La III commissione Urbanistica ha discusso l’odg presentato dai gruppi Pd e Idee Persone Perugia avente a oggetto: “Richiesta di costituzione di una Consulta per la Mobilità ciclistica e sostenibile presso il Comune di Perugia”.
Gli orientamenti strategici e la produzione normativa degli ultimi anni – riporta l’atto illustrato da Lucia Maddoli (IPP) – sia a livello europeo che nazionale stanno andando in maniera sempre più pressante nella direzione di incentivare una mobilità urbana sostenibile, in coerenza con gli obiettivi di lotta al cambiamento climatico e di de-carbonizzazione dell’economia entro il 2050, cercando anche di incentivare forme di mobilità alternative alle auto private.
In molte città europee ormai l’automobile non è più vista come principale o unico mezzo di spostamento, e gran parte dello spazio stradale e urbano viene usato diversamente, spingendo molti cittadini a non sentire più la necessità impellente di avere un’auto propria.
La Regione Umbria sta approvando la propria Strategia regionale per lo Sviluppo sostenibile, in sinergia con la strategia nazionale di sviluppo sostenibile (che a sua volta recepisce a livello nazionale gli obiettivi di sviluppo dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite), e che tra le azioni strategiche menzionate nei lineamenti preliminari per la strategia regionale vi è la “realizzazione, potenziamento e completamento di percorsi ciclabili e pedonali”.
Il Consiglio comunale di Perugia ha approvato nell’aprile 2019 il Piano Urbano della mobilità sostenibile (Pums), all’interno del quale grande importanza viene data alla mobilità pedonale, ciclistica e alternativa.
Le stime delle Nazioni Unite indicano che entro il 2050 fino all’82% dei cittadini dell’UE vivrà nelle aree urbane.
I trasporti urbani sono responsabili di un volume fino al 25% di tutte le emissioni di CO2 e di circa il 70% di tutte le emissioni delle aree urbane che impattano sul cambiamento climatico, e questo è in gran parte dovuto al fatto che la mobilità urbana si basa tuttora in grandissima parte sull’uso di automobili ad alimentazione convenzionale e che, di conseguenza, i trasporti dell’UE dipendono per oltre il 96% dal petrolio o dai suoi derivati.
La città di Perugia si attesta tra le città con un tasso di motorizzazione tra i più alti d’Italia, con 75 auto ogni 100 abitanti.
I dati riportati nel 18° Rapporto sulla mobilità degli italiani curato da ISFORT (Novembre 2021) attestano che la lunghezza media degli spostamenti è scesa a 8,7 km (dagli 11,2 km del 2019) e quella della sola mobilità urbana da 5,7 a 3,6 km; molti di questi spostamenti dunque potrebbero perciò essere effettuati a piedi, in bicicletta o mediante trasporti pubblici/collettivi bene organizzati o qualsiasi altro mezzo di trasporto disponibile, come il ride-sharing.
Le politiche locali per promuovere in sicurezza la mobilità lenta e per moderare la circolazione dei veicoli privati motorizzati, registrano in maniera generalizzata nelle città capoluogo di provincia un incremento delle dotazioni di piste ciclabili, aree pedonali, delle ZTL e delle Aree 30. Nel 2020 si sono verificati in Umbria 1.699 incidenti stradali che hanno causato la morte di 45 persone e il ferimento di altre 2.268. La situazione pandemica e le misure adottate per contenerla hanno determinato un consistente decremento del numero di incidenti (-26,3%), delle vittime della strada (-11,8%) e dei feriti (-29,6%) rispetto al 2019, anche se inferiore a quanto registrato a livello nazionale (-31,3% per gli incidenti, -24,5% per le vittime e -34,0% per i feriti).
Sia il governo italiano che l’Unione Europea, in questi anni recenti, stanno destinando fondi per la realizzazione di ciclovie urbane ed extra urbane, al fine di diminuire l’inquinamento e il traffico prodotto dai veicoli e di incentivare al contempo i cittadini ad adottare stili di vita più salutari.
Il Comune di Perugia – si ricorda nell’atto – ha attualmente a disposizione importanti risorse economiche destinate a realizzare nuovi collegamenti ciclabili, in particolare quelle nel quadro PNRR per le aree di Sant’Andrea delle Fratte, San Sisto, Pian di Massiano, Fontivegge, quelle del Bando “Rigenerazione Urbana” per le aree del Tevere tra Ponte San Giovanni, Ponte Felcino, Villa Pitignano e Ponte Valleceppi, e quelle destinate, nel quadro del programma PINQUA-Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, per progetti per Ponte San Giovanni.
Nel territorio comunale sono presenti diverse associazioni di cittadini molto attive e competenti sul tema della mobilità dolce e alternativa, tra cui in particolare Fiab-Perugia Pedala, Legambiente, e UDU- Unione degli studenti universitari, che da tempo si sono messe volontariamente a disposizione dell’amministrazione comunale per lavorare alla costruzione di un piano di mobilità alternativa pedonale e ciclabile efficiente e tarato sugli effettivi bisogni dei potenziali utenti, e che più volte hanno sollecitato il sindaco e gli assessori competenti a coinvolgerli in un tavolo di lavoro congiunto.
Lo stesso Comune di Perugia tra settembre e dicembre 2020 ha coinvolto le associazioni in un tavolo tecnico in cui sono stati definiti una rete di collegamenti ciclabili per Ponte San Giovanni (poi ripreso e inserito nel Progetto PINQUA 2) e San Sisto-Casenuove.
Le stesse associazioni sopramenzionate, in data 18 febbraio 2022, hanno formalmente inviato per email a sindaco e assessori competenti la richiesta di istituire una Consulta sulla mobilità ciclabile e pedonale.
Il coinvolgimento dei cittadini e soggetti interessati direttamente o indirettamente ad una città più vivibile, pulita e sicura può rappresentare un valido contributo di idee per un’azione amministrativa più efficace e più vicina alle esigenze dei cittadini e che tra gli obiettivi prioritari della pubblica amministrazione vi è la partecipazione, la trasparenza e il miglioramento del rapporto tra i cittadini e l’amministrazione comunale.
L’odg intende impegnare l’esecutivo ad accogliere la domanda per la costituzione di una Consulta sulla Mobilità ciclistica e sostenibile e ad attivarsi in tempi rapidi per la sua istituzione, al fine di garantire una partecipazione strutturata su un tema fondamentale per la vita quotidiana del cittadino e per lo sviluppo futuro della città; tale consulta, prendendo ispirazione da quanto realizzato già in alcuni comuni (ad esempio Bologna) dovrebbe avere come finalità quelle di promuovere l’utilizzo della bicicletta e sostenere politiche attive per la mobilità ciclistica, fornire all’amministrazione comunale pareri in merito alla definizione degli indirizzi in materia e valorizzare l’esperienza e la competenza delle associazioni attive per la promozione e lo sviluppo della mobilità ciclistica e costituire infine un punto di riferimento per la difesa degli utenti deboli della strada e della vivibilità dello spazio pubblico.
Paolo Festi, presidente Fiab Perugia Pedale Aps, il primo degli ospiti sentito dai consiglieri, ha ribadito che in vari documenti inviati all’amministrazione era già stata indicata la possibilità di istituire una consulta per affiancare in modo propositivo il Comune nella definizione delle scelte politiche e nella realizzazione delle decisioni prese. Tale organismo, dal ruolo esclusivamente consultivo, è ormai utilizzato in diverse città italiane, come Torino, Bologna, Palermo e Rimini. Festi ha citato una buona pratica da replicare: qualche anno fa il Comune di Perugia ha infatti costituito un tavolo tecnico con le associazioni; così nell’arco di tre mesi è stata definita una rete di percorsi ciclabili per i territori di Ponte San Giovanni e di San Sisto. Quelli di Ponte San Giovanni sono poi confluiti nel progetto Pinqua. La consulta, ovviamente, avrebbe anche una funzione di stimolo laddove si riscontrassero carenze.
Secondo Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria, la proposta della consulta per la mobilità ciclistica e per la sicurezza stradale è un argomento importante in generale e soprattutto per una città come Perugia. Lo dimostrano le esperienze del passato, come la costruzione del tavolo tecnico già citato da Festi. Nella fase di lockdown è pienamente emersa la necessità di recuperare spazi urbani di prossimità fruibili dai pedoni o comunque con forme di mobilità alternative rispetto all’auto privata. La mobilità alternativa va peraltro favorita non solo per motivi di sostenibilità ambientale, ma, alla luce della situazione attuale, anche per motivi economici. Le associazioni dispongono di conoscenze rispetto alla reale fruizione di spazi a piedi o in bicicletta e, quindi, possono essere di ausilio per la progettazione degli stessi, oltre che per il monitoraggio delle politiche messe in campo. I processi di trasformazione vanno guidati e dalle associazioni può venire un contributo utile, come già in passato nell’ambito di una “consulta informale”.
Matias Cravero, Unione degli Universitari, principale associazione di rappresentanza studentesca, ha anzitutto ricordato che l’Università degli studi è un ateneo di tipo diffuso. Ciò implica un’attenzione specifica nella gestione dei flussi di studenti tra i vari poli formativi e i quartieri di residenzialità universitaria. Molti studenti usano il traporto pubblico locale, anche grazie ai passi avanti fatti nell’ultimo mese con l’abbonamento regionale a 60 euro; ad oggi resta complesso, invece, spostarsi in bicicletta, che implica sicurezza nelle proprie capacità e conoscenza del territorio e delle strade. La consulta proposta sarebbe utile per recepire le istanze dei cittadini in modo da tenerne conto nella progettazione dei servizi connessi alla mobilità. Cravero ha anche auspicato un ripensamento generale della mobilità pubblica nella nostra città. Ciò, a suo avviso, sarebbe utile per alleviare l’attuale problema alloggiativo degli studenti universitari rispetto al quale è stato chiesto al sindaco di istituire un tavolo di crisi.
DIBATTITO
La consigliera Sarah Bistocchi (Pd) ha preso la parola per rimarcare che, finalmente, il tema dell’ambiente entra nelle agende politiche istituzionali e viene a collocarsi tra le priorità, a prescindere dagli schieramenti. Da esso discendono nuovi approcci anche alla mobilità. L’idea della consulta può funzionare: le associazioni sono antenne sul territorio e possono dare voce a molteplici sensibilità, bisogni, criticità. Per questo il loro protagonismo è fondamentale.
Cristiana Casaioli, delegata dal sindaco al Pums e alla mobilità, ha sottolineato che la partecipazione è stato il fulcro della redazione del documento, il cui fine è il miglioramento della qualità di vita dei cittadini. Peraltro, in quella sede è stato definito un vero e proprio bici-plan prevedendo il raddoppio delle piste ciclabili rispetto al 2014. Anche dopo l’adozione del Pums la metodologia della partecipazione non è stata abbandonata, ma è rimasta una delle priorità. Si potrà quindi aprire una fase per approfondire come strutturare un organismo consultivo in grado di affiancare in modo efficace l’amministrazione. Richiamate le previsioni in materia di bike sharing (a breve saranno posizionate rastrelliere nelle zone universitarie) e di zone 30, Casaioli ha ribadito la convinzione che la mobilità ciclabile possa avere un ruolo importante anche in una città come Perugia.
L’assessore con delega alla partecipazione Gabriele Giottoli ha ricordato recenti esempi virtuosi di collaborazione tra l’amministrazione e le associazioni, inclusa la metodologia degli avvisi per manifestazioni di interesse. A seguito della partecipazione del Comune a bandi pubblici, le associazioni di settore, infatti, sono state coinvolte nella definizione di circuiti legati al cicloturismo e il loro contributo si è rivelato importante e fattivo. Al di là dello specifico tema oggetto di discussione, l’assessore ha quindi posto l’accento sul fatto che l’ente già fa ricorso agli strumenti previsti dalla normativa per coinvolgere la cittadinanza ed è importante proseguire nella stessa direzione.
La consigliera Francesca Tizi (M5s) ha affermato che la mobilità sostenibile è un tema su cui il M5s punta molto. La consulta proposta dall’odg sarà funzionale a delineare una città più a misura di cittadino. Come organo indipendente sarà fondamentale per permettere un confronto il più possibile costante tra l’amministratore (o il delegato alla mobilità), i tecnici del Comune, i rappresentanti delle associazioni e anche i cittadini stessi. Da tale confronto potranno emergere sia mancanze sia punti di forza. La mobilità, del resto, è da sempre stato un vulnus dell’amministrazione; non a caso anche il problema abitativo degli studenti è riconnesso a questo tema dai loro stessi rappresentanti. Tizi ha quindi preannunciato un voto favorevole sull’odg.
Secondo Fabrizio Croce (IPP), organismi come la consulta per la mobilità ciclistica sono utili soprattutto in realtà come la nostra. Infatti, se la pratica della mobilità dolce altrove è vecchia quanto la biciletta, da noi è meno diffusa, specie nelle zone collinari. Il Comune ha ormai sposato la filosofia della mobilità alternativa attraverso il Pums, ma la consulta potrà aiutare l’ente a individuare le misure migliori, le pratiche da suggerire ai nuovi ciclisti e agli automobilisti e una nuova segnaletica; sarà utile anche a diffondere la conoscenza di un mezzo a cui i cittadini non sono ancora abituati.
Per Gino Puletti (Progetto Perugia) se finalmente il tema dell’ambiente è entrato come priorità nell’agenda politica italiana si deve, purtroppo, soprattutto ai cambiamenti climatici e alle loro drammatiche conseguenze. Puletti ritiene che si debbano studiare le prassi di altre città per capire come attuare quanto proposto dall’odg, fermo restando che un organismo consultivo potrà senz’altro favorire anche la rapidità delle scelte amministrative.
Anche Nicola Paciotti (Pd) ha condiviso l’idea di dare vita a una consulta. Oltre ad avere un ruolo di collaborazione e di pungolo, essa potrebbe fungere da cassa di risonanza per l’attività dell’amministrazione favorendo la conoscenza delle opportunità offerte dal territorio. E’ tempo, infatti, che tematiche come quella della mobilità sostenibile entrino nella quotidianità delle persone e vengano condivise da tutta la cittadinanza, senza restare appannaggio delle agende degli amministratori.
Tirando le conclusioni, Maddoli ha detto che l’ampio dibattito svolto in occasione della prima seduta sull’odg attesta quanto il tema sia sentito e risponda a un bisogno reale. Ha quindi auspicato che il modello di partecipazione proposto diventi operativo in tempi ragionevoli.