Commissione cultura: sì agli odg sul superamento della fila di genere e sulla creazione di una rete socio-sanitaria

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13 maggio 2025
- Redazione
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La IV commissione consiliare permanente cultura ha discusso nel corso della seduta di martedì 12 maggio due ordini del giorno.

E’ stato approvato con 13 voti a favore e 3 astenuti l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Ermenegildi, Pasquino, Phellas, Paciotti del gruppo Partito Democratico, Carini del gruppo Pensa Perugia, Cenci e De Salvo del gruppo Anima Perugia, Donato e Nuzzo del gruppo Movimento 5 Stelle, Falistocco del gruppo Alleanza Verdi Sinistra avente ad oggetto: “Superamento della doppia fila di genere durante le operazioni di voto”.

Illustrando l’atto Lorenzo Ermenegildi Zurlo ha riferito che Il Testo Unico delle leggi per la disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali prevede, agli articoli che disciplinano la formazione delle liste elettorali (artt. 5, 8, 16 e 37), che le medesime siano distinte per uomini e donne.

La su indicata distinzione deve considerarsi anacronistica, in quanto non tiene conto dell’avvenuto riconoscimento nella società contemporanea di condizioni che la trascendono, quali la non binarietà.

L’indicazione normativa, che obbliga a distinguere gli elettori in uomini e donne, ha comportato l’instaurarsi di una semplice consuetudine (e non di un obbligo di legge) per cui, all’atto dello svolgimento delle operazioni di voto, i Presidenti dei seggi dividono l’elettorato in due file distinte per genere, costringendo, ad esempio: 1) le persone transessuali  per cui non è avvenuto l’aggiornamento anagrafico a inserirsi nella fila indicante un genere a cui di fatto non appartengono; 2) le persone non binarie a “scegliere” forzatamente un genere anche se le loro identità non ricadono nelle categorie di uomo e donna.

Ciò determina una situazione di potenziale discriminazione, costringendo persone transgender e non binarie ad optare per la rinuncia all’esercizio del loro diritto di voto.

In ragione di ciò gli istanti impegnano l’Amministrazione:

-a fornire, a partire dalla prossima consultazione elettorale, attraverso i competenti Uffici comunali, ai Presidenti di seggio indicazioni operative dirette alla predisposizione degli elettori presenti al seggio in un’unica fila di attesa, superando la consuetudine della divisione degli stessi in due file secondo il criterio del genere uomo-donna;

– Ad intervenire nelle opportune sedi, tra cui l’Associazione Nazionali Comuni Italiani (ANCI), affinché si attuino le iniziative necessarie per giungere alla modifica dell’attuale legislazione in materia di disciplina dell’elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali (D.P.R. n. 223/1967), per ciò che concerne le norme che prevedono, nella formazione delle liste elettorali, la divisione delle stesse secondo il genere uomo-donna , passando ad un sistema a lista unica.

L’avv. Marco Angeletti dell’Avvocatura per i diritti LGBTI Rete Lenford ha confermato le parole di Ermenegildi Zurlo, evidenziando che è stata presentata al garante una lettera di protesta per violazione della privacy proprio in ragione della questione in oggetto.

Angeletti ha ribadito che la normativa vigente è molto datata, addirittura antecedente alla Costituzione. Cosa diversa sono le prassi, come quella in esame (suddivisione dei votanti per file), che non rappresentano obblighi di legge e possono e devono essere quindi superate.

Il segretario dell’Associazione Omphalos Roberto Mauri ha parlato di questione importantissima per chi vive una condizione trans perché tali soggetti vengono costretti a trovarsi in una situazione di forte disagio nell’essere costretti a fare una sorta di outing “violento” in occasione dell’esercizio del voto. Con semplicità è possibile evitare questa sofferenza a tali persone.

La dirigente Ilenia Filippetti ha spiegato che, trattandosi di disposizione di legge, i comuni non possono effettuare la compilazione delle liste senza tenere conto della distinzione tra uomini e donne. L’odg tuttavia fa riferimento ad una prassi riguardante la gestione delle file nei seggi su cui è possibile operare.

A tal proposito la dott.ssa Anastasia Ciarapica ha confermato che il Comune ha il compito di inoltrare le liste suddivise sulla base della normativa vigente tra uomini e donne. Tuttavia, in merito alla prassi, l’ufficio elettorale si può rendere disponibile, in caso di accoglimento dell’odg, a distribuire nei seggi ai presidenti l’invito affinché non si determinino discriminazioni (anche tramite file distinte) nell’accoglienza degli elettori.

L’assessora Francesca Tizi ha sostenuto che l’attuale distinzione degli elenchi appare anacronistica e discriminatoria. E’ una divisione che non ha giustificazione né tecnica né amministrativa, ma può creare grandi problemi per alcuni soggetti. Va quindi tutelato in ogni modo il diritto di voto che non può e non deve trasformarsi in qualcosa di respingente.

Vi è la necessità, secondo Tizi, di procedere al superamento della separazione rigida tra uomini e donne nell’esercizio del voto con piena affermazione della democrazia.

L’assessora Costanza Spera ha parlato di proposta che è necessario mettere in campo trattandosi di un dovere civile. Ciò affinché la democrazia diventi effettivamente rappresentativa consentendo il diritto di voto per tutti.

Se possiamo fare qualcosa per favorire la partecipazione al voto, ben venga questa iniziativa volta all’inclusione.

Il decreto vigente, ha detto Spera, è del 1967 ed appare ormai anacronistico: lanciamo da Perugia, quindi, un appello ad Anci affinché venga proposta una modifica della normativa nazionale. Quella di oggi è un’azione piccola, ma può valere molto per i soggetti interessati.

Il consigliere Leonardo Varasano ha chiesto di sapere quali città, oltre alla citata Milano, abbiano attivato questa soluzione. Ciò per comprenderne la fattibilità.

L’avv. Angeletti ha citato i casi di Padova, Bologna e Udine.

La consigliera Elena Fruganti (FdI) ha detto di condividere senza problemi il primo punto riconoscendone la legittimità e bontà. Qualche perplessità è emersa  invece sul secondo punto non avendo – ha detto Fruganti – gli elementi adatti per comprenderne la portata. Ben venga quindi l’intervento sulla prassi su cui il Comune può intervenire, mentre su usi e consuetudine occorre prudenza trattandosi di fonti di diritto.

Il consigliere Federico De Salvo (Anima Perugia) ha sostenuto pienamente l’odg avendo toccato con mano le sofferenze ed i disagi che le persone trans e non binarie vivono nella quotidianità. Si tratta peraltro di persone che hanno uguali diritti rispetto a tutte le altre, ma che purtroppo ancora oggi vengono discriminate.

Questo atto rappresenta quindi una forma di attenzione verso quella che rappresenta oggi una forma di marginalità e l’avvio di un percorso per poterle tutelare tutte.

Stefano Nuzzo (M5S) ha parlato di tema che può sembrare marginale ma che attiene al rispetto dei diritti individuali ed alla piena partecipazione.

Nuzzo ha confermato che la normativa nazionale è datata ed ormai superata: essa ha dato origine ad una mera prassi che, tuttavia, non rappresenta un obbligo di legge. La stessa, essendo discriminatoria, deve essere superata promuovendo una cultura civica rispettosa di tutti.

Secondo Edoardo Gentili (FI) la proposta contenuta nell’odg, essendo meramente organizzativa, è facilmente realizzabile non avendo peraltro nulla a che vedere rispetto agli obblighi imposti dalla legge vigente sulla costituzione delle liste elettorali per genere.

Quest’ultima, probabilmente, trae origine dal fatto che negli anni ‘40 fu riconosciuto il diritto di voto anche alle donne e dunque si rese necessario distinguere tra i due generi.

Come Consiglio comunale, ha detto Lucia Maddoli (Orchestra per la Vittoria) possiamo agire sulle prassi dando vita, in ogni caso, ad un importante cambiamento, propedeutico ad un’azione volta all’aggiornamento della normativa nazionale ormai datata ed anacronistica.

Anche secondo Fabrizio Ferranti (Perugia per la sanità pubblica) tramite questa proposta si può compiere un primo passo verso un percorso finalizzato alla revisione della normativa nazionale non più adatta ai tempi.

Lorenzo Ermenegildi Zurlo (PD) ha voluto informare i consiglieri che misure in linea con i due odg sul tema discussi in commissione sono oggetto di trattazione in Senato e puntano a superare la suddivisione rigida per genere presente nel Testo unico. Quando alla proposta odierna ha spiegato che con essa non si chiede di riconoscere alcunché di nuovo ma di prendere atto di una situazione reale tutelando i diritti di tutti.

In replica finale Cesare Carini (Pensa Perugia) ha parlato di tema importante perché ha a che fare con un cambiamento di cultura. Quella stessa cultura che, pur essendo passati oltre 60 anni dall’adozione del Testo unico, non ne ha consentito ancora il superamento. Ciò pur essendo stata approvata nel 1975 la riforma della famiglia con superamento del patriarcato.

***

Successivamente è stato approvato all’unanimità l’ordine del giorno presentato dal consigliere Cesare Carini del gruppo Pensa Perugia avente ad oggetto: “Sulla creazione di una rete socio-sanitaria organizzata per la gestione di “persone con problematiche sociali” afferenti al Pronto Soccorso dell’azienda Ospedaliera di Perugia.

Illustrando l’atto Carini ha spiegato che sono numerosi i “persone con problematiche di tipo sociale” che afferiscono quotidianamente al Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Perugia; ciò crea problematiche di tipo organizzativo e gestionale oltre a rendere difficoltosa la risoluzione stessa del problema che ha motivato l’accesso nella struttura ospedaliera.

Per problematiche sociali s’intende persone con bisogni “estemporanei”, come un pasto, un posto caldo dove riposarsi o passare la notte, ma anche persone che necessitano di una gestione nel lungo periodo ossia soggetti con etilismo cronico, tossicodipendenza, problematiche psichiatriche senza indicazione al ricovero, anziani soli non autosufficienti, disabili, o qualsiasi altra condizione in cui la persona necessita di un supporto socio-sanitario per un periodo di tempo più o meno lungo.

Allo stato attuale non esiste una rete che metta in comunicazione le strutture sanitarie e sociali, mettendo in difficoltà gli operatori del pronto soccorso.

In ragione di ciò Carini impegna l’Amministrazione al fine di attivare, in collaborazione con il personale incaricato del pronto soccorso e la dirigenza dell’azienda Ospedaliera di Perugia, una rete di supporto organizzata e predefinita in base alle necessità specifiche e contingenti per la presa in carico in acuto e nel lungo periodo di persone con problematiche sociali. Tale rete verrà creata promuovendo, in raccordo con la regione Umbria, l’azienda ospedaliera di Perugia, la Asl Umbria 1, gli enti del terzo settore, l’attivazione di percorsi integrati tra pronto soccorso, case di comunità, punti unici di accesso e servizi sociali territoriali. La creazione di detta rete, con la valorizzazione ed il potenziamento del ruolo della medicina di prossimità, avrà altresì la finalità di contenere l’accesso improprio alle strutture di emergenza e garantire condizioni di vita adeguate e dignitose per le persone con problematiche sociali.

La dott.ssa Alessandra Lignani medico del Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Perugia ha confermato la gravità del problema e l’importanza della creazione di una rete.

Ha comunque informato del fatto che in pronto soccorso si è attivata recentemente una modalità operativa che consente di attribuire ai casi con valenza sociale un codice di dimissione dedicato.

L’assessora Costanza Spera ha parlato di odg importante perché dà all’Amministrazione lo stimolo di intervento e coordinamento, ma anche la possibilità al Consiglio di discutere di questi temi, facendo comprendere la complessità del mondo del sociale.

Spera ha chiarito che il tema delle dimissioni protette è sotto l’attenzione dell’Amministrazione, tanto è vero che è stato costituito un gruppo di lavoro sul punto (con assistenti sociali del Comune ed azienda ospedaliera) proprio su richiesta dell’assessorato al sociale. L’equipe cerca di capire come affrontare insieme un tema di non facile soluzione.

L’assessora ha infatti spiegato che dietro ad un caso sanitario può esserci anche un caso sociale, ma dietro ad un caso sociale c’è sempre un caso sanitario.

La questione riguarda, quindi, tutti, perché i problemi di povertà a Perugia sono in crescita e tante persone sono sempre più sole. In tali situazioni di marginalità i pronto soccorso rappresentano spesso un porto sicuro, con tutti i disagi del caso. Serve quindi un lavoro di rete che coinvolga tutti i soggetti competenti.

Nel ricordare le numerose azioni già messe in campo dall’Amministrazione per incrementare i servizi offerti, Spera ha espresso l’auspicio che nel gruppo di lavoro costituito possano entrare anche rappresentanti del pronto soccorso.

Nicola Volpi (FdI) ha parlato di odg condivisibile perché è importante fare rete. Ciò in quanto nel pronto soccorso ed in tutta l’azienda ospedaliera vi sono criticità che occorre affrontare, partendo dalla folta presenza nella struttura di persone senza fissa dimora.

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