La III commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha dedicato la seduta del 7 settembre alla trattazione di quattro odg tutti incentrati sul tema del nodo di Perugia, raddoppio delle rampe di Ponte San Giovanni e questioni connesse.
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Il primo ordine del giorno sul punto è stato presentato dal gruppo consiliare Fratelli d’Italia ed ha come oggetto: “Nodo di Perugia- Presentazione di formale istanza da parte del Comune di Perugia presso Regione Umbria e Anas per il mantenimento degli attuali accessi autostradali”.
Illustrando l’atto Paolo Befani ha ricordato che nel corso della seduta della III Commissione consiliare del 20 maggio 2022 è stato trattato l’odg sul nodo di Perugia con audizione dell’assessore Melasecche e dei rappresentanti di Anas.
Nel corso del dibattito sull’odg fu sollevata una oggettiva criticità, relativa alla fase progettuale del “Nodo”, visto che si prevedeva la cancellazione della rampa di accesso alla sede autostradale attualmente presente in Via Adriatica – Ponte San Giovanni – in direzione Perugia-Bettolle/Firenze. Se confermata, tale evenienza non farebbe altro che aggravare i disagi già presenti per la popolazione residente nell’area di Ponte san Giovanni;
Secondo Fdi, invece, è necessario mantenere lo svincolo di accesso da Via Adriatica affinché non si appesantisca la viabilità interna.
Per questo il gruppo con l’odg chiede all’Amministrazione di presentare formale istanza presso le sedi di Regione ed ANAS, con la richiesta di non cancellare dall’elaborazione definitiva del progetto relativo al cosiddetto “Nodo di Perugia” la rampa stradale di accesso alla E45 sita in Via Adriatica, direzione Raccordo RA06 Perugia- Bettole/Firenze.
Befani ha spiegato, a margine dell’illustrazione, che l’istanza è di fatto stata accolta da Anas (evenienza confermata dall’ing. Nibbi di Anas); per questo ha chiesto di sospendere la trattazione dell’atto al fine di attendere ulteriori sviluppi formali sulla questione.
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Il secondo odg presentato dai consiglieri Croce (IPP), Tizi (M5S) e Ranfa (PD) riguarda l’adeguamento e riqualificazione del tratto stradale che, nell’area compresa tra Collestrada e Ponte San Giovanni, mette in connessione la E45 Ravenna- Orte con il Raccordo Perugia- Bettolle e la SS75 Centrale Umbra. L’atto è stato approvato all’unanimità.
In sede di illustrazione Fabrizio Croce ha spiegato che il problema della congestione del traffico tra lo svincolo di Collestrada e lo svincolo di Ponte San Giovanni è ad oggi irrisolto a causa dello stallo del progetto del “nodino”.
Lo stato di incertezza che da qualche anno, oramai, regna su questa situazione ha determinato una sospensione di fatto delle opere di adeguamento agli standard che quel tratto di strada, così prioritario nel contesto della mobilità cittadina ed extra-cittadina, imporrebbe. Di fatto si è verificato il congelamento di alcuni interventi migliorativi ai fini della funzionalità del percorso, già finanziati da ANAS e preannunciati al Comune di Perugia.
Molti incidenti, spiegano i relatori, sono dovuti all’inadeguatezza della segnaletica orizzontale e verticale oltre che alla pericolosità di alcuni tratti in curva dovuta all’assenza o alla inadeguatezza dei “guard rail”.
Altro problema riguarda la concentrazione di smog e l’elevata rumorosità che si rilevano nel tratto di strada che collega Collestrada a Ponte San Giovanni e viceversa.
In ragione di ciò i tre consiglieri chiedono all’Amministrazione:
-di farsi promotrice presso le sedi competenti (regione Umbria, ANAS, ministero dei Trasporti) di una ripresa dell’ordinaria amministrazione circa la tratta stradale indicata;
-ad attivare uno specifico iter per il finanziamento e l’installazione delle necessarie barriere anti-rumore, almeno nelle parti di tracciato più vicine al centro abitato ancora sprovviste;
–a chiedere un aggiornamento, e se possibile una accelerazione, sullo studio di fattibilità del raddoppio di corsia che potrebbe snellire le strozzature più critiche della tratta in esame, ovvero la rampa di accesso in salita alla Perugia, quella di accesso in discesa allo svincolo SS75/Perugia-Bettolle in direzione Est e quella di accesso alla SS75 per chi proviene dalla E45 direzione Nord, garantendo comunque la non chiusura dello svincolo di Via Adriatica (questo punto è stato cancellato dai proponenti in virtù – ha spiegato Francesca Tizi – delle rassicurazioni ricevute da Anas).
L’ing. Lamberto Nicola Nibbi responsabile struttura territoriale Anas Umbria ha spiegato che le barriere antirumore sono previste sia nell’intervento del nodino sia in quello relativo al raddoppio delle rampe di P.S.Giovanni. Pur non essendo possibile quantificare i costi dell’intervento, nulla esclude che si valuti l’operazione nella tratta intermedia.
E’ ovvio che se andranno realizzate barriere antirumore nel tratto intermedio, ciò potrebbe essere associato alla sostituzione delle barriere “bordo-laterale”, ormai datate pur se a norma.
Anticipando una questione oggetto dei successivi odg, quella dei sottopassi, Nibbi ha evidenziato che il tema, prima che si chiuda il progetto sul raddoppio delle rampe, dovrebbe essere avanzato dalla regione al fine di poter essere valutato dal punto di vista tecnico ed economico, magari corroborato da uno studio. Nibbi ha riferito che l’intervento per il raddoppio dello svincolo di Ponte San Giovanni si attesta oggi sui 41 milioni, destinati a crescere molto inserendo altre opere come sottopassi e barriere antirumore fino a Collestrada, costi non tutti sostenibili nell’immediato.
Alessandro Severi, in rappresentanza di una delle associazioni presenti, ha ricordato che in altri lavori fatti da Anas sono state realizzate barriere innovative ed un’adeguata segnaletica stradale. Nessun adeguamento per la sicurezza è invece stato fatto nel tratto Collestrada-Ponte San Giovanni pur essendo il più trafficato.
Il consigliere Michele Cesaro (FI) ha ricordato che, quando fu approvato l’odg della maggioranza sulla strategicità di nodino e raddoppio rampe, quest’ultimo intervento era stimato in circa 20 milioni di euro, finanziabili nell’ambito della manutenzione. Ora i costi sono lievitati fino a 41 milioni; occorre quindi capire se queste risorse sono integralmente finanziate e sono concrete rendendo realizzabile l’intervento auspicato.
Per Cesaro, infatti, occorre agire con celerità perché l’opera non è più differibile.
Elena Ranfa (PD) ha spiegato che quello delle barriere antirumore è un problema segnalato dai cittadini da ormai venti anni. Anas ha sempre risposto che l’opera non era possibile essendo difficile intervenire sull’esistente; tuttavia dopo così tanto tempo è giunto il momento di dare risposte alla cittadinanza.
L’ing. Nibbi, rispondendo alle domande di Cesaro, ha riferito che il “delta” non è stato ancora finanziato: c’è ovviamente la volontà di Anas, ma il progetto finale va ancora definito. Ecco perché le questioni ipotizzate (barriere e sottopassi) vanno presentate ora perché questo è il momento giusto per valutarle, assumendo una decisione congiunta con la regione.
In merito alle barriere, Nibbi ha ricordato che il vero problema è rappresentato dal mancato finanziamento del piano nazionale esistente. In relazione alla segnaletica ed alle barriere ha spiegato che tali opere verranno fatte, evidentemente, dopo che si procederà all’intervento sul tratto interessato e non prima.
Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha evidenziato che l’odg tratta punti già oggetto di specifico dibattito in Consiglio comunale tempo fa con successivo voto a favore dell’assise. Al momento, dunque, non emergono novità rispetto a tale dibattito.
Michele Cesaro, riprendendo la parola, ha sostenuto che appare prioritario concentrare tutti gli sforzi nell’immediato per il raddoppio delle rampe, strategico per il territorio. Tutto il resto, per quanto importante, potrà formare oggetto di una successiva richiesta con conseguente finanziamento. Ciò al fine di evitare una crescita eccessiva dei costi, al momento insostenibile.
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Il terzo Ordine del giorno presentato dal consigliere Befani del gruppo consiliare Fratelli d’Italia ha come oggetto: Quartiere di Balanzano e svincolo di via Adriatica, richiesta audizione tecnici Anas per definizione modalità di realizzazione lavori rampe raccordo autostradale.
Spiega Befani che nel 2024 partiranno le opere di adeguamento e di rifacimento delle rampe di ingresso e di accesso alla E45.
Nel Prg era già previsto un intervento di realizzazione di un tratto stradale all’altezza dello svincolo di Via Adriatica, snodo oggetto di acceso dibattito in fase progettuale in quanto inizialmente non rientrante nella nuova dislocazione prevista da Anas.
Proprio in virtù dell’importanza strategica che l’accesso di via Adriatica rappresenta per gli equilibri del traffico stradale ed autostradale di Ponte San Giovanni, Befani ha ricordato di aver già presentato nel 2022 un ordine del giorno, approvato dal Consiglio, in cui chiedeva con forza al Comune di Perugia di farsi parte attiva assieme alla Regione Umbria per il mantenimento, all’interno dell’elaborazione definitiva del progetto relativo al cosiddetto “Nodo di Perugia” della rampa stradale di accesso alla E45 sita in via Adriatica, direzione Raccordo RA06 Perugia- Bettole/Firenze;
Tecnicamente la realizzazione della rampa in modalità “rilevato” o in terrapieno, ovvero con carreggiata realizzata con manufatto in terra a quota superiore a quella del terreno, renderebbe impossibile la messa in opera della strada prevista nel PRG, con conseguente blocco del traffico interno della frazione di Ponte San Giovanni nella zona di Balanzano.
La possibilità invece di operare sulla rampa con un tratto “in viadotto” o realizzando uno “scatolare”, cioè con carreggiata realizzata su impalcati o travate con elementi di appoggio (pile) disposti a intervalli regolari, permetterebbe un accesso autostradale ottimale in direzione Collestrada e San Martino in Campo.
Per questo Befani chiede di interpellare urgentemente il comparto tecnico di Anas, anche mediante audizione nella competente commissione consiliare, al fine di avere rassicurazioni sulle modalità di operazione per ciò che attiene il mantenimento della progettazione prevista nel PRG che non pregiudichino l’ammodernamento della rampa di via Adriatica così come previsto nel “Nodo” e non penalizzino il quartiere di Balanzano.
L’ing. Nibbi ha riferito che questa soluzione sarebbe molto costosa ed impattante non essendo prevista la soluzione sottopasso nell’asse principale. Nulla esclude, evidentemente, che l’intervento possa essere esaminato in questo momento ove vi sia specifica richiesta da parte delle Istituzioni interessate, supportata da studi e computi. All’esito si potrebbe pensare di assumere decisioni di tipo intermedio, certamente meno onerose, rimandando il completamento ad una fase successiva.
Elena Ranfa (PD) ha detto che la medesima questione è stata affrontata dal Pd tramite un’interrogazione ed un odg che giunge a conclusioni similari. Per tale ragione ha chiesto a Befani di sospendere la discussione dell’atto onde valutare la condivisione dello stesso.
Michele Cesaro (FI), in linea con quanto sostenuto in precedenza, ha detto che il tema potrà essere tranquillamente analizzato in sede di conferenza dei servizi, ma non nel momento attuale quando, a causa dei costi, rischia di compromettere l’intera operazione.
Fabrizio Croce (IPP), riferendosi alla chiusura inattesa e non comunicata adeguatamente – a suo dire – del passaggio a livello di Balanzano, ha sostenuto che un’Amministrazione dovrebbe cercare di governare gli eventi anche quando sono nelle prerogative di altri enti, adoperandosi affinché i cittadini vengano tempestivamente avvisati.
Dopo la discussione l’odg è stato rinviato per procedere con valutazioni ed approfondimenti del caso.
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L’ultimo Ordine del giorno è stato presentato dai consiglieri Tizi (M5S), Croce e Maddoli (IPP) e concerne: Progetto Nodo di Perugia – itinerario E45 (Madonna del Piano – Collestrada) detto Nodino – Progetto definitivo.
Dopo aver ripercorso le tappe fondamentali della vicenda (approvazione del progetto definitivo di anas, approvazione dell’odg della maggioranza in Consiglio comunale sull’argomento, ecc.) Fabrizio Croce ha sostenuto che dalla lettura del progetto emergono rispetto alle considerazioni formulate dal consiglio comunale alcuni punti.
-Il primo è l’attraversamento di zona vincolata: è previsto che tale attraversamento avvenga con la permanenza di una galleria artificiale, per realizzare la quale si prospetta la necessità di intervenire sulla collina di Collestrada con una sorta “d’immensa trincea a cielo aperto” (minimo 30 mt. di larghezza e molti metri di profondità).
– Eliminazione di emergenze in superfici: in sostanza la presenza di una galleria artificiale comporta, al fine di consentire alla strada Ospedalone un uovo profilo altimetrico, l’eliminazione della strada che conduce al Borgo direzione Perugia.
– Mancata riduzione del traffico a seguito della realizzazione del Nodino
– Scorporo dei lavori sulle rampe dal progetto integrale del Nodo: ed infatti nel progetto definitivo di ANAS la realizzazione della c.d. seconda parte del Nodo non è prevista.
– Scomparsa dell’auspicato prolungamento al Silvestrini ed oltre.
– Prolungamento della Tempistica –
– Anomalie nella procedura espropriativa avviata senza consentire agli espropriandi di avvalersi della possibilità di presentare osservazioni nel merito.
Per queste ragioni i consiglieri impegnano l’Amministrazione a rivedere la propria posizione in ordine all’infrastruttura c.d. Nodo di Perugia, atteso come la stessa è stata formulata in assenza del progetto definitivo e, quindi di un’attenta conoscenza delle criticità dello stesso.
Tizi (M5S), integrando l’illustrazione, ha rilevato che in tempi recenti sono emersi fatti nuovi tramite articoli giornalistici: il riferimento è alle criticità espresse sul progetto da parte dei tecnici comunali. Tenuto conto che, nonostante le criticità segnalate, il Comune ha comunque espresso parere positivo sull’opera, ciò ha condotto a due diverse interrogazioni di Pavanelli in Parlamento e di Tizi in Comune.
Altra perplessità della capogruppo riguarda il potenziale sovrapporsi dei lavori su rampe e Metrobus, con conseguente blocco della città.
Sotto quest’ultimo profilo la presidente Casaioli ha chiarito che non ci saranno sovrapposizioni perché i lavori del Brt dovranno terminare entro il 2024.
Rispondendo ai quesiti posti nell’odg, l’ing. Luigi Micheli di Anas ha chiarito innanzitutto che il progetto del nodo (legge obiettivo) segue una procedura diversa rispetto a quella delle rampe (ordinaria).
Entrando nel dettaglio dei quesiti, ha spiegato che la procedura espropriativa sta seguendo l’iter previsto dalla legge: al momento si è in attesa di approvazione del progetto dal Cipes cui seguirà il finanziamento. La conferenza di servizi che successivamente verrà indetta sarà sede adeguata per valutare tutte le osservazioni che gli interessati intenderanno presentare.
Sul tema del rumore, ha riferito che Anas effettuerà tutte le misurazioni di legge prima, durante e dopo i lavori; a tal proposito occorre ricordare che solo sul progetto di Ponte San Giovanni sono previste barriere antirumore per 4km che si integreranno con quelle previste nel progetto nodo di Perugia.
Ansa Ornari e bosco a Farnetto: si tratta di zone speciali per le quali è stata attivata la procedura per la Vinca presso il ministero competente (Mase). La regione sul punto ha già espresso parere positivo all’intervento, ma tutto confluirà nel parere finale del ministero.
Per la strada dell’Ospedalone, la realizzazione della galleria artificiale prevede una riprofilatura pedonale sull’attuale sedime ed una variante che garantirà il collegamento.
Nibbi, confutando il punto della relazione di Anas dove si sostiene che il nodino non porterà benefici al traffico sul raccordo, ha spiegato che tale affermazione è ovvia trattandosi di variante relativa ad un’altra strada. Per determinare tali benefici, infatti, sarebbe necessario completare il nodo anche per il secondo tratto auspicandone l’utilizzo da parte degli abitanti di Perugia. Proprio in merito al tratto Madonna del Piano-Corciano, Nibbi ha spiegato che tale ipotesi non è sparita, ma rientra semplicemente in un altro progetto: qui sono stati reperiti finanziamenti solo per alcuni interventi.
Il dibattito è stato completato dagli interventi di Luigi Ercolani Presidente del comitato “Chi salverà Ponte San Giovanni” e di Simonetta Cianetti Presidente del Comitato “sciogliamo il nodo”.
Il primo ha sostenuto che il progetto relativo al raddoppio delle rampe ancora non è noto dal punto di vista tecnico ed ha auspicato sul punto un coinvolgimento dei cittadini. In senso generale ha sostenuto l’essenzialità di procedere con la realizzazione del nodo di Perugia rispetto al raddoppio delle rampe, in quanto quest’ultimo rischia solamente di spostare il problema del traffico di qualche centinaio di metri sul raccordo Perugia-Bettolle senza risolvere i problemi attuali, oltre che ingenerare fortissime criticità per Ponte San Giovanni durante la vigenza del cantiere.
Ha quindi sollecitato Anas a valutare l’ipotesi di utilizzare parte dei 41 milioni previsti per il raddoppio su altre opere più urgenti, come barriere antirumore, riorganizzazione svincoli, segnaletica ecc.
Di parere opposto invece Simonetta Cianetti che ha condiviso molte delle considerazioni spiegate da Croce, Tizi e Maddoli nell’odg, evidenziando le numerose criticità connesse alla realizzazione dell’opera denominata “nodino” o “nodo” a seconda delle versioni.
Le principali riguardano il riconoscimento da parte della stessa anas, all’interno degli studi, dell’inutilità dell’opera al fine di mitigare il traffico sulla Perugia-Bettolle, i significativi impatti dal punto di vista ambientale che la strada avrebbe anche a causa della necessità di realizzare una galleria (con ausilio della detonazione) in zona di pregio e con eliminazione della strada che conduce al Borgo, modificando in maniera sostanziale il profilo della collina. Sotto questo profilo Cianetti ha ricordato che sono state numerose le prescrizioni e criticità evidenziate nei pareri dai tecnici di Comune e Provincia.
Infine la presidente ha posto l’accento sulla insostenibilità del progetto per la realizzazione del secondo tratto del nodo (Madonna del Piano-Corciano), quantificabile in circa 2 miliardi di euro (era un miliardo già nel 2006).
L’odg verrà approfondito nella prossima seduta alla presenza dei rappresentanti della Regione.