La IV commissione consiliare Cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha respinto con 8 contrari e 6 voti a favore la mozione urgente sulla condanna degli scontri a danno degli studenti manifestanti nelle città italiane, presentata dai gruppi PD, IPP e M5S.
L’atto era stato presentato direttamente nel corso della seduta del Consiglio comunale del 26 febbraio, all’esito della quale l’assise aveva deciso di seguire l’iter ordinario non rinvenendo la necessità di trattazione urgente del documento.
I fatti degli ultimi giorni – ha spiegato il consigliere Nicola Paciotti- con le cariche della Polizia di Stato ai danni di studenti manifestanti pacificamente, continuano a scuotere gli animi e a porci dubbi su che tipo di Paese vogliamo essere e intendiamo lasciare alle generazioni future.
La nostra città rappresenta gli ideali opposti a quelli espressi dalle forze di polizia in questi fatti, per la sua storia e per le personalità che le hanno dato lustro. Non possiamo infatti non pensare alla vocazione universitaria che muove Perugia dal 1308, anno della fondazione dell’Università degli Studi di Perugia, una delle più antiche al mondo; non possiamo non ricordare in questi tempi violenti una figura altissima come quella di Aldo Capitini, ideatore della Marcia della Pace Perugia – Assisi, il quale ha fatto dell’antifascismo e della nonviolenza dei principi di vita ancor prima che politici.
Gli stessi fatti hanno costretto l’intervento del nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale ha condiviso con il Ministro dell’Interno la seguente nota: “Il Presidente della Repubblica ha fatto presente al Ministro dell’Interno, trovandone condivisione, che l’autorevolezza delle Forze dell’Ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento.”
La nostra città – prosegue la mozione – non può esimersi dal condannare una degenerazione nella gestione delle manifestazioni, legali e pacifiche, a maggior ragione se queste camminano sulle gambe di giovani donne e uomini che rappresentano il nostro futuro, armati solo delle proprie idee e della volontà di costruire un mondo più giusto, pacifico e rispettoso del nostro prossimo, un mondo in cui nessuna donna, nessun uomo e nessun bambino subiscano prevaricazioni, limitazioni o morte per mano di un altro uomo.
Alla luce di ciò con l’atto i consiglieri chiedono di impegnare l’Amministrazione:
-ad esprimere solidarietà e vicinanza alle ragazze e ai ragazzi scesi nelle piazze italiane per manifestare le proprie idee di pace in maniera libera e non violenta;
– a condannare le cariche delle Forze dell’Ordine verso manifestazioni pacifiche non giustificate dall’immediatezza dei fatti e non accettabili in un paese libero e democratico come l’Italia;
– ad attivarsi presso il Governo e, nello specifico, il Ministero dell’Interno affinché richieda la massima chiarezza circa i fatti degli ultimi giorni e il massimo impegno affinché non accadano più, con atti concreti a tutela delle garanzie costituzionali sulle quali si fonda il nostro Paese.
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Safa Ghalib (Sinistra Universitaria) ha sottolineato che tutte le manifestazioni cui hanno partecipato gli studenti perugini per esprimere il proprio dissenso rispetto a scelte effettuate dalle Istituzioni sono state pacifiche; ciò è avvenuto anche in altre città italiane, dove, purtroppo i giovani sono stati accolti a manganellate. Circostanza che rappresenta, come detto da Mattarella, un fallimento e contro la quale è necessario che il Comune di Perugia prenda posizione.
Per Lorenzo Ferranti, (rete studenti medi) la mozione ha grande valenza, perché rappresenta l’occasione per il Comune di affermare una posizione ufficiale di sostegno ai giovani. Inoltre essa è condivisibile perché incentrata sulla tutela dei principi della libertà di manifestazione del pensiero.
Aprendo gli interventi consiliari, il capogruppo di Progetto Perugia Francesco Vignaoli ha parlato di mozione non condivisibile, ritenendo che il tema sia trattato al suo interno in maniera retorica e contraddittoria. Secondo il consigliere è retorico utilizzare il termine ragazzi, perché quando un gruppo di manifestanti tenta di sfondare un cordone di polizia si deve parlare solo di persone che si stanno ponendo in una posizione di illegalità.
Vignaroli ha tenuto a precisare come sia compito proprio delle forze dell’ordine garantire i diritti fondamentali previsti dalla Costituzione, partendo dalla libertà di manifestazione delle idee, del pensiero ecc. Altro termine non condiviso da Vignaroli è stato quello di “sciopero studentesco”, essendo in realtà lo sciopero – a suo dire – riservato ai lavoratori e non ai fruitori di servizi. Vignaroli ha quindi chiesto ai proponenti di ritirare l’atto perché basato su presupposti sbagliati; per il capogruppo i fatti raccontano di un tentativo dei manifestanti di sfondare una linea della polizia, circostanza non consentita dal nostro ordinamento. Ponendosi fuori dalla legalità, pertanto, i manifestanti hanno ingenerato la legittima reazione dei tutori dell’ordine pubblico.
Per il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni la mozione è da rigettare per varie ragioni.
In queste manifestazioni – ha ricordato – normalmente viene concordato un percorso tra organizzatori e forze dell’ordine. Nel caso di specie, nonostante gli inviti da parte della polizia, ciò non è stato possibile. Purtroppo è accaduto che per molto tempo gli agenti siano stati costretti a subire offese, sputi e calci: solo dopo ciò sono stati costretti a reagire con la carica.
Secondo Mattioni la mozione non è approvabile perché una condanna generalizzata delle forze dell’ordine farebbe passare un cattivo messaggio.
Lucia Maddoli (IPP) si è detta sconcertata dalle parole usate da Vignaroli, ritenendo che negli eventi di Firenze e Pisa si sia usata una violenza contro minorenni che non può essere tollerata, indipendentemente dall’antefatto. La condanna peraltro è stata espressa dallo stesso presidente Mattarella che ha parlato di fallimento.
Oggi – ha continuato – nessuno vuole accusare genericamente tutte le forze armate che garantiscono giornalmente la sicurezza dei cittadini, nonché la libertà di manifestare democraticamente il proprio pensiero.
Secondo la capogruppo PD Sarah Bistocchi il problema risiede nel fatto che non c’è stata solo Pisa; prima di Pisa ci sono stati tanti episodi in cui gli studenti, spesso minorenni, sono stati caricati a freddo, a volte manganellati e poi trattenuti a terra con la forza.
Sono state immagini sgradevoli e preoccupanti di fronte alle quali non si può non rimanere inerti. Per tali ragioni Bistocchi ha rigettato le parole di Vignaroli che hanno legittimato, di fatto, una reazione eccessiva della polizia, pur se di fronte a provocazioni. La reazione – ha detto – è possibile ma deve sempre essere proporzionata, perché in caso contrario diventa un fatto grave soprattutto se davanti ci sono ragazzi normali e non delinquenti.
Bistocchi infine ha segnalato che nella gestione di alcuni fatti si ha l’impressione dell’utilizzo dei “due pesi e due misure”: mentre ad Acca Larentia di fronte ad una manifestazione prossima all’apologia del fascismo c’è stato silenzio ed immobilismo, a Firenze e Pisa si è reagito con la violenza.
Anche Luca Valigi (Lega) ha preannunciato un voto contrario sull’atto. Pur ritenendo che si abbia il diritto di manifestare il proprio dissenso, tuttavia ciò deve sempre avvenire in maniera pacifica e nell’ambito della legalità.
Citando la frase di Bistocchi sui “due pesi e su misure” e, dunque, sulla disparità di trattamento, Valigi ha però indicato quale esempio quello delle violenze esercitate nel periodo covid nei confronti di quei lavoratori che, pur manifestando pacificamente contro il green pass (da lui definito lasciapassare per potersi recare al lavoro), sono stati oggetto di violenze e repressione. Eppure – ha concluso – in quell’occasione chi oggi alza la voce non ha effettuato alcuna levata di scudi.
Per Elena Ranfa (PD) non si devono creare dicotomie su questi temi tra cosa è di destra o di sinistra. Ha infatti concordato sul fatto che le forze dell’ordine non vanno né offese, né aggredite o provocate, bensì sostenute adeguatamente, trattandosi di concetti condivisi.
Nessuno, però, si deve macchiare di violenza, nemmeno esercitando una reazione, perché questa deve essere proporzionata. Su questo è stato chiaro anche il presiedente Mattarella e su tali fatti spetterà alla magistratura fare chiarezza definitiva.
Gino Puletti (Progetto Perugia) ha sostenuto che nella mozione non viene messo al primo posto il principio del rispetto delle regole in democrazia. Ha, poi espresso perplessità sugli interventi della minoranza, dai quali emergerebbe una sorta di strategia di governo finalizzata ad utilizzare le forze dell’ordine per reprimere la libertà. A tal proposito ha voluto leggere una dichiarazione del rappresentante sindacale delle forze di polizia da cui emerge che nella vicenda delle manganellate ai manifestanti non c’è alcun mandante, ma che le stesse sono frutto di un clima che sta surriscaldando le piazze. Occorre lasciare la polizia fuori dall’agone politico, perché essa risponde solo alla Costituzione.
Fabrizio Croce (IPP) ha sostenuto che una corretta gestione dell’ordine pubblico deve partire dal contesto. Nel caso di specie, a Pisa, non vi erano sedi o personalità istituzionali da dover difendere perché nessuna istituzione era messa a rischio. Il secondo dato certo è che dopo le cariche il pronto soccorso pediatrico è risultato pieno: ciò è molto grave.
Non è possibile, secondo Croce, che quando i giovani provano a rivendicare qualcosa o non vengono ascoltati o vengono picchiati.
Alessio Fioroni (FI) ha spiegato che Mattarella ha parlato di fallimento riferendosi all’uso della violenza. E’, però, un fallimento generale che accomuna istituzioni, educatori, Stato inteso come insieme delle persone che lo compongono.
Rivolgendosi a Croce, Fioroni ha chiesto di sapere se qualcuno pensa veramente che la polizia abbia voluto reagire con violenza deliberatamente rispetto alle provocazioni dei manifestanti. In realtà il problema è che in queste circostanze la polizia applica dei protocolli: dapprima cerca, come si è tentato di fare senza esito, di parlare con i manifestanti, poi cerca di contenere le offese (sputi, calci, spinte) e solo quando si trova spalle al muro è costretta a reagire.
Per Fioroni c’è un dato che emerge: i minorenni, loro malgrado, sono stati messi in prima linea per fare da cuscinetto ed usati da chi stava dietro in maniera strumentale ingenerando l’accaduto.
Con Puletti ha concordato Michele Cesaro (FI) secondo cui non è opportuno alimentare la tensione sociale. In merito al dispositivo, il consigliere ha espresso perplessità sia sul primo punto perché scritto partendo da un presupposto sbagliato non potendosi parlare di manifestazione non violenta vista la volontà di qualcuno di tentare di sfondare il cordone della polizia. Lo stesso dicasi del secondo punto, inaccettabile, perché propone di condannare genericamente le forze dell’ordine, quando invece saranno le indagini a dover chiarire se ci siano state o meno responsabilità dei singoli. Da qui il rigetto della mozione.
In replica Nicola Paciotti ha condiviso il rispetto e la considerazione nei confronti del ruolo delle forze dell’ordine, ma ha ribadito che la mozione non vuole condannare tout court tutti gli appartenenti alle forze armate bensì vuole fare chiarezza sull’accaduto.