La II (Bilancio) e III (urbanistica) commissione consiliare, presiedute rispettivamente da Alessio Fioroni e Cristiana Casaioli, hanno trattato l’odg della consigliera Morbello (Misto): “Energia elettrica prodotta in Umbria da fonti rinnovabili di origine idroelettrica”.
Il settore idroelettrico – ha spiegato Morbello – fornisce il 40% di tutta la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Europa; In Italia le centrali idroelettriche rappresentano il 70% delle fonti rinnovabili e producono il 40% della produzione totale di energia elettrica.
In Umbria, dove esistono 9 centrali, il settore idroelettrico copre abbondantemente il consumo regionale delle famiglie visto che produce oltre 1700 gigawatt a fronte di un consumo per uso domestico inferiore a 1000 gigawatt.
Secondo Morbello dai dati emerge chiaramente che è il momento di introdurre una politica energetica per lo sfruttamento pubblico delle nostre risorse naturali – a partire dall’acqua – a favore della nostra comunità. Come già avviene in altre regioni piccole (es. Valle d’Aosta o Basilicata) basterebbe riservare alla Regione Umbria la maggioranza della società che in futuro gestirà le concessioni in scadenza, come la legge consente di fare (d.l 135 del 1018).
Secondo la consigliera, in sostanza, emerge con tutta evidenza la necessità di impiegare a vantaggio dell’intera comunità umbra le opportunità che offre la legge attraverso la costituzione di una società a capitale misto pubblico-privato per la gestione delle centrali idroelettriche regionali. Ciò consentirebbe di incrementare le risorse finanziarie regionali e comunali in modo significativo a vantaggio dell’intera comunità.
Per queste ragioni con l’odg Morbello impegna il Sindaco e la Giunta a sollecitare la Regione Umbria a costituire una società regionale (con la partecipazione del Comune di Perugia e dei comuni umbri interessati) a capitale misto pubblico-privato (nella quale la parte pubblica detenga la maggioranza del capitale sociale) a cui affidare la gestione di grandi derivazioni di acqua a scopo idroelettrico per l’assegnazione delle relative concessioni.
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L’avv. Marco Sansoni, presidente di Italia Nostra, ha confermato che la regione Umbria ha l’opportunità di innovare la propria politica energetica. In Umbria vi è un’immensa ricchezza: ossia il fiume Nera che ha una portata d’acqua costante per l’intero anno di un terawatt e mezzo l’ora che assicura un’energia costante, sufficiente per coprire il fabbisogno residenziale per 1,5 milioni di persone, molto superiore agli abitanti dell’Umbria.
Da questa enorme produzione arriva alla regione Umbria dai concessionari un importo di 9 milioni l’anno, a fronte di un introito a bilancio di 150-200 milioni.
Per Sansoni, dunque, sul punto si è persa finora una grande occasione visto che a Regione e Comuni interessati sono state lasciate le briciole. E’ quindi giunto il momento di riappropriarsi di queste risorse, nel pieno rispetto di ciò che impone la normativa nazionale e regionale.
Il dirigente Gabriele De Micheli, entrando nel merito della legge regionale 1 del 2023, ha spiegato che essa si applica a concessioni che danno luogo ad impianti di potenza superiore a 3mila kilowatt. All’art. 21 e 24 si specifica che i benefici devono andare ai territori interessati dagli impianti di grande derivazione.
Nel Comune di Perugia vi è come unico corso d’acqua utilizzabile il fiume Tevere, tramite l’impianto di Ponte Felcino-Villa Pitignano che ha una potenza installata di 1985 kilowatt e quello di Ponte San Giovanni con una potenza di 2mila kilowatt, entrambe inferiori al limite indicato dalla legge regionale che per l’effetto non si applica.
Nel territorio dell’Umbria sono invece interessati dalla legge diversi impianti, soprattutto nell’area ternana.
Per il dirigente dunque alla luce del dettato normativo vigente i benefici per il Comune di Perugia possono essere minimi.
Il consigliere Michele Cesaro (FI) ha parlato di tema strategico, fornendo i dati del fenomeno: in Italia gli impianti sono oltre 4700, ci cui solo 9 in Umbria. Ciò per la particolare conformazione soprattutto del fiume Tevere che non consente impianti di potenza rilevante a differenza di quanto avviene nel Ternano. Secondo Cesaro nell’odg di Morbello sono riportati dati non corretti, in particolare per ciò che concerne il peso dell’idroelettrico nell’ambito delle fonti rinnovabili e sulla produzione totale di energia: quest’ultimo dato è vicino al 15% ma non certo al 40% riferito.
Analizzando la legge regionale citata, Cesaro ha spiegato che al suo interno sono stati ritoccati in maniera significativa i canoni dovuti dai concessionari rispetto al passato.
Essendo in scadenza ben 7 concessioni umbre sulle 9 totali nel 2029 – ha continuato Cesaro – la regione Umbria nella legge ha inserito nell’art. 9 la previsione della società a capitale misto pubblico-privato: un’apertura chiarissima verso tale soluzione. Questo è il passaggio basilare della normativa in esame che conferma la volontà della giunta regionale di prendersi cura degli interessi di tutta la popolazione regionale. Dunque si guarda verso uno scenario in cui si potrà, dati alla mano, scegliere cosa fare: o proseguire con l’acquisizione di canoni di concessione o dar corso alla costituzione della società mista per una gestione diretta.
Nessuno in Umbria, quindi, pensa di non utilizzare la risorsa idrica, ma ciò avverrà dopo attenta riflessione.
Cesaro pertanto ha sostenuto che il percorso richiesto nell’odg è già stato avviato da tempo (circa un anno), con conseguente voto contrario sull’atto.
In replica Morbello ha ribadito che sul tema l’Umbria è in ritardo vista l’ormai prossima scadenza di molte concessioni. Occorre quindi attivarsi da subito per preparare il percorso ed arrivare all’appuntamento tempestivamente.
Per Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) la legge regionale all’art. 2 prevede il limite di 3kilowatt per essere ricompresi nell’ambito della stessa. Ciò significa che Perugia al momento è escluso; di talché non appare opportuno che il Comune di Perugia si prenda un impegno su una materia nella quale non ha alcuno strumento a disposizione.
Il dibattito è stato rinviato alla prossima seduta per audire l’assessore competente.