La III commissione consiliare Urbanistica, presieduta da Cristiana Casaioli, ha espresso parere favorevole all’unanimità sulla proposta per il Consiglio comunale n. 10992 del 19/12/2023: “Approvazione del piano di eliminazione delle barriere architettoniche (P.E.B.A.) delle aree interessate dal progetto sicurezza e sviluppo per Fontivegge, Bellocchio, Madonna Alta”.
A illustrare l’atto sono stati l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia e il dirigente Franco Marini.
I Peba (piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche), introdotti dalla legge finanziaria 41 del 1986, sono gli strumenti pensati per monitorare, progettare e pianificare interventi finalizzati al raggiungimento, per tutti i cittadini, di una soglia ottimale di fruibilità degli edifici e spazi pubblici di interesse collettivo.
Entrando nel dettaglio, Scoccia ha ricordato che il Comune è impegnato nell’attuazione del Progetto Sicurezza e Sviluppo per Fontivegge, Bellocchio, Madonna Alta, finanziato con il bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, e che, fra gli interventi che rientrano nel suddetto progetto, è prevista anche la redazione del Peba finalizzato a migliorare la connessione delle aree territoriali interessate e a incrementarne l’accessibilità.
Visto l’obiettivo dell’Amministrazione di dotarsi di Peba riguardanti tutte le aree cittadine e tenuto conto, altresì, della complessità del territorio perugino, si è deciso d’intervenire per ambiti specifici e per fasi cominciando da aree problematiche come Fontivegge e Bellocchio. Tale esperienza pilota potrà successivamente trasformarsi in modello replicabile in altre zone fino ad individuare tutti gli ambiti territoriali del Comune.
Il piano rappresenta il presupposto degli interventi da adottare per eliminare le barriere; per questo è stato realizzato un censimento delle stesse, individuando le modalità per superarle e un’ipotesi dei costi. In sostanza, per ogni strada viene stimato il costo per renderla accessibile.
Il Peba era stato già presentato lo scorso 25 maggio in terza commissione alla presenza dei portatori d’interesse per valutare e, se del caso, recepire proposte di modifica. Nell’ambito dell’iter partecipativo è giunta un’osservazione da parte della Regione dell’Umbria, con cui il garante dei diritti delle persone con disabilità ha indicato criticità nella zona della stazione e di Madonna Alta per ciechi e ipovedenti (mancanza di percorsi tattilo-plantari, mancanza della sonorizzazione dei semafori, ecc.), cui è stata fornita specifica risposta.
In base al Peba, la spesa complessiva per i lavori di contenimento/superamento delle barriere fisiche e percettive esistenti nelle aree territoriali interessate dal “Piano Periferie” è di circa 1,7 milioni così ripartita: 362.763 euro circa per la manutenzione ordinaria; 1.179.446 euro circa per la manutenzione straordinaria; 225.295 euro per progetti specifici.
Nel bilancio di previsione 2024-2026 per attuare interventi previsti dal Peba sono stati stanziati 180mila euro.
È stato sentito in videocollegamento anche Leris Fantini, il professionista incaricato della redazione del piano.
Il Peba di Perugia – ha spiegato – nasce dal tema della rigenerazione urbana e anche dall’accoglimento di sollecitazioni giunte dalle associazioni, in particolare in relazione alle persone con problemi cognitivi e di autismo. Fantini, tuttavia, ha sottolineato che il piano non risponde solo alle necessità di persone con disabilità, ma a quelle dei cittadini di tutte le età, dai bambini agli anziani, e di chiunque frequenta la città. Esso – ha ancora spiegato l’esperto – vuole essere uno strumento per strutturare gli spazi urbani in funzione degli scenari futuri, tenuto conto, in particolare, che nel 2035 una persona su quattro sarà anziana e nel 2050 lo sarà una su tre. Il Peba, quindi, restituisce una fotografia della realtà indicando una serie di soluzioni dal punto di vista progettuale per eliminare le barriere architettoniche, concetto peraltro superato visto che ormai si parla di un nuovo obiettivo da perseguire: il “benessere ambientale”. Nel complesso sono state analizzate una cinquantina di vie e piazze individuando i possibili interventi per creare una rete di percorsi accessibili. In tal modo – ha sottolineato Fantini – il Peba porta a superare il metodo dispendioso e poco efficace degli interventi in emergenza e a macchia di leopardo.
Secondo il professionista, Perugia indicativamente rispecchia le condizioni di altre città e più della metà delle criticità possono essere risolte attraverso la manutenzione ordinaria e straordinaria. A suo avviso, infine, oltre che all’accessibilità pedonale, è necessario pensare anche ad altri temi, quali il trasporto pubblico locale e l’utilizzo di mezzi alternativi.
DIBATTITO
La consigliera Roberta Ricci ha ringraziato per la celerità del percorso con cui la giunta ha portato in votazione il Peba, dopo l’illustrazione fatta a maggio in commissione alla presenza anche delle associazioni e del garante per i diritti delle persone con disabilità. È positivo, a suo avviso, che con strumenti del genere si tenga conto di un concetto di disabilità aggiornato e in linea con la convenzione Onu e che siano state recepite alcune sollecitazioni delle associazioni e dei garante.
Fabrizio Croce (Idee Persone Perugia) ha invitato a concentrarsi sull’esigenza di attivare il forum relativo alla disabilità o un altro organismo di rappresentanza delle associazioni che possa in maniera ufficiale affiancare l’amministrazione in un processo che interesserà la città nei prossimi anni.
Erika Borghesi (Pd) ha espresso soddisfazione per la redazione del Peba, strumento che rende le città meno ostili e ne accresce il livello di civiltà prestando attenzione a tutte le categorie di cittadini. Il piano – ha proseguito Borghesi – considera percorsi per un complesso di 27 km in un comune che ha una estensione notevole, ciò in quanto rappresenta un punto di partenza da replicare in tutte le parti della città, sia compatta sia periferica. Tuttavia – ha rilevato -, a fronte di un valore complessivo del piano pari a circa 1,7 milioni, a bilancio sono stanziati solo 180mila euro. Secondo Borghesi, per dieci anni non si è intervenuti per eliminare criticità facilmente risolvibili con un controllo puntuale del territorio e adesso, presentando il Peba, ancora non si dà concretezza al cambiamento investendo risorse con un importo dignitoso.
Nicola Paciotti (Pd), ringraziando gli uffici tecnici e Fantini per il lavoro svolto, ha rilevato, come Croce, la “nota dolente” del mancato coinvolgimento di associazioni e professionisti attraverso opportuni strumenti partecipativi e, come Borghesi, ha sollecitato un investimento consistente per attuare gli interventi previsti affinché non restino solo sulla carta.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha salutato con favore uno strumento che sottende un nuovo approccio in materia di progettazione (“per le persone e non per le norme”) di cui l’amministrazione, insieme agli ordini professionali, dovrebbe farsi promotrice al fine di orientare anche gli interventi privati. Il consigliere ha poi condiviso il suggerimento di Fantini relativo allo sviluppo di una mobilità alternativa basata su mezzi leggeri che potrebbe dar vita anche a un’attività economica collaterale.
Secondo Michele Cesaro (FI), l’amministrazione ha fatto uno sforzo enorme per innescare un processo volto a superare nel minor tempo possibile i ritardi accumulati negli anni. Se alcuni esponenti dell’opposizione lamentano che il Peba ora interessa solo una piccola parte della città, Cesaro ha affermato che i grandi progetti richiedono sempre uno sviluppo per tappe e, finalmente, è stato fatto un grande passo in avanti.
Anche Lucia Maddoli (Idee Persone Perugia) ha espresso apprezzamento per il lavoro degli uffici e del professionista esterno, ma ha chiesto all’amministrazione di dare un segno concreto del cambio di passo. Le risorse stanziate per il triennio anche a suo avviso, infatti, sono deludenti rispetto all’importanza dello strumento programmatorio che si chiede al Consiglio di adottare. Come altri consiglieri di minoranza, Maddoli è inoltre favorevole all’attivazione di un tavolo di concertazione e di dialogo con le associazioni che si occupano di disabilità per rendere strutturata la partecipazione a monte degli interventi. A suo avviso, ad ogni modo, la presentazione del Peba stride con le carenze della stazione di Fontivegge sul fronte dell’accessibilità e l’amministrazione dovrebbe fare pressione sui soggetti competenti per risolverle.
L’assessore Scoccia, rispondendo ai consiglieri, ha ricordato che il Peba è stato integrato alla luce di quanto emerso dall’iter partecipativo e che nella prossima Agenda urbana, le cui risorse saranno concentrate su San Sisto, ci sarà un finanziamento per un altro piano finalizzato alla eliminazione delle barriere architettoniche. Scoccia ha precisato che le attuali esigenze di intervento dipendono dalle modalità di progettazione seguite per un tempo estremamente lungo; pertanto, non si può prescindere da una programmazione a lungo termine individuando tutte le possibili fonti di investimento e ragionando in termini di cooperazione tra pubblico e privato e tra diversi enti.