La I commissione, presieduta da Michele Nannarone, con l’ausilio tecnico del dirigente dell’Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione, Emilio Buchicchio, ha proseguito la discussione delle modifiche da apportare al regolamento della Consulta dei consumatori e degli utenti.
Sono state anzitutto comunicate ai commissari le osservazioni pervenute da due associazioni dei consumatori (Movimento difesa del cittadino e Unione nazionale consumatori) sulla bozza di modifica su cui, nella scorsa seduta, era stato raggiunto un accordo di massima. Il testo era stato infatti trasmesso a undici realtà associative per acquisirne eventuali pareri.
Dalle due risposte pervenute, è emerso un orientamento favorevole alla conservazione dell’art. 2, che prevede la predisposizione, da parte del Comune, di un “piano annuale di interventi finalizzati ad incrementare il livello comune di protezione dei consumatori, a favorire un’applicazione efficace delle norme a tutela dei consumatori, a dotare i consumatori ed utenti di informazioni efficaci e corrette”. Se nella bozza di modifica tale articolo risultava abrogato, secondo le associazioni esso appare utile come norma di raccordo di tutte le politiche comunali che interessano i consumatori-utenti.
Anche su richiesta di Erika Borghesi (Pd), la discussione si è quindi concentrata sull’art. 2. L’attenzione è caduta, in particolare, sull’ultimo e quarto comma in base al quale “almeno una volta l’anno, entro il mese di novembre, il Consiglio comunale si riunisce in seduta straordinaria aperta per la discussione dello stato di avanzamento delle politiche comunali in materia di diritti dei consumatori e degli utenti”. Al riguardo, diversi consiglieri (tra cui Fabrizio Croce, Nicola Paciotti e Borghesi) hanno concordato sull’esigenza di sottoporre al Consiglio il frutto del lavoro delle varie consulte individuando a tal fine regole uniformi. Secondo Cristiana Casaioli, invece, se le consulte maturano un’attività da presentare ai consiglieri, gli strumenti di raccordo già esistono sicché non è necessario formalizzare modalità particolari: un tentativo, a suo avviso, che rischia di appesantire il regolamento e di renderne più difficile l’applicazione concreta.
Il presidente Nannarone, tirando le somme, ha preannunciato che nella prossima seduta sarà discusso un nuovo testo dell’articolo 2 redatto dagli uffici alla luce delle indicazioni emerse nel dibattito.