rallentare. Molto, quindi, è stato fatto, partendo da una pianificazione associata alla partecipazione e ora si sta per costituire una Consulta. Secondo la consigliera, ad ogni modo, si può lasciare agli amministratori la facoltà di scegliere se aderire al manifesto; per questo ha preannunciato la sua astensione sull’odg.
Lorenzo Mattioni (Lega) ha affermato che il gruppo è senz’altro favorevole allo sviluppo delle piste ciclabili e delle zone 30, ma il Comune ha già a cuore il tema e sta adottando misure in tal senso. Aderire al manifesto richiamato dall’odg significherebbe obbligarsi a rispettarlo in tutto, ma ci sono aspetti che lasciano perplessi.
L’assessore alla viabilità, Luca Merli, dal canto suo ha ricordato che nel Pums c’è un progetto molto più ampio di quello riportato nell’odg. Il piano sulle zone 30 è strutturato in maniera meticolosa e, soprattutto, è attinente alle esigenze della città sotto vari profili. Il manifesto ha un carattere molto più generico, quindi si può ritenere che Perugia abbia fatto un passo in più rispetto ad esso. Merli si è riservato di sottoporre alla giunta la possibilità di un’adesione.
Croce ha riconosciuto che pianificazioni importanti sono state già fatte. A suo avviso, tuttavia, l’adesione a un manifesto è pur sempre un passo simbolico con un preciso valore. Inoltre, se è vero che il Pums prevede una serie di interventi, sarebbe opportuno fare sperimentazioni con il coinvolgimento della popolazione per capire insieme come realizzare zone 30 davvero in grado di funzionare. Ciò a complemento di ciò che si sta già facendo.
Lucia Maddoli (IPP) si è detta perplessa per la posizione della maggioranza, a suo avviso poco lungimirante se non ottusa visto che il manifesto firmato da Ministero, Anci e tante associazioni sarebbe un modo per dare maggiore visibilità e forza a ciò che l’amministrazione sta facendo.