Articolo a cura della consigliera Francesca Tizi
Riceviamo e pubblichiamo
“Sono molto delusa della bocciatura dell’Ordine del giorno discusso ieri in Consiglio Comunale, che ho proposto congiuntamente con i Consiglieri Croce e Maddoli sulle criticità emerse nel progetto definitivo del “Nodo di Perugia” presentato da ANAS. E lo sono anche i numerosi cittadini presenti in sala perché favorevoli alla riconsiderazione del progetto.
Con i Consiglieri di IPP qualche mese fa avevamo sentito il dovere di presentare un ordine del giorno per impegnare la Giunta e il Sindaco a rivedere la deliberazione assunta lo scorso 27 giugno 2022 in materia di Nodo di Perugia perché in seguito al deposito del progetto e successivamente delle relazioni tecniche di alcuni dirigenti del comune di Perugia nell’ambito della conferenza dei servizi sono emerse alcune importanti criticità.
Invero tutta la vicenda relativa al c.d. Nodo di Perugia presenta delle criticità, criticità, che riguardano il progetto ed anche le procedure. Ma andiamo per gradi.
La prima criticità riguarda la mancata considerazione di questa Amministrazione nei confronti degli incontri che sono stati organizzati a Ponte San Giovanni dalle Associazioni che confluiscono nel Coordinamento “Sciogliamo il Nodo”. Eventi molto partecipati ma durante i quali i pochi rappresentanti del comune presenti non hanno proferito parola; a differenza, invece, di quanto accaduto in occasione degli incontri organizzati da altri cittadini, dove sono state ampiamente espresse opinioni e rassicurazioni, anche da parte dell’assessore regionale coinvolto.
Critico è stato poi anche il comportamento di ANAS, che non ha mai ricevuto il Coordinamento “Sciogliamo il Nodo”, nonostante le tante richieste di incontro e confronto inoltrate anche via Pec. Perché non sono stati ascoltati? Il primo elemento fondamentale nella realizzazione di un’opera pubblica è cercare di capire cosa vogliono i cittadini, anche per l’apporto positivo che potrebbero dare al progetto.
Un’altra rilevante criticità è da riscontrare a giugno del 2022 quando è stato approvato in questo Consiglio Comunale il progetto, o meglio, è stato approvato un progetto “senza progetto”. In quella sede, l’unico voto responsabile era un’astensione: non si può approvare un’idea, non si può votare ciò che non si conosce.
Altre criticità di questo progetto – che, non va dimenticato, ha un costo molto elevato – sono presenti nelle relazioni tecniche allegate al progetto stesso che contengono gravi errori: prima viene riportato, per esempio, il fatto che per realizzare le gallerie artificiali saranno utilizzati degli esplosivi. Poi in commissione ci viene detto che non sarà così, che quanto scritto è un refuso. Così come nel progetto definitivo è scritto che con l’opera non si riduce il flusso del traffico. E poi sempre in Commissione si afferma che anche questo è un refuso. La presenza di tutti questi refusi appare molto strana e a questo punto mi chiedo se si tratti realmente di refusi o se, allo stato attuale, non sia più comodo dichiarare che lo siano.
Inaccettabile sono poi le accuse, che durante la commissione, sono state mosse ai proponenti, accuse relative al fatto di mettere la tutela della fauna e della flora davanti alla salute dei cittadini. Ma tali accuse sono inaccettabili, perché vuol dire non aver compreso che sono due facce della stessa medaglia. Il fine di un atto come questo è in primo luogo la tutela della salute delle persone e poi e solo poi, dell’ambiente, perché l’ambiente è il luogo in cui le persone vivono.
Dopo tutte le criticità ed ambiguità emerse e che ho ora brevemente elencato, è arrivato il momento per il primo cittadino di Perugia di metterci la faccia e assumersi la responsabilità di dichiarare il vero motivo per cui si vuole il “Nodo”. Il Nodo lo si vuole perché l’Italia lo vuole, perché Perugia è a servizio, perché è una servitù che Perugia dovrà sopportare. Il Nodo sarà pure un’opera strategica a livello nazionale, ma che oltre a subirla, dobbiamo anche accoglierla con un applauso, questo no. Non possiamo mentire e dire che questa infrastruttura rappresenta la salvezza per i nostri territori, la soluzione al problema del traffico. Perché questo non è vero, perché per risolvere il problema del traffico non è indispensabile cementificare altro suolo, ma ci sono tantissime soluzioni, nelle quali, tuttavia, questa Amministrazione non ha voluto investire.
Il vero problema della città è che l’Amministrazione Romizi non ha mai investito sulla mobilità pubblica. Su quelle bretelle il problema del traffico c’è perché Perugia non ha una mobilità pubblica adeguata alla struttura e alla grandezza della città e al numero di cittadini che la abitano. Forse, dopo nove anni di governo e a pochi mesi dalla fine del mandato, l’Amministrazione Romizi inizierà l’opera del BRT, un’opera che, tuttavia, non risolverà il problema del traffico. Il problema della congestione nasce dalle politiche che sono state fatte negli anni precedenti. In nove anni si possono fare tante cose, ma finora non è stato fatto nulla per risolvere, appunto, il problema della mobilità pubblica, se non approvare un progetto a scatola chiusa che comporterà solo danni per il territorio e disagi per i cittadini”.