Il Consiglio comunale ha approvato con 21 voti a favore, 9 contrari e un astenuto le aliquote e detrazioni per l’anno 2023 dell’Imposta Municipale Unica (Imu).
La relativa deliberazione, come spiegato dall’assessore al bilancio Cristina Bertinelli, è propedeutica al bilancio di previsione; l’efficacia è stabilita per legge dal primo gennaio 2023.
In sostanza con questo atto sono state confermate, per l’anno 2023, le aliquote e le detrazioni dell’Imu già stabilite per l’anno di imposta 2022. E’ confermata l’esenzione introdotta dall’art. 1, comma 751, della legge n. 160/2019 che così recita: “a decorrere dal 2022, sono altresì esenti dal tributo i fabbricati costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati”.
Nel dettaglio:
-abitazione principale: esente;
-abitazioni assimilate per legge o regolamento a quella principale: esente;
-abitazione principale se costituita da un’unità abitativa classificata nelle categorie catastali A/1, A/8 o A/9 e relative pertinenze (nella misura massima di un’unità pertinenziale per ciascuna delle categorie catastali indicate, anche se iscritte in catasto unitamente all’unità ad uso abitativo): aliquota 0,6%, detrazione 200 euro;
– Fabbricati rurali strumentali: aliquota 0,1%;
– Fabbricati costruiti e destinati alla vendita dalla impresa costruttrice: esenti;
– Immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D: aliquota 1,06%;
– Immobili diversi dall’abitazione principale e dai precedenti: aliquota 1,06%;
-aree fabbricabili: aliquota 1,06%;
-terreni agricoli: esenti.
La consigliera Erika Borghesi (Pd) ha osservato che le aliquote non sono cambiate perché quelle del Comune di Perugia sono da tempo al massimo. Nell’ambito del gruppo catastale D, in base alla norma, i Comuni possono aumentare l’aliquota fino all’1,06% o riportarla a 0,76%. A Perugia è stata fissata all’1,06% senza distinguere, ad esempio, tra immobili con destinazione artigianale e commerciale e altri con destinazione diversa (ad esempio banche). Sarebbe opportuno, invece, diversificare prevedendo un’aliquota una più bassa per sostenere imprese e attività commerciali. Se il Pd ha contestato la rottamazione delle cartelle, ritiene invece che in tal modo si potrebbe offrire un aiuto concreto alle attività economiche. Pertanto Borghesi ha confermato il voto contrario del suo gruppo.
La consigliera Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) dal canto suo ha ricordato che l’Imu è stata istituita nel 2011 dal governo Monti per far fronte alla pesante crisi di allora; nel 2013 le aliquote a Perugia erano già al massimo e dal 2014 a oggi le tariffe sono rimaste invariate. È condivisibile quanto dice Borghesi in linea di principio, ma le difficoltà che l’amministrazione Romizi, dal primo mandato, ha rilevato proprio sul fronte del bilancio, trovandosi a recuperare un disavanzo tecnico di 34 milioni, oltre a dover fronteggiare situazioni straordinarie negli ultimi anni, fanno sì che non si possa al momento cambiare direzione per quel che riguarda l’Imu.
Il consigliere Gino Puletti (Progetto Perugia), riguardo l’auspicio espresso da Borghesi per una differenziazione delle aliquote nell’ambito della categoria catastale D, ha specificato che una differenziazione di fatto già esiste in base al valore intrinseco del fabbricato.