La IV commissione consiliare Cultura, presieduta da Michele Cesaro, ha approvato con 8 voti a favore e 4 contrari l’odg di Lorenzo Mattioni (Lega) “richiesta reimpiego contingente militare operazione “Strade Sicure”.
Illustrando l’atto il capogruppo ha ricordato che l’operazione “Strade Sicure” è iniziata il 4 agosto 2008 sulla base della Legge n. 125 del 24 luglio 2008; nata, in origine, per combattere il terrorismo, prevedeva comunque la possibilità di impiegare il personale delle Forze Armate anche per specifiche esigenze di prevenzione dei fenomeni di criminalità in aree metropolitane.
In tale contesto l’Esercito Italiano è stato operativo anche nella città di Perugia da settembre 2020 fino alla primavera del 2022 principalmente nell’area della stazione di Fontivegge, in particolare tra piazza del Bacio da un lato e via del Macello dall’altro;
Tale presenza, in sinergia con Forze dell’ordine e Polizia Locale, ha consentito di elevare l’efficacia degli interventi effettuati ed ha consentito agli altri corpi di operare più efficacemente in altre aree del territorio comunale.
Nell’evidenziare che l’operazione strade sicure è ancora in essere, pur essendo stato diminuito il numero dei militari dedicati, Mattioni ha sottolineato che nell’area di Fontivegge si rileva un notevole incremento di presenze stanziali costituite da spacciatori, prostitute e soggetti molesti.
Per tale motivo è necessaria la presenza altrettanto stanziale di una forza pubblica che non sia solo in grado di contrastare la criminalità, ma che rappresenti una figura rassicurante per i cittadini.
In ragione di ciò Mattioni, con l’odg, propone di impegnare l’Amministrazione a rinnovare al Prefetto la richiesta di attivazione di “Strade Sicure”, al fine di ottenere che il contingente venga nuovamente impiegato principalmente nella zona di Fontivegge.
Il lunghissimo dibattito è stato aperto dalle parole dell’assessore alla sicurezza Luca Merli che ha ricordato come l’impiego dell’esercito nel progetto “strade sicure” consista in attività di supporto alle forze dell’ordine in termini di deterrenza e presidio del territorio. A Fontivegge nella prima fase del progetto è stata svolta un’attività importante dando un segnale, unitamente alle forze dell’ordine ed alla polizia locale, di presenza delle istituzioni.
Purtroppo in tempi successivi il contingente impiegato in strade sicure è stato ridotto determinando la sospensione del servizio anche a Perugia. Oggi – ha continuato – abbiamo quindi un’occasione importante che contribuirà a sostenere una richiesta già formulata al Prefetto. Merli ha spiegato che a Fontivegge si sta vivendo un periodo particolare con forte crescita delle persone atte a delinquere: ciò ha spinto Prefetto e Questore a mettere in atto alcune azioni straordinarie per scongiurare i fenomeni di malavita. In questo contesto, avere un presidio dell’esercito a fianco delle forze dell’ordine diventa importante ed auspicabile.
Il dibattito è proseguito con le audizioni dei residenti ed operatori di Fontivegge.
Il sig. Giulietto Albioni Presidente del Comitato Fontivegge ha espresso parere positivo per il reimpiego dell’esercito perché garantisce una maggiore sicurezza. Ha fatto notare che, a causa della precaria situazione dell’area, i prezzi delle case sono letteralmente crollati (meno 62% dal 2008 al 2018) mettendo in crisi i proprietari. A ciò si è aggiunta la chiusura di tante attività e di uffici con conseguente aumento del degrado oltre ogni immaginazione.
Anche il sig. Lanfranco Ghiani Presidente del Comitato Uniti per Fontivegge ha manifestato opinione positiva sulla richiesta di impiego dell’esercito; tuttavia a ciò deve accompagnarsi un’azione pregnante, da parte di istituzioni e residenti, volta a vivere il quartiere, favorendo la socializzazione e l’integrazione.
Francesco Patumi Presidente del Comitato Via Mario Angeloni ha parlato di fenomeno sociale incontrollabile, tanto da condividere la necessità di impiego dell’esercito, ma in forma significativa, visto che il problema della sicurezza è di Fontivegge e di altre aree della città.
A tal proposito è tornato a chiedere un posto fisso della polizia nel quartiere ed a porre in essere una sinergia operativa tra prefettura, questura ed Istituzioni per riparare ad una situazione difficilissima.
Il sig. Federico Minciarelli operatore commerciale di Via Mario Angeloni ha rimarcato come, rispetto ad alcuni anni fa, la situazione sia molto peggiorata con tanti uffici ed attività che hanno chiuso favorendo l’isolamento del quartiere. Oggi chi vive o lavora a Fontivegge ha paura a fronte di continui episodi di criminalità e degrado. Ecco spiegato il sì alla proposta di impiegare l’esercito anche se a ciò dovrà accompagnarsi un’azione di valorizzazione dell’area.
L’assessore Merli, replicando agli interventi, ha spiegato che l’attività “appiedata” dei militari dell’esercito non prevede l’uso dell’arma lunga che viene utilizzata solo nei presidi “statici” davanti ai luoghi sensibili. Per il resto si è detto favorevole alle politiche sociali, rimarcando però che le persone che delinquono non hanno nessuna intenzione di integrarsi e vanno quindi perseguite e, se stranieri irregolari, espulse.
Fabrizio Croce (IPP) ha parlato di situazione difficile, manifestando perplessità per la proposta della Lega che, comunque, va in coerenza con quelle presentate dal partito sia a livello nazionale che locale. Ciò che sorprende sono le evidenze che l’odg fa proprie, ossia la certificazione della precaria situazione di Fontivegge. Ciò, secondo Croce, confligge con i proclami fatti nel tempo dalla giunta e con gli investimenti effettuati sull’area, evidentemente sbagliati. Non si può parlare, come dichiarato da alcuni membri dell’esecutivo, quindi, di quartiere rinato visto che i problemi sono gli stessi di cinque anni fa; ed è chiaro che tali problemi, complessi, non si risolvono con l’esercito che già è intervenuto nel recente passato ma senza risolvere alcunchè. Per Croce, invece, servono politiche ed iniziative a lungo termine, che non si limitino alla repressione, ma che favoriscano la socialità.
Per il consigliere in chiusura l’odg certifica il fallimento delle politiche della maggioranza sulla sicurezza.
Da residente nel quartiere per oltre 20 anni, Emanuela Mori (IV) ha spiegato che per anni l’area è stato di fatto abbandonata dalle istituzioni, lasciando i cittadini da soli contro la malavita. Il governo Renzi e le istituzioni regionali nel recente passato hanno liberato importanti risorse per la riqualificazione di Fontivegge, ma gli investimenti fatti non sono serviti, con problemi annosi che si sono incancreniti. Secondo Mori, infatti, è inutile rifare una bella piazza se poi a fianco di essa c’è delinquenza; ciò vuol dire che i 32 milioni spesi per Fontivegge non sono stati spesi nel modo giusto.
Per la consigliera serve ben altro: la trasformazione della polizia locale in polizia di prossimità, la creazione di sinergie tra istituzioni, forze dell’ordine, cittadini ed amministratori di condominio, e, per giunta, il richiesto impiego dei militari, ulteriore deterrente contro la delinquenza.
Secondo Nicola Paciotti (PD) sul tema in esame si registra da un lato la difficoltà oggettiva dei cittadini, dall’altro la schizofrenia e presa in giro da parte dell’Amministrazione, il cui fallimento è evidente. Se infatti dopo 5 anni dall’applicazione di strade sicure, si richiede nuovamente l’uso dell’esercito, ciò vuol dire che la soluzione non è servita e non serve.
Occorre ben altro rispetto ai proclami: non basta militarizzare una città, ma serve la presenza dell’istituzioni sul luogo favorendo i servizi e la socialità senza scaricare sempre le colpe sul passato.
Anche Francesca Tizi (M5S) ha parlato di fallimento dell’Amministrazione visto che i cittadini oggi denunciano gli stessi problemi di 5 o 10 anni fa.
Ciò certifica che nessun passo in avanti è stato fatto. Riproporre, pertanto, una misura che già 5 anni fa non ha dato frutti, non basta se non accompagnata da politiche di sostegno dell’Amministrazione, Servono, cioè, azioni volte a favorire l’aggregazione e non solo interventi urbanistici; ciò significa che le ingenti risorse investite sul quartiere potevano essere impiegate diversamente. La città per dieci anni è stata amministrata dalla destra che aveva sulla sicurezza idee precise; idee che sono fallite.
Per Sarah Bistocchi (PD) il tema è vero e delicato. A Perugia c’è un problema di micro delinquenza, soprattutto in alcune zone tra cui Fontivegge, ma anche Porta Pesa, centro storico ed altre. Occorre chiedersi se, a fronte di ciò, la soluzione sia quella prospettata nell’odg (l’esercito), una soluzione che peraltro certifica il fallimento delle politiche dell’Amministrazione oltre che offrire un biglietto da visita delle città tutt’altro che accogliente.
Per la capogruppo è invece fondamentale la socialità, lo stare insieme nei quartieri con iniziative che provengano dai cittadini ma soprattutto dal Comune.
Michele Nannarone (FdI) ha sostenuto che gli interventi dell’opposizione cercano di confondere le idee. L’odg di Mattioni, infatti, propone una semplice soluzione che è in perfetta continuità con quanto fatto in passato con l’obiettivo di favorire la sicurezza. Si tratta di uno strumento che si aggiunge a tanti altri messi in campo dall’Amministrazione.
Mi pare – ha detto Nannarone – che l’opposizione stia solo cercando pretesti per non votare l’atto, trincerandosi dietro valutazioni che non trovano riscontro nella realtà.
Nannarone ha infatti rimarcato che occorre riattivare strade sicure semplicemente perché la misura, a causa di una riduzione degli organici dedicati, si è interrotta nel 2022, con conseguente aumento dei fenomeni delittuosi. Ecco perché oggi se ne richiede il ripristino, come stanno facendo altre città.
L’Amministrazione, ha concluso Nannarone, utilizza gli strumenti che ha per favorire la sicurezza: si pensi alla deterrenza ma soprattutto ai tanti investimenti sulla riqualificazione che hanno portato a rianimare aree prima abbandonate come il parco Vittime delle Foibe o lo skate park.
Per Lucia Maddoli (IPP) i problemi di Fontivegge sono reali ed è bene che se ne parli in Consiglio. La consigliera ha però detto di non concordare con la soluzione proposta nell’odg ritenendo che per superare il problema servono azioni diverse.
In particolare essendo la situazione complessa servono soluzioni complesse che devono coinvolgere politiche nazionali e locali mirate ed amalgamate tra loro. Queste politiche, soprattutto a livello nazionale, sono mancate visto che le scelte dell’attuale Governo, mirate alla sola repressione, stanno favorendo l’aumento delle irregolarità e, quindi, della criminalità a causa dell’emarginazione. Serve investire invece sull’inclusione sociale e lavorativa, senza far mancare, nel contempo, il presidio del territorio.
Su Fontivegge, ha continuato Maddoli, l’Amministrazione ha provato a fare qualcosa ma l’impressione è che si sia pensato solo ai contenitori, senza riempirli di contenuti.
Alessio Fioroni (FI) ha ricordato che l’odg chiede semplicemente la riattivazione del progetto strade sicure a Fontivegge, soluzione su cui emerge un’ampia convergenza. Altra cosa sono i dibattiti sulle politiche di sicurezza e le critiche “prevedibili” all’Amministrazione.
Fioroni, al contrario, ha spiegato che sul versante sicurezza la giunta ha fatto molto: si pensi all’aumento dell’organico della polizia locale, alla creazione di un nucleo dedicato al quartiere della stazione, alla riqualificazione di immobili e strutture prima in stato di degrado. Secondo il consigliere la sicurezza va garantita con un mix di azioni connesse: la repressione da parte delle forze dell’ordine, la presenza dell’esercito, gli investimenti, la socializzazione. Tutte cose che non sono in contrasto o alternative tra loro.
Replicando ai vari interventi l’assessore Luca Merli ha sostenuto con forza che l’Amministrazione finora non ha preso in giro nessuno e non ha alcuna intenzione di farlo in futuro. Pur sottolineando di non aver mai parlato volutamente del passato, Merli ha tuttavia rimarcato che molti dei mali di Fontivegge sono frutto di scellerate scelte urbanistiche datate che hanno creato nel quartiere contenitori vuoti i cui effetti negativi si sentono ancora oggi.
Sulla questione del posto fisso di polizia, Merli ha rivendicato il fatto che si sia fatto molto di più costituendo un nucleo della polizia locale composto da 9 agenti continuamente impegnati sul territorio. Ciò ha dato un segnale preciso di presenza dell’istituzione.
A questo si accompagna il progetto di riqualificazione in atto nel quartiere che sta dando i sui frutti: si pensi allo skate park, struttura costantemente manutenuta che ha permesso a tanti giovani di riappropriarsi di uno spazio prima preda della malavita.
Merli ha poi respinto l’affermazione cerca il presunto fallimento delle politiche sulla sicurezza da parte dell’Amministrazione, certificate secondo l’opposizione dalla richiesta di riattivazione di strade sicure. Non è così, ha sancito Merli, perché occorre comprendere che lo scenario odierno non è lo stesso di cinque anni fa, ma è notevolmente peggiorato con le presenze irregolari in Italia moltiplicatesi. Se in questi anni – ha detto – non avessimo alzato l’asticella dal punto di vista dei controlli e delle operazioni di repressione, oggi sarebbe impossibile vivere a Fontivegge. Se si è riuscito, quindi, a mantenere un livello, pur difficile, ma dignitoso di vita, lo si deve all’impegno massiccio profuso dalle forze dell’ordine e dall’Amministrazione comunale per contrastare un fenomeno fuori controllo.
Si è quindi fatto tanto in termini di sicurezza urbana integrata in profonda condivisione con tutte le forze dell’ordine.
Merli ha spiegato che nessuno vuole sostenere che la presenza dell’esercito risolverà ogni problema, ma tale soluzione rappresenta un contributo ulteriore alla sicurezza del territorio, unitamente alle azioni di riqualificazione in atto.
Il presidente Michele Cesaro (FI) ha spiegato che su Fontivegge è stato fatto molto investendo su di esso. Nel contempo, per sostenere i cittadini residenti, sono stati presentati odg come il suo volto a rivedere i valori catastali degli immobili. Purtroppo gli organi preposti non hanno ancora recepito tale soluzione.
Insomma le azioni a supporto di Fontivegge sono numerose e spaziano dalla repressione al controllo del territorio, dalla riqualificazione al sostegno dei cittadini. Purtroppo la situazione è complessa e ci vorrà del tempo per concretizzare i progetti in atto.
In replica finale Lorenzo Mattioni ha spiegato che l’odg è dettato da due esigenze: emergenza e contingenza.