La IV commissione consiliare cultura nel corso della seduta di martedì 17 giugno, ha trattato due odg.
E’ stato discusso l’ordine del giorno presentato dai capigruppo di maggioranza, Ferranti, Ermenegildi Zurlo, Mazzanti, Falistocco, Donato, Maddoli: Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) e promozione della loro conoscenza e accessibilità per i cittadini del Comune di Perugia.
Illustrando l’atto, Fabrizio Ferranti ha posto innanzitutto l’accento sulla normativa vigente in materia di consenso ai trattamenti sanitari, partendo dagli artt. 32 e 13 della Costituzione.
In particolare l’art. 4, comma 1, Legge 219/2017 ha introdotto le Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT) attraverso le quali ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un’eventuale futura incapacità di autodeterminarsi, può esprimere le proprie volontà in materia di singoli trattamenti sanitari.
Dopo aver fornito un quadro dell’iter da seguire (modalità di redazione, inserimento nella banca dati nazionale, ecc.), xx ha riferito che dall’entrata in vigore della legge n. 219/2017 e fino al 31.01.2025 sono state presentate ed acquisite dall’Ufficio di Stato Civile del comune di Perugia soltanto 515 DAT. E’ evidente pertanto che occorre una corretta informazione sui contenuti e sulle implicazioni delle Disposizioni Anticipate di Trattamento (DAT per garantire ai cittadini la possibilità di esprimere la propria volontà in modo consapevole e responsabile.
Tra le soluzioni suggerite vi sono: la collaborazione tra enti locali e strutture sanitarie, la presenza di personale medico qualificato, disponibile a fornire chiarimenti, la pubblicazione, sul sito istituzionale del Comune di Perugia, di contenuti informativi e video esplicativi, la possibilità di consultare un elenco di associazioni competenti in materia di fine vita e autodeterminazione.
In ragione di ciò gli istanti impegnano l’Amministrazione a:
-Favorire la collaborazione multidisciplinare tra i possibili attori coinvolti nelle scelte terapeutiche (ordini, università, associazioni);
– Valutare l’opportunità, con enti ed associazioni, di stipulare accordi di collaborazione per la creazione di un elenco di medici, esperti e associazioni disponibili a fornire ai cittadini informazioni chiare ed esaustive sulle DAT;
– Garantire la massima diffusione delle informazioni sulle DAT attraverso i canali istituzionali del Comune
– Promuovere la pubblicazione di brevi video esplicati vi sulla pagina istituzionale del sito dell’ente dedicata alle DAT
– Predisporre sulla pagina istituzionale del sito dell’ente l’opportuna modulistica prevista dalla normativa vigente;
– Valutare l’opportunità di predisporre, per il Comune di Perugia, alcuni modelli fac-simile e modificabili di DAT;
– Implementare una collaborazione tra i diversi attori coinvolti affinché l’USL Umbria 1 e l’Azienda Ospedaliera di Perugia diffondano materiale informativo sulle DAT presso i punti CUP, gli studi dei medici di medicina generale e presso altri luoghi strategici
La prof.ssa Alessandra Pioggia del Dipartimento di Scienze Politiche ha parlato di effettività dei diritti e della libertà di autodeterminazione che soprattutto in tema di cure sanitarie ha richiesto del tempo per affermarsi.
Ciò coinvolge anche gli enti locali, compresi i Comuni, depositari delle volontà dei cittadini. Per la prof.ssa vi è sia un dovere morale che giuridico delle Amministrazioni per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai cittadini di godere liberamente delle libertà individuali in linea con quanto stabilito dalla Costituzione.
Il dott. Maurizio Di Masi, ricercatore Università degli Studi di Perugia, ha confermato le difficoltà dell’iter normativo che ha condotto all’approvazione della legge 219/2017 nonché quelle legate all’esecutività della stessa.
Per Di Masi rendere effettiva l’autodeterminazione richiede una stretta collaborazione tra pubblico e privato, anche in termini di informazione e formazione.
Il Dott. Stefano Massoli marito di Laura Santi e l’Avvocato Lorenzo Biancalana, rappresentanti dell’Associazione Luca Coscioni hanno posto l’accento sull’importanza di promuovere la conoscenza dei diritti che già sono a disposizione dei cittadini. Le dat sono un’occasione importantissima per avvicinarsi senza timori al tema del fine vita nella consapevolezza che ognuno di noi ha il diritto di assumere la propria scelta.
I due hanno ricordato che l’associazione mette a disposizione dei cittadini il cosiddetto “numero bianco” utile per fornire informazioni sui diritti legati al fine vita, comprese le Dat su cui, spesso, si ingenerano grandi equivoci.
Ciò che si può fare nel Comune di Perugia è contribuire a vincere un’ignoranza, molto diffusa, visto che in tanti non conoscono l’esistenza della legge sulle dat.
La dirigente Anastasia Ciarapica ha riferito che nulla vieta di stipulare accordi di collaborazione con altri attori in materia (medici, notai, ecc.). Gli uffici di stato civile si attengono alle indicazioni che in questa materia il ministero della salute ha fornito ossia: 1) gli uffici possono ricevere solo le dat consegnate personalmente dal cittadino residente nel Comune e recanti la sua firma autografa; 2) gli uffici non contribuiscono alla formazione delle disposizioni né forniscono informazioni dovendosi limitare alla verifica della correttezza degli atti; 3) alla consegna delle dat viene rilasciata formale ricevuta. 4) gli uffici registrano l’elenco cronologico delle Dat presentate e le conservano.
La consigliera Chiara Calzoni (Perugia Civica) ha parlato della sua esperienza di medico in tema di Dat. Per questo ha proposto di poter approfondire l’odg audendo un rappresentante dell’ordine dei medici.
Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha condiviso la necessità di ampliare la platea dei relatori audendo anche la dott.ssa Assuntina Morresi, del comitato bioetico nazionale.
Il proponente Fabrizio Ferranti ha accolto la richiesta di poter approfondire l’odg, audendo i soggetti proposti dai consiglieri intervenuti.
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Successivamente è stato approvato con 9 voti a favore e 2 astenuti l’Ordine del giorno presentato dai consiglieri Ragni, Ermenegildi Zurlo, Phellas (PD) e Falistocco (Avs): Disposizioni per la tutela e la sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori digitali nel contesto urbano.
Illustrando l’atto Niccolò Ragni (PD) ha riferito che per lavoratore digitale si intende quel lavoratore (rider ecc.) che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, offre la propria prestazione all’impresa, definita piattaforma digitale, la quale gestisce l’attività lavorativa mediante l’utilizzo di un’applicazione informatica e di un sistema algoritmico. Queste categorie sono in forte espansione specie nel food delivery; sono inquadrate per lo più come collaborazioni occasionali e partite IVA.
Dopo aver offerto un quadro delle iniziative normative nazionali, europee (direttiva 2831 del 23 ottobre 2024) ed internazionali, Ragni ha spiegato che negli ultimi anni, la mancanza di tutele per i rider ha portato a episodi drammatici che evidenziano la precarietà e i rischi del settore. Le morti e i gravi infortuni di lavoratori delle piattaforme avvenuti durante le consegne hanno mostrato come il sistema di lavoro a cottimo spinga a operare in condizioni pericolose.
In ragione di ciò gli istanti impegnano l’Amministrazione:
-Ad effettuare una mappatura delle piattaforme che operano nel proprio territorio ed avviare con loro un confronto periodico;
– A sollecitare la verifica della presenza dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS) presso le aziende operanti all’interno del territorio comunale e dell’adeguata fornitura dei dispositivi di protezione e sicurezza stradale;
– Ad avviare un confronto con le piattaforme di delivery per promuovere una negoziazione territoriale finalizzata a definire spazi di ristoro e riposo con possibilità di ricarica dei dispositivi e forme di sostegno alla manutenzione del mezzo di lavoro;
– Ad avvalersi del confronto e del contributo delle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative;
– A promuovere iniziative finalizzate ad accrescere la consapevolezza circa lo status dei lavoratori digitali presso i consumatori e le attività ristorative locali;
– Ad attivare e promuovere con Ispettorato del Lavoro, lnail, USL, Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative e aziende la sperimentazione di accordi e protocolli d’intesa;
– A promuovere, in sinergia con la Polizia Locale e le associazioni che si occupano di mobilità urbana, iniziative per la divulgazione della cultura della sicurezza stradale;
– A valutare l’opportunità, ove l’Amministrazione predisponesse appositi bandi per noleggio o acquisto di bici elettriche, di riservare quote alla categoria lavorativa dei rider;
– A verificare la possibilità di definire zone di sosta e appositi permessi di transito per i lavoratori delle piattaforme operanti con ciclomotore e automobile;
– A verificare la corrispondenza delle vie, del giusto senso di marcia e dei livelli stradali della Città nelle principali applicazioni di servizio geografico e navigazione
– Ad attivarsi presso le aziende e le altre istituzioni territoriali per prevedere il blocco dell’attività lavorativa dei rider in occasioni di rischio climatico
– A dotare il Comune di Perugia di una Carta dei Diritti delle lavoratrici e dei lavoratori digitali nel contesto urbano;
-A monitorare i mutamenti all’interno della città legati alla presenza e alle attività lavorative delle persone migranti e a sviluppare politiche finalizzate all’inclusione e alla promozione del diritto all’abitare;
– A verificare periodicamente l’attuazione dei contenuti del presente atto;
– A sostenere il percorso di attuazione da parte dell’Italia della Direttiva europea 2024/2831 del 23 ottobre 2024, attivandosi presso Anci e Conferenza Stato-Città e Autonomie locali;
– A sostenere il percorso di approvazione a livello regionale di una normativa per la tutela dei diritti dei lavoratori delle piattaforme digitali
La Dott.ssa Barbara Mischianti (Camera del Lavoro di Perugia), il Dott. Andrea Marconi (NIDIL CGIL Perugia), e Graziella Marini, Associazione Il Porco Rosso hanno confermato le difficoltà che hanno incontrato e stanno ancora incontrando i rider in ragione della loro debolezza contrattuale. Occorre far partire quindi una tutela dal basso. Marconi ha riferito che l’atto proposto è importante perché fornisce delle risposte base alle esigenze dei rider tramite una forma di “contrattazione inclusiva” perché riguarda istanze di più categorie.
Marini ha riferito che il Porco Rosso ha aperto come circolo il primo “punto rider” per consentire ai lavoratori di avere un punto di ristoro.
Il capogruppo FdI Riccardo Mencaglia ha parlato di tema attuale e che merita attenzione; tuttavia ha fatto rilevare che solo alcune delle competenze indicate nell’atto sono appannaggio del Comune, mentre le altre sono di rilevanza nazionale. Ciò non esclude che i Comuni si interroghino sulla tutela di queste forme di lavoro.
Inoltre Mencaglia ha detto di ritenere che la descrizione fornita nell’odg sia un po’ sproporzionata perché descrive l’attività digitale come mero sfruttamento quando in realtà nel sistema vi sono moltissimi professionisti seri.
Il capogruppo ha quindi proposto di approfondire l’atto audendo altri esponenti sindacali, imprenditori digitali, freelance, inail ed ispettorato del lavoro.
Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha sostenuto che periodicamente si riapre il dibattito sul ruolo delle cosiddette “mance” che, in determinati lavori (come quello in esame) dovrebbero diventare compensi integrativi “istituzionalizzati”. Il consigliere si è detto d’accordo con Mencaglia sulla necessità di approfondire l’atto tramite ulteriori audizioni.
Lorenzo Ermenegildi Zurlo (PD) ha ricordato ai presenti che la vicenda era stata trattata nella scorsa consiliatura quando un atto del pd era stato alla fine respinto in Consiglio. Quello attuale è quindi un atto politico volto a stare dalla parte dei lavoratori più fragili, in primis i rider. Per Zurlo nessuno sceglie di essere “sottopagato” a cottimo e senza tutele, se non perché di fatto costretto. Per questo i proponenti vogliono mettere il tema del lavoro al centro in stretto contatto con i sindacati. Questo odg ne è un esempio ma altri ne seguiranno.
Il consigliere Edoardo Gentili (FI) ha espresso perplessità per l’eccessiva genericità presente in alcuni punti del dispositivo. Se l’atto – ha detto – rappresenta una mera battaglia politica, ben venga, ma se si vuole incidere veramente sul tema occorre approfondire in concreto temi come i permessi di transito, il miglioramento degli stili di vita, i temi etici ecc.
L’assessora alle politiche sociali Costanza Spera ha sostenuto che nell’atto c’è poca ideologia e tanta vita reale che mette al centro difficoltà concrete incontrate da molte persone.
Sul tema del sociale, rispondendo a Gentili, ed in particolare sull’accesso alle case popolari, ha riferito che l’Amministrazione sta lavorando insieme alla regione per rivedere i requisiti di accesso modificati nel corso della precedente consiliatura regionale in maniera di fatto discriminatoria, come molte sentenze stanno certificando.
Spera ha parlato di odg ben strutturato e ricco di tutti i riferimenti normativi e di contesto.
Come Amministrazione – ha detto – crediamo molto sul tema del lavoro; anche dove non vi è la competenza diretta del Comune riteniamo che la politica debba esserci e che sia importante dar corso ad interventi interistituzionali tra enti in sinergia con il terzo settore.
Odg come questo -ha detto Spera – ci stimolano a portare avanti un lavoro di costruzione di una rete fondamentale per dare risposte concrete alle esigenze dei lavoratori.
Secondo l’assessora è difficile che molti cittadini scelgano liberamente il lavoro precario; per questo occorre lavorare a fondo anche con i centri di prima e seconda accoglienza (Cai e Cas) per favorire percorsi di ingresso al lavoro tutelati, nel pieno rispetto della dignità delle persone.
Agire sul tema dei rider, quindi, significa tutelare i lavoratori ma anche accrescere la sicurezza dell’intera città.
Per Lorenzo Falistocco (AVS) l’atto non rappresenta una passerella ideologica, ma la volontà di ascoltare le istanze di chi rappresenta migliaia di lavoratori.
L’odg si concentra su una tipologia di lavoro molto diffusa, ma sprovvista di tutele. Queste tutele vanno fornite perché devono andare necessariamente di pari passo con lo sviluppo dei nuovi sistemi digitali.
Secondo Falistocco è importante che un Comune metta a disposizione tutti gli strumenti che ha, partendo dal confronto con le parti sociali per dire che il lavoro deve essere tutelato e non sfociare mai nello sfruttamento.
In replica finale Federico Phellas (PD) ha ribadito che l’odg rappresenta una scelta di campo in favore delle persone fragili che non hanno una voce.