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Contrasto alla maternità surrogata: discusso in commissione cultura l’odg della Lega

Ad illustrare l'atto è stato il capogruppo Lorenzo Mattioni

di Redazione PerugiaComunica
15 Febbraio 2022
in Consiglio Comunica, Resoconto
Tempo di lettura:6 min.
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Palazzo dei Priori sede del Comune
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La IV commissione consiliare permanente cultura, presieduta da Michele Cesaro, nella seduta di martedì 15 febbraio, ha trattato la mozione presentata dal gruppo Lega: “Iniziative di contrasto alla maternità surrogata”.

La pratica dell’utero in affitto – ha spiegato il capogruppo Lorenzo Mattioni illustrando l’atto – è vietata dall’ordinamento giuridico italiano (art. 12, comma 6, della legge n. 40/2004).

Inoltre la sesta sezione penale della Corte di Cassazione, “con la sentenza del 17 gennaio 2019, n. 2173, ha affermato che il reato di affidamento illegale di un minore non richiede la promessa di un compenso economico come corrispettivo della consegna del minore, in quanto tale compenso è previsto come condizione di punibilità solo per chi riceve il minore in illecito affidamento”.

Ed ancora il paragrafo 115 della risoluzione del Parlamento europeo del 17 dicembre 2015 sulla relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo nel 2014 e sulla politica dell’Unione europea in materia “condanna la pratica della surrogazione” e “ritiene che la pratica della gestazione surrogata […] debba essere proibita e trattata come questione urgente negli strumenti per i diritti umani”.

La pratica dell’utero in affitto, in sostanza, richiede la collaborazione di una donna estranea alla coppia (che può anche essere la stessa che fornisce l’ovulo impiegato per la fecondazione oppure una donna diversa), la quale mette a disposizione il proprio utero e il proprio corpo per condurre la gravidanza e si impegna a consegnare il figlio, una volta nato, ai committenti.

Tale pratica – si legge nell’odg – rappresenta una violazione dei diritti fondamentali dell’individuo in quanto “schiavizza” il corpo della donna, rendendola un oggetto e pertanto deve espressamente essere configurata quale “reato universale contro la persona”.

I proponenti, in aggiunta, ritengono che “il legittimo desiderio di avere bambini non è un diritto esigibile”; ma anche che “la pratica dell’utero in affitto mette a serio rischio la salute psicofisica della gestante al solo scopo di soddisfare il desiderio di terzi, conducendo a un’effettiva mercificazione della donna e del bambino”.

Negli ultimi anni – evidenzia la Lega – anche in Italia si sta sviluppando il turismo riproduttivo con l’acquisto all’estero, da parte di nostri connazionali, di gameti umani scelti su veri e propri cataloghi online. In questo ultimo periodo, peraltro, si sono verificati gravissimi fatti legati alla pratica dell’utero in affitto che ledono sia la dignità della donna che del bambino. Ciò conferma la necessità di sostenere le Istituzioni italiane, in particolare il Parlamento, affinché legiferino circa l’universalità di tale reato e l’adesione alla moratoria internazionale dell’utero in affitto”.

In ragione di tali premesse, nel dispositivo gli istanti propongono di impegnare l’Amministrazione a promuovere una serie di iniziative sul tema della pratica “dell’utero in affitto” e del “turismo riproduttivo”, e in particolare: sensibilizzare le donne , e la cittadinanza tutta, con comunicati stampa ed informative utilizzando il sito istituzionale e i social; organizzare  incontri/dibattiti sul territorio atti a sostenere ulteriori iniziative politiche che portino all’obiettivo di far dichiarare la pratica della maternità surrogata reato universale.

Il dibattito è stato aperto dalla psicologa e psicoterapeuta Vittoria Lugli che ha rappresentato come il legame tra mamma e bambino si costituisca fin dai primi giorni della gravidanza. Pertanto ogni forma di distacco tra una donna ed il figlio rappresenta un trauma.

In merito ai bambini adottati, la dott.ssa ha spiegato che al loro interno rimane sempre una enorme ferita, per il rifiuto o l’abbandono subito, tanto che è frequente la spasmodica ricerca delle proprie radici. In merito ai genitori adottivi, invece, si assiste, all’arrivo delle prime difficoltà, alla costruzione di “fantasie genetiche” sull’origine del figlio che possono portare a conflitti in seno al nucleo familiare.

Ampia dissertazione del vice sindaco Gianluca Tuteri secondo cui è difficile trovare soluzioni su argomenti di questa rilevanza. Partendo da dati scientifici reali, Tuteri ha spiegato che nel cervello vi sono delle aree deputate al riconoscimento delle emozioni e pensieri altrui. Sono proprio queste aree che vengono modificate in maniera irreversibile durante la gravidanza nella donna. Tanto che il grado delle modificazioni correla direttamente con l’intensità dell’attaccamento e dell’attitudine all’accudimento verso il figlio.

La novità assoluta in termini scientifici è che risulta dimostrato come durante la gravidanza non vi sia solo un collegamento diretto tra la madre ed il figlio, ma anche un passaggio inverso tramite la placenta di cellule staminali dal feto alla madre; tali cellule sono capaci di differenziarsi ed integrarsi con gli organi della mamma. Le aree cerebrali in cui si realizza la neuro-genesi sono proprio quelle implicate nella regolazione delle emozioni e della memoria. Questo cambiamento può avvenire solo nella fase della gravidanza confermando quanto sia ineluttabile, intima e pervasiva della persona l’integrazione biologica ed emotiva tra madre e bambino e, quindi, quanto sia ignorante ed inaccettabile la giustificazione delle gravidanze cosiddette “a prestito”. Perché ogni figlio rimarrà per sempre un pezzo di cuore della mamma non potendo esistere gravidanze asettiche. E’ quindi, sostiene Tuteri, inaccettabile, biologicamente prima che moralmente il ricorso alle gravidanze prestate per soddisfare il desiderio di un figlio; proprio perché la gravidanza modificherà per sempre il corpo ed i sentimenti della donna.

Per Tuteri va, per l’effetto, guardata con diffidenza e rigettata ogni rivendicazione che faccia del bambino l’oggetto piuttosto che il soggetto di un diritto: un tema da affrontare in piena libertà di pensiero e senza ideologie. Nel caso, infine, in cui sorgessero dubbi, dovrà essere la scienza ad aiutarci a pesare e comprendere i drammi che devastano la salute e la vita dell’uomo.

E’ stato poi il dott. Sandro Gerli Direttore F.F. del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia a fornire un quadro generale della situazione evidenziando che la pratica dell’utero in affitto rientra nell’ambito delle previsioni di cui all’art. 12 della legge 40, in parte “smembrato” nel suo essere da alcune sentenze della Corte Costituzionale sul tema dell’eterologa. L’art. 12 vieta espressamente di commercializzare i gameti, di fatto proibendo in Italia il cosiddetto “prestito d’utero”.

Quindi tali evenienze nel nostro Paese sono estremamente rare, proprio perché vietate, mentre sono consentite in altri Stati.

La capogruppo del PD Sarah Bistocchi ha rappresentato che, se si sente bisogno di presentare un odg come quello in oggetto, è evidentemente solo per bisogni elettorali. Ciò in quanto la maternità surrogata in Italia è già vietata dalla legge e punita in modo serio.

Quindi quanto chiede il gruppo Lega è già previsto e punito.

Per Bistocchi non sono parimenti condivisibili le proposte di aggravamento della legge in esame presentate dalla Lega in Parlamento con l’intenzione, peraltro, di allargare il reato anche alle ipotesi di surrogazione effettuate all’estero, in quei paesi in cui la pratica è considerata lecita. Ciò, infatti, finirebbe per calpestare diritto acquisiti e per porsi in contrasto con la normativa in vigore in altri Stati sovrani.

Secondo la capogruppo la realtà è che la legge n. 40 appare oggi poco aggiornata, misera e immiserita: ed è proprio questo che facilita il “turismo procreativo”, ampliando le disuguaglianze tra persone più o meno abbienti.

In definitiva il problema potrà essere risolto solo regolamentando meglio la materia, come propone di fare ad esempio l’associazione Luca Coscioni, a seguito di un dibattitto serio ed aperto.

Il capogruppo di Idee persone Perugia Fabrizio Croce ha sostenuto che l’odg racconta un impegno della Lega di assecondare con costanza alcune linee guida nazionali per rafforzare un livello ideologico che punta alla pancia delle persone e che vuole scalfire un impianto normativo costruito nel tempo con lotte importanti.

Si pensi ai temi legati soprattutto alla natalità, quando invece sarebbe utile parlare anche della crescita, perché è in questa fase che i ragazzi vanno sostenuti.

Gino Puletti (Progetto Perugia) si è detto sorpreso del fatto che, su questi temi, nel terreno politico ci si dimentichi spesso quale sia il soggetto debole, ossia i figli. Quest ultimi sono un’opportunità per i genitori e non certo un diritto. Al contrario dal momento della nascita il figlio acquisisce il diritto di avere dei genitori, un padre ed una madre senza altre ipotesi plausibili. Dare la vita, per Puletti, significa anche crescere con maturità e responsabilità i figli, i veri soggetti cui ogni legge dovrebbe garantire diritti inviolabili.

Il consigliere di F.I. Alessio Fioroni ha concordato sul fatto che non ci debbano essere ideologie nella trattazione di temi delicati come quello in discussione. Ha tuttavia concordato con Puletti sulla valutazione per cui in un paese democratico il bambino non possa essere considerato oggetto, bensì soggetto di diritto e vada, quindi, posto al centro del dibattito e delle leggi.

In linea di principio Fioroni ha detto di condividere le idee espresse dai proponenti; tuttavia ha rappresentato come il direttore Gerli abbia ben spiegato che in Italia la maternità surrogata è già vietata. Per l’effetto il dispositivo dell’odg appare ridondante ed inattuabile.

Per la capogruppo M5S Francesca Tizi quello in esame è un tema più giuridico che politico. Anche per la consigliera, inoltre, il soggetto debole da tutelare deve essere il bambino.

Entrando nel dettaglio della discussione, Tizi ha rappresentato che il fulcro della materia risiede nel fatto che la surrogazione attualmente è sì vietata in Italia, ma consentita in molti altri paesi del mondo. Il problema si pone non tanto per i genitori biologici quanto per quelli non biologici (detti anche d’intenzione). La corte Costituzionale (sentenza 33 del 2021) ha sancito che vietare la trascrizione di queste ultime ipotesi, di fatto significa non tutelare il minore che è già stato procreato. Su questo la Corte Costituzionale chiede di legiferare, perché il problema è reale e va, per l’effetto, regolamentato adeguatamente al fine di riconoscere pieni diritti ai minori già nati.

In merito all’odg, Tizi ha concordato con Fioroni sulla valutazione secondo cui, essendo già previsto il reato in Italia, non abbia senso discutere di un odg che chiede quanto già la legge stabilisce, ossia il divieto della pratica dell’utero in affitto, su cui ha espresso contrarietà.

La trattazione dell’argomento è stata rinviata per procedere ad altre audizioni.

Tags: commissioneculturagruppolegamaternitàsurrogata
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