E’ stato approvato all’unanimità (24 voti) l’Ordine del giorno della IV commissione, originariamente presentato dai consiglieri Chiara Calzoni (Perugia Civica) ed Edoardo Gentili (Forza Italia): Lavoro e dignità –Un nuovo percorso di reinserimento per i detenuti del Carcere di Capanne.
Dopo aver posto l’accento sulla normativa vigente (Costituzione, Ordinamento penitenziario e decreto 148 del 2014), Chiara Calzoni, illustrando l’atto, ha spiegato che l’amministrazione penitenziaria del Carcere di Capanne ha già avviato progetti di formazione professionale, sulla base del principio che il reinserimento lavorativo non è solo una questione di sicurezza e legalità, ma una scelta di civiltà: chi esce dal carcere senza prospettive è più esposto al rischio di tornare sulla strada sbagliata.
Secondo i proponenti in questo contesto è auspicabile l’attivazione di una collaborazione tra Comune di Perugia da una parte e garante dei diritti delle persone private delle libertà personale e Camera Pena di Perugia dall’altra per facilitare percorsi di inclusione e riabilitazione.
Il Comune di Perugia, infatti, dispone di strutture e spazi che potrebbero essere utilizzati per attività lavorative e formative destinate ai detenuti, sia durante che al termine della detenzione. Inoltre il coinvolgimento delle imprese locali e delle istituzioni può dare vita a progetti di inserimento stabili, che garantiscano non solo formazione, ma anche veri e propri contratti di lavoro, in collaborazione con le associazioni di categoria.
In considerazione di ciò con l’atto si impegna l’Amministrazione a:
-attivare collaborazioni concrete con le istituzioni penitenziarie, il Garante per i detenuti, la Camera Penale di Perugia, le associazioni di categoria e le imprese locali per sviluppare e sostenere progetti di formazione professionale e inserimento lavorativo per i detenuti del Carcere di Capanne per raggiungere la sottoscrizione di un nuovo protocollo organico ed unitario al fine di favorire percorsi di formazione e di reinserimento sociale dei detenuti.
-mettere a disposizione strutture e funzioni comunali per la realizzazione di laboratori, progettualità ed ambienti di lavoro destinati ai detenuti in fase di reinserimento.
-creare un sistema di incentivi e convenzioni per le imprese che assumono detenuti, sfruttando le agevolazioni previste dalla legge per favorire il loro ingresso nel mondo del lavoro.
-promuovere la possibilità di svolgere lavori socialmente utili sul territorio comunale, per permettere ai detenuti di restituire un contributo positivo alla comunità.
-sensibilizzare i cittadini sull’importanza di offrire una seconda possibilità a chi vuole rimettersi in gioco, evidenziando il valore sociale di un percorso di recupero che porti alla piena reintegrazione, riaffermando i principi della Costituzione.
-monitorare e valutare i risultati, per garantire che il reinserimento lavorativo diventi una pratica stabile e strutturata, non un’iniziativa episodica.
Lucia Maddoli (Orchestra per la vittoria) ha parlato di atto che rappresenta un’ulteriore conferma di come il Consiglio abbia dimostrato unità di intenti ed attenzione verso le condizioni di vita dei detenuti con proposte ed azioni condivise.
Questo odg è importante – ha continuato – perché rimette al centro l’obiettivo primario del sistema penitenziario, ossia il recupero delle persone ed il loro reinserimento nella comunità dopo aver espiato la pena, rimettendo al centro, quindi, la dignità dei detenuti.
In replica finale Edoardo Gentili (FI) ha detto che l’atto è emblematico di un’ottima capacità di collaborazione tra tutti i consiglieri su un tema così delicato e sentito.
Obiettivo dell’atto è raggiungere il risultato di stilare un unico protocollo che disciplini la collaborazione ed i rapporti tra Comune e carcere.
In senso generale Gentili ha ricordato che nel decreto sicurezza del Governo vi è un capo V dedicato al sistema carcerario, dove sono previste, tra le altre cose, azioni concrete per favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti. A ciò ha fatto seguito anche un piano per il potenziamento delle carceri (+15mila posti entro 2027), necessario per superare l’attuale sovraffollamento delle strutture detentive.
Il consigliere ha poi posto l’accento su un’azione portata avanti da F.I. nella logica di prevedere la liberazione anticipata “rafforzata” ed una detenzione differenziata (in comunità terapeutiche e di recupero) per i tossicodipendenti.