La IV commissione ha trattato, nel corso della seduta del 29 luglio, tre ordini del giorno.
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E’ stato discusso l’Ordine del giorno presentato dai consiglieri di opposizione, avente ad oggetto: Misure comunali a sostegno della natalità e della famiglia.
Illustrando l’atto, Nicola Volpi ha riferito che i dati istat certificano un ulteriore calo della natalità in Italia, con un tasso di fecondità sceso a 1,18 figli per donna nel 2024, ilvalore più basso mai registrato. A fronte di ciò il Comune, pur nei limiti delle proprie competenze, può adottare misure concrete per favorire la natalità e sostenere le famiglie.
Ciò può avvenire, come fatto da altri Comuni italiani, con politiche locali efficaci per rendere più sostenibile la scelta di avere figli, attraverso agevolazioni economiche, miglioramento dei servizi per l’infanzia e sostegno alla conciliazione vita-lavoro.
Detto che il Comune ha aderito al Network nazionale dei Comuni amici della famiglia ricevendo la certificazione di “Comune amico della famiglia”, xx ha spiegato che la precedente amministrazione aveva adottato alcune misure di sostegno alla natalità, come l’assegno di maternità comunale, il progetto “Percorso Nascita” a supporto delle famiglie dal sesto mese di gravidanza ai primi tre anni di vita del bambino, i Consultori Familiari 2.0 con servizi multidisciplinari gratuiti per le famiglie, l’iniziativa “Family Card” e la distribuzione di kit di benvenuto ai nuovi nati.
In continuità con tali azioni, pertanto, i consiglieri impegnano l’Amministrazione:
-a valutare un potenziamento delle misure già in essere, incrementando le risorse economiche destinate agli interventi per la famiglia e la natalità;
-a valutare e mettere in atto, nei limiti delle competenze comunali, iniziative a sostegno della natalità e della famiglia, quali: agevolazioni sulle tariffe comunali per i servizi educativi (nidi, mense scolastiche, trasporti); istituzione di un contributo economico per ogni nuovo nato residente nel Comune, potenziamento dei servizi per l’infanzia, ampliando la rete degli asili nido comunali e promuovendo convenzioni con strutture private per ridurre le liste d ‘attesa;
-favorire la conciliazione tra vita familiare e lavorativa, attivando incentivi per le aziende locali che adottano misure di flessibilità oraria per i dipendenti con figli piccoli;
-a prevedere agevolazioni abitative per le giovani coppie e le famiglie con figli, valutando sgravi su IMU e TARI o altri strumenti di sostegno;
-a promuovere campagne di sensibilizzazione sull’importanza della natalità e del sostegno alla famiglia, in collaborazione con scuole, associazioni e realtà locali;
-a promuovere un confronto con le realtà sociali ed economiche del territorio per individuare ulteriori strumenti utili al sostegno della natalità;
-a individuare nel bilancio comunale risorse dedicate a tali misure, anche attraverso bandi regionali, nazionali ed europei.
Paolo Pauselli (Forum delle famiglie) ha confermato le criticità in Italia sul tema della natalità, chiedendo quindi un impegno specifico della politica per invertire il trend, dovuto spesso alle condizioni economiche e non alle volontà delle persone.
Serve quindi una fiscalità equa che tenga conto della composizione della famiglia, nonché interventi mirati come chiesto nell’odg, potenziando le iniziative già in essere (centri per le famiglie, ecc.).
L’assessora alle politiche sociali Costanza Spera ha analizzando punto per punto le molteplici richieste contenute nell’atto. Sul primo (potenziamento misure) ha chiesto di sapere di quali si trattano. Se riferire ai centri per famiglie, in particolare, ha confermato che con agenda urbana ne verranno costituiti altri due (a San Sisto e Monteluce-Sant’Erminio).
Ha ricordato poi che, grazie ad un bando nazionale, arriveranno risorse per 3 milioni di euro per la lotta contro l’esclusione giovanile, rivolta anche alle famiglie. Sul piano consultori, inoltre, ci sono moltissimi interventi dedicati alle famiglie (genitorialità e mediazione familiare).
Sulla conciliazione vita familiare/lavorativa (quarto punto), l’assessora ha sostenuto che occorre ribaltare il punto di vista, operando in particolare sulla tutela delle donne per permettere a queste ultime di realizzare la richiesta conciliazione tra figli e lavoro.
Si tratta, in ogni caso, di interventi (gli incentivi per le aziende) di competenza della regione.
Su agevolazioni per giovani coppie e famiglie (sgravi imu e tari) occorre procedere all’audizione dell’assessora al bilancio Sartore competente per materia. Anomalie, però, emergono a Perugia sull’esistenza di due diversi accordi sul canone concordato, dove incidono queste tipologie di sgravi. Permane il tema dell’emergenza abitativa che colpisce famiglie, giovani coppie e altri soggetti: per questo si sta lavorando su un’agenzia per l’abitare per intermediare i rapporti tra proprietari e inquilini per agevolare l’ingresso nel mercato per le categorie fragili.
Sulla campagna di sensibilizzazione sulla natalità, Spera ha parlato di richieste generiche; secondo l’assessora, in ogni caso, parlare di natalità significa parlare di pari opportunità, di servizi per le donne, di mettere in condizione le famiglie (donne in particolare) di poter scegliere liberamente.
Infine l’assessora ha argomentato che, per fortuna, l’Italia è un paese dove esistono molte differenze: sarebbe quindi ora di iniziare a parlare di famiglie e non più soltanto di famiglia.
L’assessora all’istruzione Francesca Tizi ha fornito alcuni dati relativi ai servizi comunali fondamentali per la promozione della natalità ed il sostegno alle famiglie.
Sul tema delle agevolazioni relative ai servizi educativi, ha spiegato che il sistema attuale è già equo e progressivo (con esenzione per le famiglie con isee basso, ossia sotto i 20mila euro, anche grazie ai contributi garantiti da inps).
Dunque aumentando le risorse in questo settore non si andrebbero ad agevolare le famiglie con reddito basso, ma solamente quelle con redditi significativi (isee superiore a 40mila euro), non realizzando la citata equità sociale.
Tizi ha ricordato che il servizio nido per il Comune ha già oggi un costo molto alto, pur in presenza del pagamento della retta massima.
Sulla refezione scolastica, l’assessora ha spiegato che si è provveduto ad un affidamento di gara che determinerà un aumento dei costi del 20%, necessario per adeguarsi alla qualità del servizio, costi del lavoro, ecc. Tale aumento non ricadrà sulle famiglie, perché l’Amministrazione ha deciso nell’anno in corso di mantenere intatte le tariffe.
Anche in questo ambito si ricorda che la tariffa è progressiva e prevede esenzioni per le famiglie con isee basso ed una tariffa massima mensile di 85 euro per i redditi più alti.
Sul trasporto, vi sono tariffe differenziate con esenzioni per alcune fasce di reddito. Il Comune in questo ambito copre un costo elevato; nell’anno in corso non sono previsti aumenti.
Sul potenziamento dei servizi (terzo punto del dispositivo), Tizi ha spiegato che quello dei nidi si caratterizza per un sistema dinamico ed integrato con 532 posti a gestione diretta, 40 posti in gestione diretta e 226 in convenzione con privati per un totale di 798 posti, in crescita rispetto al passato.
Negli ultimi due anni è aumentata soprattutto l’offerta in convenzione a conferma di una strategia volta a rafforzare il sistema. Per il 2025 le domande di ingresso sono state 727 in aumento rispetto al 2024 del 3,9%; a queste si sommano le riconferme che sono 419 (in forte crescita). Per i nuovi ingressi sono rimasti 379 posti, con una lista di attesa di 349 (+78 rispetto all’anno scorso). Le liste di attesa, fisiologicamente, sono destinate a diminuire.
Per il prossimo anno sono previsti più posti (+32) grazie alla riapertura del nido di Case Bruciate in fase di costruzione grazie a fondi del pnrr.
Il consigliere Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha parlato di indirizzo chiaro nell’odg in favore della famiglia; ovviamente da attuare con gradualità ed individuando azioni specifiche e dettagliate. Ciò alla luce di dati sulla riduzione degli abitanti molto preoccupanti.
Nel restringere il campo, vi sono cose per Varasano che possono essere attuate dal Comune non attenendo alla competenza regionale: si pensi, ad esempio, al prolungamento degli orari di nidi ed infanzia per essere maggiormente concorrenziali rispetto al privato, sulla scorta di quanto avviene in altri Paesi europei (es. Belgio). La seconda proposta è ripristinare la “scatola” di benvenuto per i nuovi nati in collaborazione con Afas.
Riccardo Vescovi (Anima Perugia) ha parlato di odg condivisibile nelle premesse e nelle linee programmatiche perché la denatalità è un problema molto serio così come la questione femminile su cui il Comune sta lavorando.
Manca secondo Vescovi una fiducia rivolta al futuro, anche alla luce delle difficoltà della fascia più anziana della popolazione.
Per il consigliere le famiglie (e non solo la famiglia tradizionale) vanno sostenute: è compito della politica infatti garantire diritti a tutti e tutte, tutelando anche le minoranze.
L’odg tuttavia è carente negli impegni che sono troppi, generici e malposti oltre a prevedere coperture economiche tutte da determinare.
Vescovi ha spiegato che molte azioni a tutela delle famiglie sono già state sviluppate o in corso di attuazione, ma ciò non toglie l’impegno a fare ancora di più.
Secondo Laura Tanci (Anima Perugia) il tema rappresenta un’urgenza che l’Amministrazione sta già affrontando, ma con un punto di vista diverso. Non si cercano interventi una tantum ma di mettere in campo azioni messe a sistema.
Ad esempio si sta lavorando sul tema della casa, assente nell’odg, o sulla tutela delle donne a tutto tondo. In merito alla scatola di benvenuto, Tanci ha ricordato che da anni non viene più inviata, essendo stata sostituita in passato dal progetto baby newsletter, che l’Amministrazione sta cercando di ripristinare potenziandolo ulteriormente.
La dirigente Ilenia Filippetti circa l’estensione dell’orario, ha spiegato che la proposta è sicuramente utile e buona, perché in linea con un indirizzo di potenziamento condotto negli ultimi anni, ma ne andrà verificata la fattibilità tecnica, sia in termini di spazi che di personale, nonché delle risorse necessarie per gli arredi.
Secondo Edoardo Gentili (FI) bocciare l’odg per presunta genericità non è condivisibile e manderebbe un messaggio sbagliato all’esterno. Ha quindi rivolto un appello alla maggioranza ad approfondire il testo, che contiene impegni nel dispositivo volutamente ampi onde lasciare alla giunta ed agli uffici molteplici spazi di manovra concreta.
Dunque l’atto si pone come obiettivo il sostegno alla natalità e su questo, in quanto emergenza assoluta, occorre che tutte le parti politiche si impegnino concretamente.
Laura Tanci ha proposto di ritirare l’atto scrivendone uno nuovo congiunto maggioranza-opposizione.
In replica finale Nicola Volpi (FdI) ha ritenuto inappropriato il giudizio dato da un consigliere di maggioranza sull’odg, come già avvenuto altre volte per diverse iniziative dell’opposizione. Ha quindi richiesto di mantenere il garbo istituzionale.
Nel merito Volpi ha ricordato che l’atto è stato presentato da diverso tempo; pertanto è normale che alcune iniziative successivamente siano state realizzate.
Il consigliere ha rimarcato che negli ultimi 10 anni si sta camminando lungo un solco, ossia quello del potenziamento dei servizi all’infanzia su cui anche l’assessora Tizi ha manifestato attenzione; su questo versante l’opposizione chiede dunque di agire ulteriormente.
Respingendo la richiesta di ritiro dell’atto rivolta da Tanci, Volpi ha invitato la maggioranza a presentare emendamenti sul testo, onde poterli valutare in concreto. Nel contempo ha preannunciato l’intenzione di rinviare il voto onde audire l’assessora Sartore.
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Successivamente è stato discusso l’Ordine del giorno presentato dai consiglieri di opposizione, avente ad oggetto: Interventi a favore della continuità didattica per gli alunni con disabilità.
Elena Fruganti (FdI), in sede di illustrazione, ha riferito che secondo i dati ISTAT relativi all’anno scolastico 2023/24, il 57% degli alunni con disabilità cambia insegnante di sostegno ogni anno, mentre 1’8,4% lo cambia nel corso dello stesso anno scolastico. La discontinuità didattica rappresenta un grave ostacolo per l’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, compromettendo la qualità dell’apprendimento e il loro benessere psicologico.
La gestione del personale scolastico – continua Fruganti – è di competenza statale, ma il Comune può svolgere un ruolo di supporto e coordinamento per migliorare le condizioni di inclusione nelle scuole del territorio. In particolare è fondamentale coinvolgere le istituzioni scolastiche, le famiglie e le associazioni per monitorare la situazione e avanzare proposte concrete.
Il Comune inoltre ha la possibilità di promuovere iniziative di formazione e supporto per gli insegnanti di sostegno e per il personale educativo.
Fatte queste premesse i consiglieri impegnano l’Amministrazione:
-a istituire un tavolo permanente di confronto tra Comune, dirigenti scolastici, associazioni di famiglie e docenti, con l’obiettivo di monitorare la continuità didattica e proporre soluzioni efficaci;
-a promuovere iniziative di formazione e supporto per gli insegnanti di sostegno e il personale educativo, anche in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia;
-a sviluppare progetti comunali di inclusione scolastica volti a garantire continuità nel supporto agli alunni con disabilità, anche attraverso il potenziamento delle figure educative complementari;
-a sollecitare la Regione Umbria affinché vengano adottate misure efficaci per garantire una maggiore stabilità degli interventi di sostegno, anche attraverso meccanismi di progettazione pluriennale;
-a valutare l’adozione di incentivi o agevolazioni per i docenti di sostegno che operano stabilmente nelle scuole del territorio, al fine di favorirne la permanenza.
L’assessora all’Istruzione Francesca Tizi ha parlato di tema centrale e determinante. Tuttavia ha voluto chiarire i diversi livelli di competenze istituzionale, non essendo tutte in capo al Comune. La continuità didattica è una questione importante per favorire il benessere del bambino; il ruolo centrale in questo contesto è svolto dal ministero dell’Istruzione e dall’ufficio scolastico regionale (criteri di assegnazione del personale, tempi, risorse, ecc.).
Ciò che il Comune può fare riguarda l’assistenza scolastica educativa: non si tratta di insegnanti di sostegno ma di operatori che intervengono sui temi dell’autonomia e della relazione, facilitando la partecipazione alla vita scolastica dei bambini con disabilità.
Nell’ultima variazione di bilancio è stato chiesto ed ottenuto un aumento delle risorse per questo settore di oltre 450mila euro; ciò perché le risorse provenienti dallo Stato sono basse, insufficienti ed in costante diminuzione (fondo inclusione per la disabilità ridotto del 50%).
Sulla base di questi numeri è certo che ad ottobre dovrà essere richiesta una ulteriore variazione di bilancio in aumento per coprire le spese del servizio.
Il sistema è altresì aggravato da un ulteriore fattore, ossia il fatto che le risorse statali vengono erogate ai Comuni con decreti emanati a ridosso dell’avvio del servizio; dunque in ritardo come accade anche per la partita dei centri estivi. Ciò impedisce ai Comuni di conoscere le effettive risorse che si avranno a disposizione.
Circa le richieste contenute nell’odg, Tizi sulla proposta di costituzione di un tavolo si è detta d’accordo in quanto ambito di confronto utile e positivo purché vi sia ricompreso anche l’ufficio scolastico regionale. Disponibilità vi è anche a promuovere percorsi di formazione e supporto per insegnanti e personale scolastico, pur rimarcando la permanenza delle competenze in tal senso dello Stato. Sul punto 3 (inclusione scolastica) Tizi ha parlato di attività che viene già svolta dal Comune, ma che potrebbe essere ampliata se vi fossero maggiori risorse erogate dal livello centrale.
Sul sollecito alla regione Umbria in merito alla stabilità del sostegno, l’assessora ha rimarcato ancora una volta che si tratta di competenze ministeriali, ma dando la disponibilità ad attivare comunque un dialogo con l’ente regionale.
Infine in relazione all’adozione di incentivi per i docenti di sostegno l’assessora ha spiegato che non si tratta di una competenza comunale, potendo l’ente operare solo a livello simbolico.
Il consigliere Federico De Salvo (Anima Perugia) ha detto che la maggioranza condivide l’impianto dell’odg, ritenendo la continuità scolastica per gli studenti con disabilità fondamentale. Il problema del cambio degli insegnanti di sostegno è infatti concreto; per questo si auspica un’azione volta alla stabilizzazione dello stesso che darebbe valore aggiunto al sistema.
La maggioranza – ha continuato – in questo odg può accogliere, sulla base delle competenze comunali, i primi due punti del dispositivo (tavolo di confronto e formazione), cassando invece il terzo in quanto già in atto. Da emendare invece il quarto punto chiarendo le competenze, mentre sul quinto, essendo escluse le competenze comunali, occorre capire come rendere concreti gli incentivi cosiddetti “simbolici”.
De Salvo ha parlato di tema che rappresenta per l’Amministrazione una priorità di intervento, come conferma l’allocazione di risorse nella variazione di bilancio, in un settore che sconta, purtroppo, una progressiva riduzione di fondi statali.
L’odg è stato rinviato al fine di procedere con ulteriori audizioni ed apportare emendamenti al testo.
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Infine è stato respinto con 9 voti contrari e 6 a favore l’Ordine del giorno presentato dalla consigliera Chiara Calzoni, del Gruppo Perugia Civica, avente ad oggetto: Attivazione di una Casa della Comunità nella zona di Castel del Piano – San Sisto (Comune di Perugia).
Illustrando l’atto Chiara Calzoni ha spiegato che le Case della Comunità (previste nel decreto 77 del 2022 in numero di una ogni 40-50mila abitanti) rappresentano il fulcro del nuovo modello di assistenza territoriale, finalizzato a garantire una presa in carico integrata, continuativa e multiprofessionale, in particolare per i pazienti anziani, cronici e fragili.
A Perugia risultano attive o in fase di realizzazione due Case della Comunità (Ponte San Giovanni e Monteluce), ma intere porzioni del territorio, densamente popolate, risultano ancora prive di questo presidio. Tra le aree più penalizzate dall’attuale carenza di strutture, vista la distanza con le Case della Comunità già attive o previste, vi è quella sud-ovest del Comune di Perugia, con oltre 30mila abitanti, comprendente le frazioni di Castel del Piano, San Sisto, Pila, Bagnaia e Pilonico Materno.
In ragione di ciò Calzoni impegna l’Amministrazione a:
-Attivarsi formalmente presso la Regione Umbria e la USL Umbria 1 per la realizzazione di una Casa della Comunità nella zona di Castel del Piano – San Sisto, a servizio del bacino territoriale che supera i 30.000 abitanti;
-Individuare un immobile pubblico esistente o un’area idonea da destinare alla struttura, valutando il suo inserimento nella programmazione triennale delle opere pubbliche del Comune di Perugia;
-Prevedere, nelle prossime variazioni di bilancio, risorse comunali a supporto dell’intervento, anche in forma di cofinanzia mento o adeguamento infrastrutturale;
-Garantire il coinvolgimento attivo dei medici di medicina generale, come previsto dagli accordi nazionali vigenti, assicurando sin dall’inizio un confronto con i professionisti del territorio;
-Promuovere il coinvolgimento della IV Commissione Consiliare in tutte le fasi del percorso, attraverso un monitoraggio trasparente e tavoli di lavoro con i soggetti istituzionali, sanitari e sociali interessati.
Il consigliere Niccolò Ragni (PD) ha sostenuto che, dal punto di vista della normativa, è effettivamente prevista la possibilità nel decreto di sviluppare case delle comunità ogni 40-50mila abitanti. Dal punto di vista pratico, invece, va rimarcato che quella di escludere l’area nord-ovest dalla presenza di una casa di comunità è frutto della programmazione effettuata dalla precedente giunta regionale a guida Tesei, che facendo ciò ha perso un’occasione rappresentata dall’accesso ai fondi pnrr.
In ragione di ciò l’atto oggi appare irricevibile, anche perché le competenze del Comune in questo ambito appaiono assai limitate, essendo legate, per legge, alla sola fornitura di due assistenti sociali per ogni punto di accesso.
Dunque Ragni ha preannunciato un voto contrario sull’odg.