La III commissione, presieduta da Cristiana Casaioli, ha avviato la discussione dell’odg presentato dal gruppo del Partito democratico in materia di energia sostenibile. L’atto riporta una serie di proposte per il Comune di Perugia.
Sul tema dell’energia – ha premesso il capogruppo del Pd, Sarah Bistocchi, illustrando l’atto – è opportuno parlare di “sostenibilità coniugata”, superando l’antagonismo tra tutela ambientale e dei beni culturali, obiettivi di crescita economica e inclusione sociale. L’attuale crisi dei mercati energetici – ha proseguito la consigliera – ricorda che la sostenibilità economica è il driver principale dello sviluppo del sistema energetico; tuttavia, la corretta lettura di quest’aspetto viene spesso distorta da meccanismi speculativi che purtroppo il cittadino si trova a subire in maniera passiva.
In questi mesi – si legge ancora nell’odg – più che mai ci troviamo a pagare il conto salato di una azione locale su questi temi poco efficace. I cittadini vanno non solamente sensibilizzati ma coinvolti nell’evoluzione di un sistema energetico resiliente sostituendo il termine “accettazione sociale”, spesso usato nei confronti dei grandi impianti calati dall’alto nel territorio, con il termine “partecipazione sociale”, poco declinato localmente nell’ottica della produzione di energia distribuita sul territorio. L’azione del Comune di Perugia, ora più che mai, deve quindi accompagnare con efficacia le iniziative di sfruttamento delle risorse territoriali rinnovabili che devono essere preferite (o comunque devono affiancare in maniera concreta) le grandi iniziative di produzione di energia più centralizzata.
L’odg dà atto che l’evoluzione degli incentivi per le fonti energetiche rinnovabili vede al centro il concetto di “comunità energetica”, cioè una comunità di cittadini, imprese e istituzioni finalizzata alla condivisione di energia, alla riduzione dei costi e alla lotta alla povertà energetica. Molti Comuni umbri (come ad esempio Castiglione del Lago e Narni) hanno promosso la conoscenza e la nascita di “comunità energetiche”, offrendo un servizio importante ai cittadini e alle imprese e prevedendo anche un ruolo di partecipazione diretta delle istituzioni con la messa a disposizione degli spazi comunali.
Le due fonti rinnovabili ora da preferire per il nostro territorio – sostiene l’odg – sono il fotovoltaico e l’idroelettrico perché, rispetto ad altre fonti, sono sistemi di produzione meglio frazionabili che si prestano ad essere impiegati in maniera distribuita con tecnologie ad alta efficienza.
Secondo il gruppo del Pd, occorre agire su un piano tecnico, con proposte concrete e fattive, e sul piano dei servizi, andando ad assistere il cittadino sempre più abbandonato in balia di iniziative private.
La proposta tecnica prevede i seguenti interventi:
- promuovere tramite dibattito pubblico e iniziative progettuali la nascita di comunità energetiche nel comune di Perugia, considerando anche la partecipazione del Comune alle stesse, con l’intento di ridurre i costi energetici sia di privati, cittadini e imprese sia dell’amministrazione stessa;
- incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni delle aree industriali; esistono infatti numerose aree con capannoni spesso inutilizzati e tetti disponibili per essere impiegati nella produzione di energia elettrica mediante pannelli fotovoltaici. In proposito l’odg riporta i seguenti dati:
Area Industriale | Superficie sfruttabile (mq) | Produzione elettrica (MWh/anno) |
Ponte Felcino – Ponte Valleceppi | 324000 | 27771,4 |
P.S. Giovanni – Loggi | 504000 | 43200,0 |
Sant’Andrea delle Fratte | 520000 | 44571,4 |
Le superfici individuate per le tre aree industriali sarebbero in grado di coprire il fabbisogno di energia elettrica di oltre 20mila abitanti, e potrebbero, da sole, andare a raddoppiare la potenza fotovoltaica installata sul territorio comunale. Per incentivare queste iniziative si potrebbe prevedere uno sconto sulle imposte comunali a chi concede la disponibilità delle superfici dei tetti.
- Definire regole chiare per il recepimento delle ultime disposizioni legislative nazionali, al fine di poter fornire al cittadino un quadro certo sul tipo di autorizzazioni necessarie per la realizzazione di impianti fotovoltaici e di solare termico ad uso domestico. In particolare, dare risposta certa nell’eventualità in cui l’installazione si possa configurare come manutenzione straordinaria e quindi attività di edilizia libera, per poter agevolare la rapida diffusione dell’autoproduzione di energia elettrica. In quest’ottica il Comune di Perugia si troverà ad assistere il cittadino come parte attiva andando anche a suggerire la diversificazione degli approvvigionamenti.
- Definire la realizzazione di punti di ricarica per auto elettriche nei principali parcheggi del centro storico. Purtroppo i cittadini del centro storico non possono godere dei vantaggi dell’auto-produzione di energia elettrica e trovano anche notevoli difficoltà nell’usufruire dei nuovi sistemi di mobilità sostenibile elettrica a causa della carenza di garage o parcheggi attrezzati con punti di ricarica. Sui parcheggi del centro storico occorre anche valutate la possibilità di realizzare coperture fotovoltaiche per l’autoproduzione.
- Sfruttare i piccoli salti idroelettrici lungo l’asta del fiume Tevere, iniziativa che si concilia bene con i lavori di risistemazione del fiume e con il miglioramento dei sistemi di controllo delle piene e dei fenomeni di precipitazioni eccezionali.
- Istituire un gruppo di lavoro per illustrare ai cittadini e alle imprese le procedure relative all’istallazione di impianti fotovoltaici in tutto il territorio. Il gruppo di lavoro dovrà farsi carico, visto il momento di crisi energetica, di procedere ad una eventuale istruttoria tecnico-amministrativa e paesaggistica nel caso sia necessaria per la realizzazione degli impianti fotovoltaici.
Sul piano dei servizi la proposta descritta nell’odg prevede di istituire un servizio di “counselling energetico” al cittadino che possa fornire una reale assistenza:
- sul piano tecnico, mettendo a disposizione le informazioni tecniche necessarie alla definizione del tipo di intervento di produzione distribuita più opportuno per le varie zone urbane;
- sul piano legale/amministrativo, assistendo fattivamente il cittadino pressato dalle iniziative private e stimolando l’aggregazione nella forma di “associazione di consumatori” o di “comunità energetiche”.
Queste attività dovrebbero essere interpretate come un’azione di breve termine volta non solo a contrastare l’attuale crisi dei mercati energetici, ma anche a preparare il territorio alla diffusione del modello virtuoso delle “Comunità Energetiche Rinnovabili” e delle “Comunità Energetiche di Cittadini”, partendo concretamente dallo sviluppo di comunità energetiche di singoli nuclei familiari o di condomini.
L’odg intende quindi impegnare sindaco e giunta ad affrontare le tematiche citate e a valutare e accogliere le proposte descritte, tenendo conto che l’argomento dell’energia sostenibile non può non rientrare tra le priorità delle agende politiche dei governi anche locali.
Si sono quindi svolte le prime audizioni con la partecipazione dell’assessore Gabriele Giottoli e del dirigente dell’area Governo del territorio e Smart City del Comune di Perugia, Gabriele De Micheli.
Il dirigente ha riferito quanto fatto dal Comune sul tema energetico. In particolare, l’ente si è dotato di un Piano energetico ambientale comunale che riprende gli obiettivi nazionali e li trasforma in azioni possibili sul territorio. Il piano è stato diffuso tra i comuni più piccoli attraverso un progetto europeo (Life Musae) che prevedeva anche l’istituzione di sportelli energetici (con validità fino al 2015). Successivamente, il Comune ha aderito al Patto dei sindaci e ora è in corso di redazione il Paesc (Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima): gli uffici stanno valutando quanto elaborato dalla società di consulenza affidataria e il documento definitivo sarà partecipato entro il 2023. Il Paesc conterrà gli obiettivi aggiornati, i risultati raggiunti e le possibili azioni da intraprendere. Quanto alle fonti rinnovabili, sono 15 gli impianti realizzati su edifici comunali, per lo più con fondi europei; la potenza installata è significativa (superiore al megawatt di picco). Finora tutti gli impianti sono realizzati sulle coperture di edifici senza consumo di suolo. Anche tutti i progetti per nuove scuole ed edifici prevedono impianti fotovoltaici in copertura. Attraverso i regolamenti edilizi, inoltre, il Comune ha cercato di orientare chi realizza opere private verso il solare fotovoltaico e termico. Il progetto Pinqua per Ponte San Giovanni, peraltro, prevede una comunità energetica e i lavori per l’installazione del fotovoltaico sulla scuola e sul Centro civico iniziano proprio questo mese. La giunta ha approvato un accordo da sottoscrivere con Arpa Umbria e Università degli studi per realizzare una comunità energetica rinnovabile a San Sisto; un altro con Gesenu riguarda invece Ponte Felcino.
Quanto alle comunità energetiche, introdotte da un decreto legislativo del novembre 2021, ci sono limitazioni che andrebbero corrette e superate. In particolare, ancora si può agire solo per cabina di distribuzione anziché per stazione, quindi si può lavorare per lo più all’interno di un condominio senza poter operare un più ampio coinvolgimento. Vista la delibera del Consiglio comunale che aveva chiesto uno studio delle potenzialità del territorio con particolare riferimento all’area di Sant’Andrea delle Fratte, sono stati estrapolati i seguenti dati: è di 576mila mq la superficie potenzialmente disponibile per l’installazione di pannelli fotovoltaici, che risultano già realizzati per 40mila mq; residua quindi una superficie di 536mila mq, dato simile a quello rappresentato nell’odg.
Tra le altre fonti di energia rinnovabile valutate dall’ufficio c’è poi l’idroelettrico, realizzabile però solo a Pretola sfruttando la presenza di una vecchia chiusa su terreni di proprietà del Comune. Il “salto” è tuttavia modesto e sussistono vincoli ambientali: si potrebbe realizzare una centrale con una produzione al massimo di 600 kilowatt, non grande, quindi, quanto quelle di Ponte San Giovanni e Villa Pitignano. Il progetto è interessante perché, rispetto al fotovoltaico, si produrrebbe energia anche di notte. A Pretola è quindi valutabile una comunità energetica collegata a una centrale idroelettrica capace di servire all’incirca quel territorio. Al tempo della redazione del primo Peac (2005-2006) era stata fatta un’ipotesi di eolico su due siti ventosi: Pietramelina (dove, però, i valori di vento non apparivano utili) e Monte Tezio. A seguito delle forti proteste emerse per gli approfondimenti avviati in questa seconda zona, lo studio fu abbandonato. Si potrebbe tornare a riflettere su tale ipotesi anche alla luce delle esperienze fatte in altri territori come Fossato di Vico e Gubbio.
L’assessore Giottoli si è espresso in termini positivi riguardo la discussione aperta dall’odg, utile per fare il punto sulla situazione normativa e su quanto fatto dal Comune. Si è detto soddisfatto per quanto realizzato sul fronte delle infrastrutture e degli impianti. Quanto alle comunità energetiche, ha invece evidenziato un limite legato a una lacuna normativa legata alla mancata adozione di un decreto. Nonostante i 2,2 miliardi di euro stanziati dal Pnrr per l’Italia proprio per l’incentivazione di tali comunità, al momento si va solo nella direzione dell’autoconsumo perché manca una norma che permetta di sviluppare il business plan delle comunità energetiche valorizzando la rivendita di energia da fonti rinnovabili. Quindi, l’idea resta interessante, si auspica trovi attuazione con i finanziamenti a disposizione, ma attualmente si scontra con oggettive limitazioni. Giottoli ha anche notato che al momento i Comuni, a parte azioni di sensibilizzazione, non hanno strumenti per incentivare in concreto i privati a installare il fotovoltaico sulle coperture dei capannoni. Un altro problema oggettivo è che i pannelli solari oggi hanno un costo di gran lunga superiore a quello di dieci anni fa. Riguardo l’eolico a Monte Tezio, dopo le accese polemiche del passato, andrebbe aperto un ragionamento senza preconcetti, basato su dati precisi e coinvolgendo tutta la città per valutare serenamente i pro e i contro.
Michele Cesaro (FI) ha detto che grazie all’odg si affronta “un argomento centrale per la vita dei cittadini e su cui c’è ancora tantissimo da fare”. Pensando alle forti reazioni del periodo in cui si parlò per la prima volta di eolico – ha rilevato – il mondo nel frattempo è cambiato. La forte crisi energetica ha costretto numerose aziende a cambiare il proprio ciclo produttivo per ridurre i consumi energetici e non morire. Come sempre, però, secondo Cesaro dalle grandi crisi può scaturire un processo di rilancio. In tale contesto la politica, in modo trasversale e coeso, può fare scelte radicali e decisive per la vita delle comunità ed è anche chiamata ad avere la forza di affrontare l’opinione pubblica. Il consigliere ha suggerito modifiche al testo dell’odg. Se il fotovoltaico come fonte rinnovabile è importante, ve ne sono infatti anche altre da considerare, come le biomasse e l’eolico. Cesaro ha anche ricordato che la Regione Umbria ha emanato il regolamento n. 4 del 2022 che punta a restringere l’utilizzo di superfici agricole per l’installazione di campi fotovoltaici sul presupposto che l’Umbria non possa, per motivi energetici, depauperare una risorsa preziosa come il suo paesaggio. Tuttavia, il regolamento giustamente prevede una fattispecie ben definita come eccezione (in sostanza, per le aree agricole i limiti per l’installazione del fotovoltaico sono reali ma diventano inesistenti quando l’energia del campo fotovoltaico è utilizzato per l’autoconsumo). In generale, ai soggetti interessati alla produzione di energia tramite fonti rinnovabili è necessario garantire risposte celeri e certe attraverso processi trasparenti nell’interesse anche dell’economia locale.
Marko Hormis (Pd) ha rivolto alcune domande agli ospiti, in particolare in merito al ruolo dei Comuni per la nascita delle comunità energetiche. A suo avviso, ad ogni modo, è necessario essere pronti con una mappa di città, cittadini informati e soggetti che abbiano già individuato la possibilità di fare comunità e business.
Giottoli ha ribadito che attualmente è complesso definire un business plan per lo sviluppo di una comunità energetica perché mancano dei parametri definiti dalla normativa. Da parte di cittadini, imprese e associazioni di quartiere c’è comunque interesse sul tema e, a suo avviso, i Comuni sono pronti alla sfida.
De Micheli ha confermato che gli uffici seguono la tematica molto da vicino.
In conclusione, Bistocchi ha ritenuto la discussione positiva e che sussistano i presupposti per un’ampia convergenza.