Nel corso della seduta del 17 luglio la V commissione, Controllo e Garanzia, presieduta da Emanuela Mori, ha trattato la richiesta di attivazione del gruppo Pd relativa alla questione della chiusura dei poli museali di Perugia.
Illustrando l’atto, Sarah Bistocchi ha riferito che a seguito di apposito bando di gara del 02/08/2016 e della relativa procedura di affidamento, il Comune di Perugia ha assegnato alla società Munus s.r.l. Arts & Culture il servizio di gestione dei servizi per il pubblico nel circuito museale comunale Cappella San Severo, Palazzo della Penna, Complesso Templare di San Bevignate. Tale affidamento, della durata originale di 36 mesi (fino al 31/01/2020), è stato rinnovato per altri 36 mesi (fino al 31/01/2023). Poi con Determinazione Dirigenziale del 31 gennaio 2023 è stata disposta, nelle more di espletamento della procedura di gara per l’individuazione di un nuovo contraente, la proroga della predetta concessione sino al 31/07/2023.
Con la medesima determinazione è stata indetta una procedura di aggiudicazione del servizio in questione (con scadenza della presentazione delle offerte al 14/03/2023), alla quale ha partecipato in qualità di offerente la sola Munus s.r.l.
In data 20/06/2023 la predetta società ha comunicato la mancanza di interesse e la rinuncia alla gara in parola, in corso di svolgimento. Ciò ha comportato l’annullamento della predetta procedura di affidamento e la chiusura, dal giorno 23/06/2023, delle strutture museali gestite.
La notizia è stata ripresa da vari organi di stampa, che hanno sottolineato anche il prevedibile danno ai servizi culturali della città, danno aggravato dal fatto che l’evento si è verificato in un periodo di forte presenza turistica;
La Giunta, nell’avviso di chiusura delle strutture su indicate, ha comunicato che si sarebbe impegnata a provvedere alla riassegnazione del servizio di gestione; a seguito di ciò, come noto, la riapertura è avvenuta con un nuovo gestore il 14 luglio.
A ciò deve aggiungersi anche la situazione di disagio, anch’essa riportata dalla stampa, di una decina di lavoratori dipendenti della Munus s.r.l., privati dei loro incarichi;
La medesima Munus s.r.l. aveva, dopo aver vinto la relativa gara per l’aggiudicazione, precedentemente comunicato il recesso anche dal servizio di gestione del sito di San Francesco al Prato, con il conseguente slittamento della riapertura del complesso monumentale almeno a dopo l’estate 2023.
Bistocchi ha posto l’accento sulla gravità di quanto accaduto, sia in termini di danno d’immagine che di danno culturale-economico nei confronti della città; ciò deve costituire oggetto di seria discussione nelle competenti sedi, soprattutto in merito all’affidamento di un servizio così importante per la città di Perugia, originariamente concesso, poi rinnovato e prorogato in favore di un soggetto che si è poi dimostrato inaffidabile nello svolgimento del compito attribuitogli.
Deve oltretutto essere chiarito se, poiché a seguito della rinuncia della Munus s.r.l. alla partecipazione alla gara in corso è stata disposta la chiusura delle strutture su indicate immediatamente, pur essendo il regime di proroga del precedente servizio valido fino al 31/07/2023, assieme alla mancanza di interesse espressa con la nota del 20/06/2023, la società non abbia comunicato un’oggettiva incapacità a svolgere ulteriormente i propri compiti, anche per un solo ulteriore mese.
Pertanto, tutto quanto sin qui esposto richiede un’attenta analisi, al fine di comprendere se siano stati valutati tutti gli elementi qualificanti, in particolare quelli di rischio, della società vincitrice, sia al momento dell’originario affidamento sia, soprattutto, al momento della proroga dello stesso nel gennaio 2023 e al momento della valutazione dell’offerta dalla società stessa presentata nella procedura in corso sino al 22/06/2023.
Per questo gli istanti hanno chiesto l’attivazione della V Commissione Consiliare Permanente di Controllo e Garanzia per verificare la regolarità degli atti, in particolare:
Per verificare, tenuto conto anche di quanto accaduto in sede di nuova procedura di affidamento, la corretta valutazione della capacità tecnica ed economico-finanziaria della società Munus Arts & Culture s.r.l. di poter svolgere le prestazioni oggetto della procedura di affidamento, oltretutto rinnovato e prorogato, della gestione dei servizi per il pubblico nel circuito museale comunale Cappella San Severo, Palazzo della Penna, Complesso Templare di San Bevignate.
A margine dell’illustrazione la consigliera Bistocchi ha fatto un po’ il punto sulla situazione generale della cultura, evidenziando che vi è stata una contrazione dei servizi visto che, rispetto ai precedenti 7 poli museali, oggi se ne contano solo tre. Accanto a ciò si è assistito anche alla chiusura di alcune associazioni municipali (es. circolo dei lettori, ecc.) che animavano palazzo Penna. Infine la capogruppo ha lanciato un invito circa la reintroduzione della Perugia museo card.
LE RELAZIONI
L’assessore alla cultura Leonardo Varasano ha aperto la sua relazione parlando della composizione del circuito museale. Ha confermato che oggi esso è composto da tre poli (palazzo Penna, cappella di San Severo e San Bevignate), ma ciò è così da inizio della consiliatura e quindi non è dovuto alla volontà dello stesso Varasano. L’assessore ha però spiegato che il museo degli strumenti del Cassero ed il museo delle Acque erano erroneamente definiti musei non avendone i requisiti di legge. Da qui la loro cancellazione nel passato dal circuito. Quanto alla struttura dell’ex ospedale Fatebenefratelli, Varasano ha annunciato che di fatto essa è stata reinserita nel circuito ma sarà effettivamente operativa solo dopo l’effettuazione di significativi interventi di riqualificazione.
In merito al tema delle associazioni operanti a palazzo Penna, anche in questo caso venute meno prima dell’inizio della consiliatura, Varasano ha spiegato che all’atto del suo insediamento nel 2019 si era provveduto a ravvivare il circolo dei lettori. Poi la pandemia ha bruscamente interrotto le procedure che, tuttavia, sono in fase di ripresa anche in virtù della collaborazione con le biblioteche. L’obiettivo è l’avvio entro fine anno.
Circa infine il biglietto unico, Varasano ha riferito che da tempo è stato strutturato una sorta di “mini-biglietto” unico, grazie all’accordo con alcune istituzioni, che ricomprende San Severo, il museo diocesano, i due collegi Mercanzia e Cambio e palazzo Baldeschi; ciò è dovuto al fatto che si tratta di un percorso più “ricostituibile” sotto il profilo sia tematico che spaziale, vista la vicinanza dei siti.
Per il biglietto unico integrale è necessaria la collaborazione con tutte le componenti; progetto non facile su cui però l’Assessorato sta lavorando.
Entrando nel merito della vicenda “munus”, Varasano ha ricordato che il recesso della società, totalmente svincolato dalla rinuncia relativa alla gestione di San Francesco al Prato (ove munus avrebbe dovuto costituire un RTI con mea Concerti), è avvenuto con poco preavviso (come purtroppo consentito dal contratto). Proprio la differenza tra le due partite ha reso impossibile prevedere un recesso così immediato sulla gestione museale da parte dell’azienda, essendo peraltro l’incarico in sede di proroga tecnica fino a luglio. Ciò ha colto di sorpresa Amministrazione ed Uffici che, tuttavia, dopo aver cercato di procrastinare il recesso di Munus fino alla fine della proroga ma senza esito, hanno lavorato concordemente e continuamente onde determinare una riapertura in tempi brevissimi dei tre poli.
Come noto è stato affidato un incarico a tempo determinato (ossia fino a dicembre 2023) a Coop Culture, leader italiano del settore. Ora – ha continuato Varasano – si guarda con fiducia al futuro ed, in particolare, alla prossima gara sull’affidamento pluriennale del servizio.
Per ciò che concerne la sorte dei 16 dipendenti di Munus, Varasano ha riferito che vi è stata una interlocuzione serrata con i sindacati e che, comunque, nel contratto con Coop Culture è stata inserita una clausola sociale di salvaguardia proprio per favorire il mantenimento dei livelli occupazionali. Ciò pur dovendosi evidenziare che la riapertura è avvenuta con servizi minimi (senza il bar ad esempio) e dunque con una riduzione fisiologica degli organici.
Anche la dirigente Maria Luisa Martella ha confermato che il recesso immediato di Munus ha rappresentato per tutti un evento inaspettato e improvviso. Fin da subito, dopo il tentativo infruttuoso di procrastinare con la società la data di avvio del recesso, gli uffici si sono attivati su un doppio canale: riprogrammazione della gara per l’assegnazione pluriennale del servizio e individuazione, con procedura immediata, di un gestore fino alla fine dell’anno.
Dopo la richiesta di preventivi, quest’ultima si è conclusa con l’assegnazione a Coop Culture per un importo di circa 95mila euro.
E’ ovvio che, stante il recesso di Munus, peraltro unico partecipante alla gara aperta, è stato nel frattempo necessario annullare tale procedura al fine di liberare le risorse e quant’altro.
Cosa diversa, invece, ha riguardato San Francesco al Prato dove semplicemente non si è più costituito il raggruppamento tra Mea Concerti e Munus, assegnando definitivamente la gestione solo alla prima società.
Il dirigente dell’U.O. Servizi alle imprese Roberto Ciccarelli ha spiegato che una P.A. non può intervenire in tempi più rapidi di quelli seguiti nella vicenda in oggetto perché certe decisioni si possono assumere solo dopo l’arrivo di atti formali da parte di terzi (es. il recesso).
Nel caso di specie, pertanto, si è lavorato in tempi strettissimi e con grande impegno.
Ciccarelli ha riferito che recessi improvvisi, come quello di Munus, rappresentano fatti assolutamente inconsueti cui non si può ovviamente in via anticipatoria, basandosi su mere voci o sensazioni.
DIBATTITO
La capogruppo del M5S Francesca Tizi ha ricordato che nell’incarico affidato dopo gara (cui parteciparono tre soggetti) a munus era previsto un canone annuo di 121mila euro circa per la gestione di tre poli museali (penna, San Severo e San Bevignate) per lo svolgimento dell’attività di biglietteria, vendita di merchandising e audioguide ed attività didattiche, mentre la parte relativa a gestione beni culturali, organizzazione mostre, comunicazione ecc. nel 2019 veniva assegnata alla società Cooperativa Il telaio per un importo di circa 24mila euro.
A seguito anche di decreti ministeriali intervenuti nel tempo, l’Amministrazione nel gennaio 2023 ha avviato una gara unica per l’assegnazione di tutti i servizi museali prima suddivisi (come illustrato sopra) in due diverse partite. Il contributo messo a gara è pari a 124 mila euro annui, dunque appena superiore a quello del 2017 ma con diversi servizi richiesti in più e con l’aggiunta di un polo museale, ossia l’ex Fatebenefratelli.
Stante ciò alla gara si registra la partecipazione di un solo soggetto, ossia Munus.
Tizi ha chiesto il perché di questa scelta che non tiene conto dell’aumento dei prezzi ingenerati da pandemia e guerra né dell’aumento dei compiti richiesti.
Forse questa è una delle ragioni per cui Munus ha deciso di mollare rendendosi conto di non potercela fare. A questo proposito Tizi ha chiesto di sapere se siano stati verificati dopo la gara i requisiti economici in capo a Munus e perché a Coop Culture nell’incarico temporaneo i poli museali tornino ad essere tre e non più quattro.
Il capogruppo di Progetto Perugia Francesco Vignaroli ha espresso apprezzamento nei confronti dell’Amministrazione per aver riaperto i musei nel giro di tre settimane, grazie ad un lavoro di grande impegno e nonostante il recesso improvviso.
In merito al museo della rocca Paolina, facente parte del precedente circuito museale di cui aveva parlato Bistocchi, Vignaroli ne ha ripercorso la storia ricordando che era stato introdotto nel 2007 come servizio a pagamento con ciò determinando la non fruibilità di uno spazio importante del complesso. Visti gli scarsi profitti, per anni tale sito è rimasto poi chiuso, pur essendo ubicato in una delle sale più suggestive, salvo poi essere trasferito con ingresso gratuito in una piccola sala posta nell’atrio della rocca. Oggi pertanto tale sito è fruibile.
Massimo Pici (Perugia civica) ha rivolto le sue congratulazioni ad Amministrazione ed uffici per il lavoro svolto in una situazione emergenziale ed imprevedibile con risultati ottenuti in pochi giorni.
Rispondendo a Bistocchi che chiedeva dei risultati dei poli museali, Varasano ha spiegato che a palazzo Penna i numeri del secondo semestre del 2022 parlano di 4 mila ingressi, mentre San Severo si attesta sui 20 mila.
L’assessore ha concordato con Tizi sul tema delle risorse economiche, riferendo che sul punto è stata avviata una serrata interlocuzione in seno alla giunta e con gli uffici finanziari per ottenere risorse tali da rendere l’appalto di servizi appetibile. Nei suoi contenuti, peraltro, la gara verrà ritoccata eliminando principi come quello del recesso immediato che tanti problemi ha creato in questa vicenda.
La dirigente Martella ha poi spiegato che l’inserimento dell’ex Fatebenefratelli nella gara relativa all’incarico pluriennale voleva rappresentare un valore aggiunto che avrebbe preso il via solamente a decorrere dal completamento dei lavori di riqualificazione del sito. Inoltre l’attività richiesta per tale luogo era solamente quella espositiva non trattandosi di area aperta alle visite. Ciò pertanto non determinava un aggravio in capo all’aggiudicatario.
La dirigente ha spiegato che le verifiche sul possesso dei requisiti economici da parte di un assegnatario sono state fatte in passato e lo sarebbe state anche all’esito della gara rimasta in sospeso. Circostanza questa confermata dal dott. Ciccarelli che ha spiegato come la verifica dei requisiti è quasi sempre successiva all’aggiudicazione e riguarda comunque il fatturato dei tre anni precedenti e mai dell’attuale.
In merito alla sorte dei dipendenti della cooperativa Telaio citati da Tizi, la dirigente Martella ha spiegato che la decisione di accorpare i due incarichi (quello affidato a Munus e quello affidato a Telaio) è stata presa in considerazione del fatto che gli stessi andavano in scadenza nello stesso momento. Trattandosi di servizi affini e vista la contrazione degli stessi, si è quindi pensato ad un appalto unico, anche perché nel frattempo la cooperativa aveva manifestato l’interesse a non continuare nell’incarico. Martella ha riferito che nella clausola sociale di salvaguardia dei livelli occupazionali inserita nel contratto a tempo determinato con Coop Culture è stata inserita anche la posizione dei dipendenti del Telaio pur dovendosi ricordare che la riapertura dei servizi è avvenuta per servizi minimi e dunque con l’esclusione di alcune attività.
La questione è stata rinviata ad altra seduta per procedere con ulteriori audizioni.