La I Commissione consiliare permanente Affari istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, nella seduta di oggi, venerdì 4 febbraio, ha proseguito l’istruttoria propedeutica alla modifica del regolamento del Consiglio comunale.
Emilio Buchicchio, dirigente della Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione, ha presentato il nuovo comma 5 dell’articolo 4 (Diritti e funzioni), elaborato alla luce delle indicazioni emerse nella scorsa seduta della commissione. Il testo così recita: “Ai Consiglieri che risiedono fuori del Capoluogo del Comune spetta il rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute per la partecipazione ad ognuna delle sedute del Consiglio Comunale e delle Commissioni consiliari, per la presenza necessaria presso le sedi degli uffici o per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate; a tal fine, per ‘Capoluogo del Comune’ si intende l’intero territorio del Comune di Perugia e si qualifica ‘presenza necessaria’, oltre a quella relativa alla partecipazione alle sedute degli organi o delle Commissioni delle quali il Consigliere sia membro, unicamente quella determinata da un obbligo giuridico da assolvere presso la sede degli uffici”.
Se tale comma venisse aggiunto, le spese di viaggio sarebbero rimborsabili solo ai soggetti residenti fuori del territorio comunale. L’aspetto più complesso è apparso quello delle funzioni al cui esercizio può seguire il rimborso delle spese di viaggio, non esistendo una elencazione tassativa. Buchicchio ha richiamato pronunce della Corte dei conti e ha sottolineato che ne emerge un quadro sostanzialmente restrittivo.
A fronte di dubbi interpretativi palesati dal consigliere Paciotti, il dirigente ha chiarito che, a suo avviso, quando le attività sono collegate a una mera disponibilità o scelta da parte del consigliere i rimborsi non sarebbero dovuti.
La consigliera Mori si è detta contraria all’inserimento del comma in parola perché la materia è già disciplinata da una fonte di rango superiore come il Testo unico degli enti locali; a parlato anche di questione di “inopportunità politica”.
Pertanto, a differenza del primo comma dell’art. 4, la proposta del nuovo quinto comma non è stata condivisa.
È poi proseguito il confronto sull’ultima parte del quinto comma dell’art. 39 (Costituzione e composizione delle commissioni permanenti): “La certificazione dell’effettiva presenza ai lavori della commissione riguarda sia il delegante che il delegato”. In base al testo attuale, in caso di delega data a un altro consigliere nel corso di una commissione, la certificazione spetterebbe pro quota sia al delegante sia al delegato, a differenza del gettone spettante solo al delegato. Nella scorsa seduta tale versione era apparsa corretta e da mantenere. Il consigliere Vignaroli ha proposto una modifica meramente formale, con l’inserimento di un nuovo sesto comma dedicato alla fattispecie della delega conferita nel corso dei lavori della commissione.
Per la consigliera Casaioli l’attuale dettato normativo nella sostanza non va modificato. Zuccherini e Mencaglia, senza nulla eccepire rispetto alla proposta di Vignaroli, hanno comunque ribadito che, al di là delle questioni di forma, un’unità di intenti è emersa. Tizi ha suggerito, solo al fine di rendere la norma più chiara, l’ipotesi di un comma autonomo per specificare che sia il delegante sia il delegato hanno diritto alla certificazione in rapporto alla presenza effettiva.
Anche alla luce delle indicazioni della segretaria generale, Francesca Vichi, e del dirigente Buchicchio, il presidente Nannarone ha riassunto le posizioni chiarendo che l’art. 39 rientra tra quelli oggetto di condivisione, con la precisazione, nella seconda frase: “La delega deve essere prodotta”, in luogo dell’attuale “è conferibile”.
La commissione si è poi concentrata sul capo IV in relazione agli artt. 71, 73 e 74.
La segretaria generale ha illustrato le ipotesi di modifica che incidono sull’attività di verbalizzazione delle sedute tenendo conto del fatto che le adunanze sono trasmesse in diretta streaming e che le registrazioni audio-video possono essere riviste online. Questa la formulazione dell’art. 71, comma 2, proposta: “Il verbale costituisce il resoconto dell’andamento della seduta consiliare riportando menzione dei consiglieri che hanno preso la parola durante la discussione, il testo integrale della parte dispositiva della deliberazione, nonché il numero dei voti favorevoli, contrari e astenuti su ogni proposta. I consiglieri possono richiedere, prima della conclusione della seduta, che il loro intervento, depositato in forma scritta, sia riportato per intero nel verbale”.
In tal modo, il suddetto comma non parlerebbe più di resoconto “fedele” in riferimento al verbale, il quale, inoltre, riporterebbe “menzione dei consiglieri che hanno preso la parola durante la discussione”, anziché “la discussione”, oltre agli altri elementi indicati.
La possibilità da parte dei consiglieri di chiedere che il loro intervento sia riportato per intero nel verbale rappresenta una nuova previsione coerente con il fine di semplificare la verbalizzazione e di abbandonare la trascrizione integrale tramite sbobinatura. Ciò – è stato rilevato – porterebbe anche a un risparmio di tempo e risorse.
Si ipotizza altresì di introdurre ex novo un quarto comma: “Il processo verbale delle sedute segrete è redatto in forma sintetica, senza particolari che riconducano alla persona di cui si è trattato o evidenzino le motivazioni della segretezza della seduta medesima”.
Questo, infine, il nuovo art. 73 (Conservazione delle registrazioni) proposto: “Le registrazioni audio/video delle sedute, oltre ad essere trasmesse in diretta con accesso sul portale istituzionale dell’Ente, sono consultabili su un apposito spazio del medesimo portale e conservate su un archivio digitale dedicato”. All’art. 74 si aggiungerebbe un secondo comma: “Le registrazioni audio/video delle sedute sono pubbliche e rese disponibili nei termini di cui al precedente articolo 73”.
In risposta a un quesito della consigliera Casaioli, il dirigente Buchicchio ha chiarito che anche l’attività dei presidenti di commissione sarà semplificata, trovandosi gli stessi, firmando il verbale della seduta, ad attestare i presenti, i nomi di chi interviene e gli esiti della votazione.
Tizi ha espresso contrarietà in relazione alla disposizione relativa alle sedute segrete: a suo avviso, senza registrazione della seduta e prevedendo solo un verbale sintetico non ci sarebbe modo di tenere traccia di quanto avvenuto. Ha quindi proposto che il verbale sia fatto in modo fedele.
Nannarone ha notato che la previsione in discussione rispecchia in realtà quanto già prevede l’art. 28.
Zuccherini si è invece detto contrario rispetto alla previsione che un consigliere debba depositare in forma scritta il proprio intervento se intende farlo mettere a verbale. Ha poi invitato a una riflessione più ampia sull’impatto che il tema della riservatezza può avere sullo svolgimento delle sedute, ad esempio sulla trattazione delle interrogazioni.
Il presidente Nannarone ha quindi aggiornato la seduta invitando i commissari a inviare, in vista della stessa, proposte e osservazioni scritte sul Capo IV.