La III commissione urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, nel corso della mattinata del 14 dicembre ha effettuato un sopralluogo presso l’istituto zooprofilattico sperimentale dell’Umbria e delle Marche “Togo Rosati”, in via Gaetano Salvemini, n°1.
La visita è legata all’esame della petizione presentata ai sensi dello Statuto e del “Regolamento per la disciplina delle forme di partecipazione popolare all’ Amministrazione Comunale del Comune di Perugia su : Polo strategico Istituto Zooprofilattico Umbria Marche “ Togo Rosati” in progetto a Lidarno ( PG): quale futuro e quali garanzie per la salute umana e degli animali? e dell’ordine del giorno presentato dal Consigliere Comunale Fabrizio Croce del Gruppo Consiliare Idee Persone Perugia, su” “Destinazione d’uso e livelli di sicurezza del Biolaboratorio che verrà realizzato a Lidarno, in un’area ceduta dal Comune e maggiori informazioni sul progetto ed, in generale, sulle attività sperimentali svolte dall’Istituto Zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche”.
I consiglieri, presenti nella struttura come detto dalla presidente Casaioli con l’obiettivo di proseguire l’utile confronto avviato con l’istituto, sono stati accolti in sala riunioni dal direttore generale dell’Izsum Vincenzo Caputo e dal direttore sanitario Giovanni Pezzotti. Poi, in piccoli gruppi, i consiglieri sono andati in visita ai vari reparti dell’istituto accompagnati dai relativi responsabili.
Gli istituti zooprofilattici, ha ricordato il direttore sanitario Pezzotti, sono 10 in tutta Italia con oltre 90 sedi sparse in molteplici città del Paese. L’Izsum di Perugia nasce nel 1936, almeno come idea sviluppatasi in seno all’allora Consiglio dell’Economia (attuale Camera di Commercio) ed all’Università degli Studi di Perugia, ma le pratiche costitutive dell’Ente si completano solo nel 1939, quando il Ministero dell’Interno approva lo Statuto dell’allora “Stazione Sperimentale Zooprofilattica” dell’Umbria. Solo con la legge 23 giugno 1970, n. 503 la Stazione Sperimentale Zooprofilattica dell’Umbria si trasforma in Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche, acquisendo nella propria giurisdizione anche il territorio della provincia di Ascoli Piceno. Diviene in tal modo Ente sanitario di diritto pubblico, inserito nel contesto del servizio sanitario nazionale e sottoposto alla vigilanza del Ministero della Sanità, che ne coordina il funzionamento attraverso le Regioni.
L’ Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche opera nell’ambito del servizio sanitario nazionale, garantendo al sistema veterinario delle Regioni Umbria e Marche le prestazioni e la collaborazione tecnico-scientifica necessarie per l’espletamento delle funzioni in materia di igiene e sanità pubblica veterinaria.
L’istituto è oggi centro di referenza a livello nazionale (e dunque centro di eccellenza) per lo studio delle malattie da pestivirus e asfivirus (peste suina africana e classica solo per citare le più note), per lo studio dei retrovirus correlati alle patologie infettive dei ruminanti, per il controllo microbiologico e chimico dei molluschi bivalvi vivi (ad Ancona) e per la rinotracheite infettiva del bovino.
Nel campo dell’igiene degli alimenti, l’Izsum costituisce un importante punto di riferimento e di supporto tecnico-scientifico per le strutture, pubbliche e private, che si occupano di controllo, ma anche di autocontrollo, finalizzando il suo intervento alla tutela igienico-sanitaria delle produzioni ed allo sviluppo del sistema produttivo agro-alimentare regionale e nazionale.
Compito dell’Istituto, inoltre, è svolgere attività di ricerca.
L’Izsum Umbria Marche, oltre alla sede centrale di Perugia, ha sezioni ad Ancona, Tolentino, Pesaro, Fermo e Terni.
Nel corso dell’illustrazione è stato spiegato che il progetto per il trasferimento di larga parte dell’istituto presso il nuovo centro di Lidarno consentirà di aumentare notevolmente tutte le procedure e standard di sicurezza visto che laboratori ed uffici passeranno in una struttura costruita ad hoc con le più recenti tecniche abbandonando i locali, ormai datati, presenti oggi in via Salvemini. Qui è prevista la permanenza di un presidio con le sezioni della chimica e della sicurezza alimentare, essendo ad impatto basso, e con l’ipotesi di creare un centro di formazione.
I dirigenti dell’Izsum hanno confermato che l’istituto rappresenta un luogo di altissima specializzazione che si punta a valorizzare ulteriormente con il progetto di Lidarno.