Consiglio comunale: il 26 maggio la seduta
Consiglio comunale: il 26 maggio la seduta
Il Consiglio comunale ha approvato con 17 voti a favore e 10 astenuti voti le modifiche al regolamento per l’accesso ai servizi educativi per la prima infanzia.
Nell’atto, illustrato dal presidente della I commissione Antonio Donato, si evidenzia che con questa revisione si vuole raggiungere l’obiettivo di garantire sistemi di accesso ai servizi educativi che siano equi, inclusivi e rispondenti alle esigenze familiari.
I nidi comunali, dunque, devono essere un sostegno per chi ha più bisogno: ecco perché si è prestata particolare attenzione alle famiglie ove sono presenti persone con disabilità (genitori o figli), si è rafforzata la tutela delle ipotesi di fragilità economica ed infine è stata individuata una maggiore flessibilità per la conciliazione scuola-lavoro.
Inoltre le modifiche sono motivate dalla necessità di allineare le disposizioni regolamentari con il quadro generale della disciplina, di fonte nazionale e regionale, che regola il sistema di educazione e istruzione per l’infanzia da zero a sei anni di età.
Gli obiettivi dell’operazione, tra gli altri, sono di promuovere e sostenere l’inclusione delle bambine e dei bambini con bisogni educativi nonché di prevedere misure di sostegno rivolte, in particolare, alle giovani famiglie, favorendo la massima partecipazione delle stesse alle scelte che l’Ente è tenuto ad adottare nella gestione dei servizi.
Inoltre si punta a favorire ogni strumento di continuità educativa per i bambini anche in presenza di temporanee situazioni di difficoltà di carattere economico che possono interessare i nuclei familiari.
Il regolamento si compone di 34 articoli. Ecco le modifiche principali che tengono conto anche degli emendamenti approvati in Commissione, uno del consigliere Befani e due dei consiglieri Tanci ed Ermenegildi Zurlo.
L’art. 1 (oggetto) viene così riscritto:
1. Il presente regolamento disciplina, nel quadro della disciplina nazionale e regionale in materia di educazione e istruzione per l’infanzia fino a sei anni di età, le modalità di accesso ai servizi educativi per l’infanzia del Comune di Perugia.
2. L’Amministrazione comunale promuove la realizzazione del sistema integrato di educazione e istruzione per l’infanzia fino a 6 anni di età, assicurando la massima trasparenza e la partecipazione attiva ed informata delle famiglie, in particolare per la definizione delle scelte educative ed organizzative nonché per la verifica della qualità del servizio.
3. L’Amministrazione comunale promuove e sostiene l’inclusione delle bambine e dei bambini con bisogni educativi speciali.
All’art. 3 (calendario ed orari – nidi d’infanzia) viene aggiunto il seguente comma:
Il Comune si riserva l’attivazione di ogni possibile misura che possa consentire la migliore organizzazione dei servizi educativi a favore delle bambine, dei bambini e delle famiglie.
Art. 6 (graduatoria):
Il comma 1 è così riscritto: “Per la copertura dei posti disponibili si procede alla formulazione di una graduatoria attraverso l’applicazione dei seguenti criteri. Hanno priorità i bambini residenti nel Comune di Perugia. Successivamente sono presi in considerazione i bambini non residenti, suddivisi in tre categorie secondo quest’ordine di priorità: a) bambini i cui genitori lavorano nel territorio del Comune di Perugia: b) bambini con un solo genitore che lavora nel territorio del Comune di Perugia; c) bambini i cui genitori non lavorano nel territorio del Comune di Perugia.
Il comma 3 modificato invece recita: “le domande dei non residenti sono collocate in una graduatoria separata alla quale l’Amministrazione si riserva di attingere solo dopo aver esaurito la graduatoria dei bambini residenti. All’interno della graduatoria dei non residenti si applica l’ordine di priorità di cui al comma 1. A parità di punteggio le domande vengono ordinate in base all’età inferiore del bambino”.
Cambiano alcuni punteggi:
-la circostanza del bambino/a in affido familiare/adozione segnalato dal servizio competente passa da 200 a 250 punti;
-L’ipotesi del figlio/a di genitori entrambi con invalidità riconosciuta dal 67% al 100% (con allegato certificato) passa da 20 a 25 punti;
-viene introdotta l’ipotesi del figlio/a di genitori di cui uno con invalidità riconosciuta dal 67% al 100% (con allegato certificato di invalidità) oppure bambino/a con fratello/sorella con gravissime disabilità certificate. Il punteggio attribuito è 20.
-l’ipotesi figlio/a convivente con un solo genitore senza altri adulti presenti nel nucleo familiare passa da 6 ad 8 punti;
-viene introdotta l’ipotesi del bambino/a già frequentante, da privato, il nido in convenzione per il quale si chiede l’iscrizione (in caso di unica richiesta) con attribuzione di 7 punti.
-la figura del genitore “studente lavoratore” viene inserita nelle sezioni del genitore lavoratore di fatto equiparandole.
-l’ipotesi del lavoratore con impegno di lavoro notturno di almeno 5 notti al mese sale da 2 a 3 punti.
All’art. 12 (dimissioni d’ufficio) viene l’integrata l’ipotesi del mancato pagamento di 3 mensilità, anche non consecutive, entro la fine del mese di giugno dell’anno educativo di frequenza, con automatica decadenza dell’iscrizione per l’anno educativo successivo. I pagamenti non effettuati saranno comunque riscossi nelle forme previste per legge.
Viene introdotto un nuovo art. 31 bis (centri per bambini e bambine) che recita:
1. L’Amministrazione comunale sostiene e promuove le attività svolte nelle strutture comunali destinate ai centri per bambine, bambini e famiglie, al fine di superare, secondo una prospettiva inclusiva, disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, sociali e culturali.
2. I centri per bambine, bambini e famiglie accolgono bambine e bambini dai primi mesi di vita insieme a un adulto accompagnatore ed offrono un contesto qualificato per esperienze di socializzazione, apprendimento e gioco nonché momenti di comunicazione e incontro per gli adulti sui temi dell’educazione e della genitorialità. I 24 centri non prevedono il servizio di mensa e consentono una frequenza flessibile.
3. I centri per bambine, bambini e famiglie possono svolgere percorsi di educazione alla genitorialità e di promozione della comunità educante del territorio attraverso momenti di incontro tematici, di consulenza educativa e di auto mutuo aiuto tra genitori che frequentano il centro. I centri incoraggiano anche la frequenza dei servizi educativi e della scuola per l’infanzia da parte delle bambine e dei bambini che provengono da contesti migratori.
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La consigliera Laura Tanci (Anima Perugia) ha manifestato gratitudine ad assessora e dirigente per questo nuovo testo e per il lavoro svolto al fine di rinnovare un regolamento dedicato ad un tema – ha detto – “cui tengo molto” perché bambini e bambine sono coloro che costruiranno la società del futuro.
Tanci ha posto quindi l’accento su alcuni nuovi punti qualificanti del regolamento.
In primis sulla scelta di aumentare il sostegno alle famiglie ove sono presenti situazioni di fragilità riguardanti i genitori o i figli; in secondo luogo sulla decisione di procedere all’equiparazione tra lavoratori a tempo determinato e liberi professionisti con quelli a tempo indeterminato: ciò permette alle giovani famiglie di avere un punteggio tale da poter sperare di entrare nei nidi comunali, servizio di eccellenza del Comune.
Positivo anche l’aumento del punteggio per le famiglie ove sia presente un disoccupato iscritto alle liste di disoccupazione o un soggetto non occupato che documenti una attività lavorativa di almeno 90 giorni negli ultimi 12 mesi; ciò, secondo Tanci, in quanto sono soprattutto le donne a trovarsi in questa situazione e la modifica pertanto favorisce la possibilità di ricerca di un lavoro.
Infine la consigliera ha espresso soddisfazione per l’accoglimento in commissione dell’emendamento, proposto insieme al capogruppo del PD Ermenegildi, che ha consentito di regolare al meglio la questione dei residenti e non residenti.
Leonardo Varasano (Progetto Perugia) ha ringraziato la commissione che ha lavorato positivamente sul regolamento, modificando alcuni aspetti che nella proposta originaria erano irricevibili, visto che, in particolare, si ipotizzava all’articolo 6 di dare accesso alle strutture educative, come ai residenti, anche ai figli dei dipendenti comunali che tuttavia vivono in altri comuni. Ben venga – ha detto – che si sia trovata la quadratura su un testo condiviso ristabilendo uguaglianza ed equità.
Infine Varasano ha sostenuto l’importanza di dare un segno forte in direzione del sostegno ai nascituri ed ai bambini, che rappresentano sia il presente che il futuro, ciò alla luce di dati nazionali sulle nascite “terrificanti” essendo i più bassi di sempre.
Paolo Befani (FdI) ha fornito un quadro degli emendamenti discussi in commissione, confermando come sia stata trovata una convergenza sul testo finale dell’articolo 6 (residenti e non residenti) rispetto ad una proposta iniziale iniqua che anche FdI aveva chiesto di modificare.
Per il resto il consigliere ha espresso rammarico per altri suoi due emendamenti non accolti:
In particolare sull’art. 6 (graduatoria) nell’ambito dei punteggi attribuiti alle condizioni individuali aveva proposto quanto segue: a) per la figura del disoccupato mantenimento di 5 punti al posto dei 7 proposti con le modifiche; b) per la figura del lavoratore non occupato che documenti un’attività lavorativa di almeno 90 giorni negli ultimi 12 mesi mantenimento di 5 punti al posto dei 7 proposti con le modifiche;
Accolta infine, ha ricordato, la richiesta di cancellazione dell’attribuzione di 3 punti per la figura del casalingo/a-pensionato/a perché già assorbito nelle linee precedenti.