La IV commissione, presieduta da Michele Cesaro, ha espresso parere favorevole all’unanimità sulla proposta di deliberazione consiliare finalizzata ad approvare un accordo di programma con la Zona sociale n. 3 per la gestione di un progetto finanziato nell’ambito del Pnrr, Missione 5 “Inclusione e coesione”, Componente 2 “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”, sotto-componente 1 “Servi Sociali, disabilità e marginalità sociale”, Investimento 1.1, Sub-investimento 1.1.4 “Rafforzamento dei Servizi Sociali e prevenzione del fenomeno del burn out tra gli operatori sociali”.
L’accordo è già stato approvato a luglio dal Comune di Assisi in qualità di capofila della Zona Sociale n. 3 (che include anche Bastia Umbra, Bettona, Cannara e Valfabbrica).
L’atto è stato illustrato dall’assessore alle politiche sociali, Edi Cicchi, e dalla dirigente dell’Unità operativa Servizi sociali, Elisa Granocchia.
Granocchia ha ricordato che il Comune, nell’ambito delle politiche sociali, ha presentato quattro progettualità a valere sui fondi del Pnrr, tra cui quella riferita alla linea di finanziamento 1.1.4, relativa alla supervisione per gli operatori che lavorano in ambito sociale. Tale attività riguarda la prevenzione del fenomeno del burn out a cui possono andare incontro gli operatori sociali (assistenti sociali ed educatori professionali) che lavorano sul territorio a diretto contatto con le problematiche e i disagi dei cittadini. Gli operatori, secondo la dirigente, sperimentano un carico di lavoro significativo (cresce in particolare il coinvolgimento sul fronte della tutela dei minori) e diventano talvolta oggetto di insulti e attacchi che sfociano a volte in veri e propri atti aggressivi. C’è quindi la necessità di garantire uno spazio lavorativo e professionale che affronti il carico proveniente dalla relazione con persone in stato di bisogno. Se di supervisione degli operatori si parla da anni, grazie alle risorse del Pnrr si profila una grande opportunità: lo stress lavorativo ha infatti una ricaduta anche sul piano personale e sulla qualità del lavoro stesso. Su impulso di Regione e Anci, si è optato per una progettualità condivisa tra zone sociali. Quella composta dai Comuni di Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Cannara e Valfabbrica, con Assisi capofila, è stata abbinata alla zona sociale 2 (Perugia, Torgiano e Corciano).
Nella proposta di deliberazione consiliare si specifica che il progetto che vede il Comune di Perugia, capofila della Zona sociale n. 2 (ente proponente), e il Comune di Assisi, capofila della Zona sociale n. 3 (ente partner) è stato ammesso a finanziamento per 209.996 euro.
L’assessore Cicchi ha confermato l’opportunità di intraprendere un percorso di supervisione per gli operatori: il servizio sociale, infatti, ha sempre avuto bisogno di un confronto anche con esperti per rileggere il proprio lavoro e dare risposte ai cittadini. La situazione attuale, peraltro, per Cicchi è molto compromessa a causa di quanto avvenuto negli ultimi anni, dal Covid alla guerra. Più in generale, l’assessore ha notato che le misure adottate spesso sono standardizzate e non tengono conto della particolarità delle singole situazioni. Di fronte a queste misure, a cui non fa seguito la possibilità di dare risposte personalizzate, l’assistente sociale si trova in prima linea a fronteggiare le numerose richieste dei cittadini. Con la logica dei bonus, in particolare, ad accedere ai benefici previsti sono più o meno sempre gli stessi soggetti (in base a requisiti oggettivi come Isee e numero dei figli a carico). L’assessore ha ricordato che, nel caso della carta “Dedicata a te”, l’Inps ha identificato circa 8mila nuclei che soddisfano i requisiti stabiliti con decreto ministeriale; tuttavia possono beneficiarne concretamente solo 1.788 e ciò ha comportato richieste di spiegazioni.
Elena Ranfa (Pd) si è detta d’accordo sull’importanza della supervisione e sulla progettualità intrapresa. Il Covid ha infatti accentuato le fragilità esistenti e innescato nuove problematiche, sicché gli operatori, che si interfacciano direttamente con chi vive situazioni di disagio, vanno sostenuti per consentire loro di svolgere al meglio il servizio.
Su richiesta di Gino Puletti (Progetto Perugia), Granocchia ha specificato che la supervisione prevista sarà di tre tipi: dedicata agli assistenti sociali, alle équipe multiprofessionali e individuale. Lo stesso Piano nazionale sociale ha previsto tale attività come un livello essenziale della prestazione sociale, quindi dopo il 2026, cioè una volta esaurito l’orizzonte temporale del Pnrr, potrà essere garantita una continuità grazie ai finanziamenti previsti nel Fondo Nazionale Politiche Sociali.