Continua in I commissione consiliare Affari Istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, l’esame delle modifiche da apportare al regolamento del Consiglio comunale.
In apertura, su proposta del consigliere Alessio Fioroni, è stato osservato un minuto di silenzio in occasione del Giorno del ricordo.
Alla seduta hanno partecipato il dirigente dell’Area Risorse, Mirco Rosi Bonci, e il dirigente della Unità operativa Segreteria Organi Istituzionali e Comunicazione, Emilio Buchicchio.
E’ stata avviata la discussione sulle seguenti ipotesi di modifica dell’art. 59 (mozioni e ordini del giorno):
-comma 3: “Qualora il Consigliere proponente, nel presentare al Presidente del Consiglio comunale una mozione o un ordine del giorno, ne chieda l’urgente trattazione, quest’ultimo autorizza all’inizio della seduta immediatamente successiva alla richiesta il Consigliere ad argomentare in aula, per non più di cinque minuti l’urgenza. Il Presidente mette in votazione la richiesta. Se la richiesta è accolta con almeno il voto dei 2/3 dei Consiglieri assegnati, l’ordine del giorno viene messo in discussione nella seduta immediatamente successiva a quella della votazione medesima. Il Presidente ne definisce il momento della trattazione.”
-comma 6: “Se nessuno dei firmatari dell’ordine del giorno o della mozione è presente quando qualora gli stessi vengono posti in discussione, l’atto sarà collocato all’ultimo punto dell’ordine del giorno della successiva seduta Consiliare. Ove i proponenti non fossero presenti alla successiva discussione dell’argomento, l’atto si ritiene decaduto”.
Come spiegato dal dirigente Buchicchio, al centro della comparazione con il vecchio regolamento deve essere soprattutto il comma 3. Se l’art. 59 attualmente in vigore non è attuato nella prassi, la proposta di modifica riflette invece quella attuale, tra l’altro rispondente alla logica di favorire un consenso più ampio possibile su alcuni argomenti. Di qui la previsione di un arco di tempo intercorrente tra una seduta e un’altra. La riformulazione risponde anche a una logica di tutela delle minoranze: la versione attuale dell’articolo, almeno in astratto, dà adito all’eventualità che una maggioranza in grado di esprimere i 2/3 dei voti possa ogni volta modificare il prefissato ordine del giorno presentando mozioni urgenti.
Nicola Paciotti (Pd) ha sottolineato che la revisione del regolamento deve garantire, da un lato, che l’urgenza di un atto trovi effettivo riflesso nell’attività amministrativa, e, dall’altro, la tutela rispetto al rischio di forzature da parte delle maggioranze.
Su richiesta di Daniela Casaccia (FI), il dirigente Buchicchio ha precisato che la maggioranza di cui all’art. 59 per modificare un ordine del giorno già costituito è particolarmente qualificata (22 consiglieri su 33).
Nannarone ha convenuto che la nuova formulazione è più garantista per la minoranza.
Francesco Zuccherini (Pd) ha detto che, prima di modificare il regolamento, si potrebbe invece applicarlo per ciò che esso prevede. A suo avviso, infatti, ha un senso che un atto sia subito discusso se ne viene approvata l’urgenza; si potrebbe semmai prevedere che sia l’ufficio di presidenza, e non il solo presidente del Consiglio, a ridefinire l’ordine degli argomenti da discutere.
Sul testo in discussione, con le eventuali modifiche che saranno proposte dai consiglieri, sarà acquisito il necessario parere tecnico.
Sono poi state nuovamente trattate le proposte di modifica relative agli artt. 12 (segreteria del Consiglio comunale) e 17 (Assistenti dei Gruppi Consiliari).
Per l’art. 17 era stata ipotizzata l’abrogazione integrale e sul punto sussiste un sostanziale consenso visto il contrasto con il Testo unico degli enti locali.
Quanto all’art. 12, queste le modifiche più pregnanti:
-comma 3: “La Presidenza del Consiglio ed i gruppi consiliari sono dotati di una propria Segreteria. Il personale addetto alle singole Segreterie è scelto, su indicazione del Presidente del Consiglio Comunale o del Capogruppo interessato, fra i dipendenti di categoria B3 o C che svolgono mansioni di area amministrativo – contabile. Il Presidente del Consiglio Comunale e i Capigruppi potranno richiedere l’assegnazione di personale di categoria B3 o C che svolgono mansioni di area amministrativa – contabile assunto a tempo determinato, tramite l’utilizzo delle graduatorie vigenti, secondo l’ordine di posizione e nel rispetto della normativa vigente”.
-comma 4: “L’assegnazione del personale ai Gruppi Consiliari avverrà a partire dal Gruppo più consistente, cui seguiranno gli altri in ordine decrescente. A parità di consistenza avrà la precedenza il Gruppo con più voti conseguiti. Qualora i candidati alla carica di Sindaco non eletti non confluiscano in altri gruppi avranno comunque la priorità sugli altri gruppi, ciascuno in base ai voti conseguiti”.
-comma 5: “Il Dirigente è responsabile della gestione amministrativa, tecnica e finanziaria, secondo i principi, i criteri e le modalità che regolano le funzioni dirigenziali e sulla base degli indirizzi e delle direttive impartite dal Presidente. Gli addetti alle Segreterie fanno parte, quanto alla dotazione organica, della Segreteria del Consiglio e sono assegnati funzionalmente, per l’esercizio della propria attività lavorativa, presso i gruppi di appartenenza e presso la Presidenza del Consiglio Comunale”.
-comma 6: Per i dipendenti di cui al precedente comma 3, non necessita il nulla osta del Dirigente dove gli stessi prestano servizio al momento dell’indicazione del Presidente del Consiglio Comunale o del Capogruppo interessato.
Come precisato dal presidente Nannarone, il comma 6, come modificato, presenta un profilo problematico in quanto appare in contrasto con il Testo unico degli enti locali. Si attende quindi una ulteriore proposta di modifica.
Emanuela Mori (Italia Viva) e Francesca Renda (TPPU) hanno espresso rilievi sul criterio di assegnazione seguito dal comma 4 (“a partire dal gruppo più consistente”). Lorenzo Mattioni (Lega) e Fioroni (FI) invece ritengono che si tratti del criterio più democratico. Per Francesca Tizi (M5s) la norma in realtà nasce da una patologia, quella per cui non ci sono assistenti per tutti. La ratio, tuttavia, deve essere garantire il funzionamento di ogni gruppo. Francesco Vignaroli (Progetto Perugia) ha ribadito che i consiglieri hanno tutti gli stessi diritti; ciò posto, un mono-gruppo non può avere un assistente per lo stesso numero di ore di un gruppo più numeroso. A suo avviso, quindi, è necessario contemperare il numero degli assistenti e il numero di ore loro assegnate con il numero dei consiglieri che compongono i gruppi.
È stata da più parti oggetto di rilievi anche la priorità riconosciuta ai candidati a sindaco non eletti. Il dirigente Buchicchio sul punto ha notato che tale priorità riflette il peculiare ruolo conferito ai candidati a sindaco dalla legge che ha introdotto l’elezione diretta dei primi cittadini.
In risposta a Emanuela Mori (Italia Viva), il dirigente Rosi Bonci ha ribadito che l’istituto del comando in via ordinaria non è più attivabile tra le Pa a seguito di evoluzioni normative.
Se secondo Croce (Idee Persone Perugia) bisogna prevedere in astratto come dotare tutti i gruppi di una minima assistenza, a costo di ricorrere all’istituzione di una voce di bilancio per attingere all’esterno, il dirigente Buchicchio ha invece ribadito che l’ipotesi di una voce di bilancio legata all’art. 17 non è possibile perché tale articolo è in contrasto con le normative vigenti.