La IV commissione, presieduta da Michele Cesaro, ha approvato con 9 voti favorevoli e 3 astenuti l’ordine del giorno presentato dal gruppo Tesei Presidente per l’Umbria, composto dalle consigliere Francesca Vittoria Renda e Maria Cristina Morbello, avente ad oggetto: “Istituzione di una commissione permanente sulla disabilità e i disagi giovanili”.
Hanno partecipato alla seduta l’assessore alle politiche sociali Edi Cicchi, l’assessore allo sport Clara Pastorelli e Paola Fioroni vicepresidente dell’assemblea legislativa della Regione Umbria e presidente dell’Osservatorio regionale disabilità.
In apertura, Renda ha presentato un emendamento al testo, già illustrato in una precedente seduta, in base a cui la denominazione “commissione permanente” si sostituisce con “commissione speciale”.
La definizione di disabilità – si legge nell’atto illustrato da Renda – nel tempo ha conosciuto una sostanziale trasformazione non potendo oggi più essere trattata solo come un problema medico. Il paradigma universalmente applicato è ormai il cosiddetto “modello sociale della disabilità”, secondo il quale essa è il risultato di un’interazione tra il livello di limitazione individuale (fisica o sensoriale o cognitiva) e il contesto di vita. La disabilità, dunque, è in gran parte conseguenza di fattori sociali. In questo periodo storico anche il fenomeno del disagio giovanile è un tema di straordinaria attualità in Italia così come in Europa.
I dati che emergono dal primo rapporto dedicato alla disabilità in Italia, pubblicato dall’Istat nel 2019, testimoniano come tale condizione riguarda un significativo numero di individui: sono 3,1 milioni le persone disabili nel nostro Paese, pari al 5,2% della popolazione, e di queste 1,5 milioni, circa la metà del totale, hanno più di 75 anni. Se a questo numero si aggiungono le persone che dichiarano di avere limitazioni non gravi, il numero di persone con disabilità in Italia sale a 12,8 milioni, circa il 21,3% della popolazione totale.
Anche sul fronte del disagio giovanile si registrano numeri in decisa crescita e il rapporto Istat 2021 conferma le crescenti difficoltà psicologiche dei più giovani nell’attuale periodo storico con un aumento significativo della percentuale di adolescenti insoddisfatti e con un basso punteggio di salute mentale (dal 3,2% del totale nel 2019 al 6,2% nel 2021).
Dal rapporto Istat emerge come a pagare in maggior misura il periodo della pandemia siano stati i più giovani, con circa 220mila ragazzi tra i 14 e i 19 anni che si dichiarano insoddisfatti della propria vita e si trovano, allo stesso tempo, in una condizione di scarso benessere psicologico.
In tale contesto, secondo il rapporto è diminuita in modo tangibile anche la soddisfazione per le relazioni con gli amici, mentre è aumentato tra i ragazzi tra i 14 e i 17 anni il consumo di alcol, droghe e fenomeni quali bullismo, violenza e vandalismo a opera di giovanissimi.
Risulta sempre più urgente – prosegue l’odg – agire sulle cause strutturali delle disuguaglianze creando le condizioni per cui le persone disabili abbiano la possibilità di esercitare i propri diritti di cittadini. Obiettivo ampiamente condiviso deve essere quello di costruire e promuovere una società realmente accessibile e inclusiva che guardi la realtà con gli occhi delle persone disabili e riesca a far proprie le loro esigenze nei vari ambiti. Un approccio sancito anche dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, che all’art. 4 afferma che gli Stati si impegnano a garantire e promuovere la piena realizzazione di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali senza discriminazioni di alcun tipo sulla base della disabilità.
Anche per il fenomeno del disagio giovanile occorre trovare soluzioni idonee. Tale tematica non può più definirsi emergenziale: servono risposte organizzate e tempestive per intervenire sulla sofferenza dei ragazzi prima che questa assuma forme più conclamate e invalidanti.
L’odg ricorda che organi istituzionali dedicati alla trattazione di queste tematiche sono già presenti in altre realtà quali, solo per citarne alcune, Sassari e Bologna.
Ciò premesso, l’atto impegna sindaco e giunta ad adoperarsi affinché sia costituita una commissione consiliare speciale dedicata al tema della disabilità e del disagio giovanile e con compiti di iniziativa e di proposta con riferimento a qualsiasi intervento volto a promuovere la tutela e l’integrazione dei disabili e la trattazione del problema del disagio giovanile.
Paola Fioroni ha parlato del ruolo dell’Osservatorio regionale istituito in funzione della Convenzione Onu recepita in Italia nel 2009. La Regione Umbria nel 2013 è stata una delle prime a fare questo passo. L’Osservatorio conta circa 100 partecipanti divisi in gruppi di lavoro che si occupano di fotografare, valutare e soprattutto evidenziare il gap esistente tra la condizione delle persone con disabilità e i diritti previsti dalla Convenzione. Secondo Fioroni, questo è un momento in cui è particolarmente utile e importante parlare dei temi legati alla disabilità perché l’Italia, per rispettare la convenzione e per tenere conto delle sollecitazioni dell’Unione europea, si trova a dover attualizzare le normative adottate in passato. La presidente dell’Osservatorio ha in particolare ricordato la legge delega che prevede decreti attuativi entro marzo 2024. La convenzione Onu – ha sottolineato Fioroni – ha cambiato l’approccio alla disabilità. Essa non va intesa come malattia, ma come una condizione legata all’ambiente in cui vive la persona. Proprio tale ambiente deve essere reso inclusivo. Alla persona con disabilità va garantita l’attuazione di uno specifico progetto di vita; ciò significa valorizzare risorse e talenti individuali anziché limitarsi a calare dall’alto prestazioni e servizi. Il vero cardine per garantire i diritti, quindi, diventa il progetto di vita personalizzato. In virtù delle normative e delle forme di finanziamento esistenti, i servizi sono ancora parcellizzati mentre è tempo di affrontare la disabilità in maniera trasversale, considerando tutti gli ambiti che incidono sul progetto di vita (sociale, sanitario, sport, trasporti, viabilità, mobilità, ecc.).
Fioroni ha ricordato che persistono criticità, non solo a livello territoriale, legate ai dati. Per questo è stato fatto un progetto ad hoc con Punto Zero finalizzato alla creazione di una dashboard. Di certo, però, diversi elementi, dal Pnrr alla legge delega, spingono i sistemi regionali a incidere sull’ambiente e a rendere davvero esigibili diritti che altrimenti resterebbero sulla carta.
Cicchi ha confermato che il tema della disabilità non può riguardare solo l’amministrazione comunale o solo l’assessorato alle politiche sociali poiché si deve lavorare per garantire l’inclusività in tutti gli ambiti. L’assessorato, dal canto suo, mette in campo progetti di Vita indipendente e legati al “dopo di noi” propedeutici per far acquisire autonomia. La città deve quindi dare risposte a 360 gradi a chi è in grado di vivere autonomamente grazie ai percorsi di empowerment. L’esigenza di un organismo di confronto è condivisibile immaginando, in particolare, che ad esso partecipino tutti coloro che si occupano della città. Per arrivare all’accordo di programma sulla base del piano per la non autosufficienza, si attiva un tavolo con gli altri Comuni della zona sociale 2, con la Usl e anche con le rappresentanze delle persone con disabilità, ma la competenza è limitata al sociale. Una commissione come quella proposta dall’odg, invece, può essere l’occasione per sensibilizzare tutti gli assessorati a dare risposte concrete per attuare la convenzione Onu e assicurare a tutti il diritto a una vita completa.
Secondo Clara Pastorelli, l’odg presenta l’opportunità di una commissione che è forse tra le più importanti per approntare misure di aiuto ai giovani e per dare nuovo slancio agli investimenti per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Dopo l’inclusione nelle nostre scuole, c’è senz’altro quella nell’ambito sportivo. Su questo fronte molto è stato fatto, ma c’è ancora tanto da fare pensando all’adeguamento degli impianti alle normative sull’accessibilità. Molti impianti a gestione diretta sono stati attrezzati per consentire l’accesso alle persone con ridotta mobilità, mentre altre strutture restano da ammodernare. Bisogna quindi essere pronti a cogliere tutte le opportunità di finanziamento che si presentano per l’abbattimento delle barriere nell’impiantistica sportiva. Ciò sarà in parte possibile anche grazie alle risorse del Pnrr che il Comune è riuscito a intercettare. Resta importante un monitoraggio costante e il supporto di tutti attraverso una commissione. L’assessore ha quindi dato la massima disponibilità a collaborare.
Secondo il consigliere Massimo Pici (Perugia civica), la direzione è quella giusta. E’ però auspicabile un passaggio preliminare: individuare una serie di buone prassi, piccole azioni da mettere subito in atto per agevolare l’esistenza di molti. La prossima settimana sarà discusso un odg che persegue proprio tale fine.
Lucia Maddoli (IPP) ha ricordato che la questione è stata affrontata diverse volte in commissione grazie a odg presentati sia dalla maggioranza sia dall’opposizione perché è centrale rendere le città davvero inclusive e accessibili per tutti. La convenzione Onu ha riportato l’attenzione sull’ambiente da cui dipende il superamento delle limitazioni. Non a caso, in un precedente odg era stato chiesto alla giunta di attivarsi per sensibilizzare e formare i dipendenti proprio sulla convenzione. Maddoli ha poi espresso alcune perplessità sull’atto illustrato da Renda: da un lato, esso mette insieme due tematiche differenti e con caratteristiche peculiari e, dall’altro, una commissione “speciale” sembra ridondante vista la riconferma, avvenuta pochi giorni fa da parte del Consiglio comunale, del Forum per le politiche sulle disabilità tra gli organismi collegiali indispensabili. Il forum, istituito nel 2005, non è mai stato attivato. Maddoli ha ricordato che nel febbraio 2021 è stato chiesto di trasformarlo in un tavolo tra rappresentanti del Comune e delle associazioni per una programmazione delle politiche condivisa a monte. A suo avviso sarebbe quindi opportuno ripartire da questo organo già previsto e che aspetta di essere attivato.
Roberta Ricci (Lega) ha ricordato che la disabilità è una condizione in cui tutti si possono trovare anche in via momentanea e quindi una tematica centrale per ogni amministrazione; ha poi chiesto a che punto sia la Regione con l’applicazione delle normative sull’accesso ai servizi digitali della pubblica amministrazione da parte delle persone con disabilità.
Fioroni ha invitato a considerare il programma per la digitalizzazione che in Regione sta facendo il suo iter in commissione.
Nicola Volpi (gruppo misto) ha richiamato la delibera con cui il Consiglio si espresse a favore di una nuova figura professionale che sarebbe di grande aiuto per l’amministrazione: il disability manager. Per il consigliere non si può pensare di trattare certe tematiche senza il supporto di figure professionali ad hoc. Ha quindi chiesto a Fioroni quale sia la posizione della Regione.
La presidente dell’Osservatorio ha anzitutto precisato che il disability manager, distinto dal garante dei diritti, promuove azioni che permettono l’accessibilità e può avere un ruolo centrale. Alcune regioni hanno creato percorsi professionali e anche l’Osservatorio ha avviato con l’Università degli studi un confronto per dare vita a un percorso di formazione mirato.
Fabrizio Croce (IPP) ha riconosciuto i buoni propositi alla base dell’odg, ma ha rilevato una certa confusione dal punto di vista concettuale nell’accostamento tra la disabilità e il disagio giovanile. Si tratta di temi diversi da affrontare con competenze diverse. Inoltre, il Consiglio ha votato tra gli organismi indispensabili sia il Forum sia la Consulta dei giovani. Dopo aver ricordato la composizione e le funzioni del Forum, Croce ha affermato che si potrebbe attivare anche subito senza creare un altro organismo inutile.
Lorenzo Mattioni (Lega), auspicando l’approvazione dell’odg, ha affermato che da Perugia bisognerebbe anche lanciare un segnale all’attuale governo e a quelli futuri: il ministero che si occupa di disabilità è infatti senza portafoglio, mentre dovrebbe disporre di una propria struttura. Cambiare le cose a livello centrale servirebbe a rendere più efficaci i tanti sforzi che si fanno “dal basso”.
Renda ha ringraziato i colleghi, la presidente dell’Osservatorio Paola Fioroni e gli assessori Cicchi e Pastorelli per i contributi forniti. Ha in particolare concordato con Cicchi sul fatto che per contrastare la condizione della disabilità serve un pool e non basta un solo assessorato. Ha infine confermato la volontà di istituire una commissione; tale organismo si rapporterebbe poi anche con i rappresentanti del Forum.
Michele Cesaro ha notato che il dibattito ha fatto emergere una volta di più l’esigenza di allargare la riflessione a vari ambiti che coinvolgono più assessorati.
Elena Ranfa (Pd) ha concordato con Croce sull’esigenza di evitare commistione di temi.
Francesca Tizi (M5s), a prescindere dalle perplessità già espresse dall’opposizione, ha preannunciato un voto favorevole.
Vista l’importanza del tema, Maddoli dal canto suo ha annunciato l’astensione del gruppo Idee Persone Perugia malgrado le perplessità espresse.