Il Consiglio comunale ha approvato con 32 voti favorevoli (unanimità) la proposta di deliberazione relativa all’approvazione della transazione di una vertenza pendente davanti alla Corte di Appello di Perugia relativa a contratti di finanza derivata. Il provvedimento, che è stato adottato dalla giunta il 16 luglio e ha ottenuto il parere favorevole del collegio dei revisori in data 21 luglio, è stato illustrato in aula dall’assessora al bilancio Alessandra Sartore.
L’atto riguarda una proposta di transazione relativa alla controversia in corso con un istituto di credito con il quale il Comune di Perugia ha stipulato nel 2006 quattro contratti di finanza derivata del tipo “IRS & Collar + scambi flussi di Capitale”.
Nel 2018 – come si legge nell’atto – il Comune ha deciso di promuovere una vertenza civile contro l’istituto di credito preordinata alla declaratoria di illegittimità dei contratti derivati e per la condanna della controparte alle restituzioni del caso, anche risarcitorie. Fallito un tentativo di mediazione, è iniziato il giudizio civile davanti al Tribunale di Perugia, dove la controparte si è costituita elevando a sua volta domande riconvenzionali di risoluzione dei contratti per fatto e colpa del Comune, con condanna della pubblica amministrazione a rifondere i danni asseritamente patiti e dunque senza obblighi restitutori o risarcitori a proprio carico.
Con sentenza del 5 dicembre 2024 il Tribunale ha definito la lite in senso favorevole per il Comune di Perugia (in particolare, ha dichiarato la nullità dei contratti IRS e la parziale prescrizione per le pretese restitutorie anteriori al dicembre 2009, con condanna dell’istituto di credito al pagamento in favore del Comune della somma complessiva, al giugno 2022, di 8.755.504,85 euro, oltre ai flussi negativi successivi corrisposti, fino alla scadenza dei contratti ancora non scaduti a quella data, dichiarando non dovute, per i contratti non scaduti al momento della pronuncia, le somme non ancora maturate fino alla scadenza; il tutto, oltre interessi al saggio legale pro tempore vigente decorrenti dal 16 dicembre 2019 con riferimento alle somme a quel momento scadute, e dal momento del pagamento, per i flussi successivi).
All’esito del giudizio di primo grado si sono avviate trattative tra le parti per una possibile definizione transattiva della controversia (intanto, il 5 giugno, nell’imminenza dello scadere dei termini di legge, l’Istituto di Credito ha notificato all’ente l’atto di impugnativa avverso la pronuncia di primo grado).
All’esito delle trattative, i legali dell’istituto di credito hanno formulato ai legali del Comune una proposta transattiva di importo complessivo di 9 milioni di euro a tacitazione di ogni pretesa restitutoria e risarcitoria in relazione ai derivati, nei seguenti termini:
– versamento da parte dell’Istituto di Credito in favore dell’Ente di una somma transattiva pari a 8.511.374,48 euro;
– rinuncia da parte dell’Istituto di Credito dei flussi maturati alla data del 31 dicembre 2024, dei quali non era maturata la scadenza di pagamento alla data della sentenza del Tribunale di Perugia che ha dichiarato la nullità dei contratti di finanza derivata, per l’importo di 388.511,42 euro;
– rimborso delle spese legali, come liquidate in sentenza, per l’importo complessivo di 81.937,60 euro;
– rimborso delle spese sopportato in acconto da parte dell’ente per l’attività svolta dalla CTU, per 18.176,60 euro.
Gli importi sopra richiamati, con l’eccezione della somma di 388.511,42 euro, che costituisce rinuncia ai differenziali maturati in favore dell’istituto di credito ma non pagati per l’intervenuta nullità dei contratti, saranno pagati al Comune entro 10 giorni lavorativi dalla sottoscrizione dell’accordo transattivo.
La transazione consente all’ente di beneficiare sin da subito di somme che potrebbero essere disponibili in futuro solo dopo un orizzonte temporale di 5-7 anni di plausibile durata della controversia.
La proposta presentata dall’istituto di credito – ha ancora spiegato Sartore – soddisfa tutti i presupposti da verificare per valutare l’accoglibilità di una proposta transattiva in base all’orientamento prevalente della Corte dei conti. In particolare, con riferimento all’incertezza del giudizio, sono stati evidenziati possibili rischi nella prosecuzione del contenzioso e la possibile durata della controversia che presumibilmente proseguirebbe in due gradi di giudizio, per circa 5-7 anni.
L’importo riconosciuto con la transazione è pari a circa il 75 per cento dell’importo che spetterebbe in base alla sentenza di primo grado ed è ritenuto ampiamente conforme rispetto ai criteri di prudenza e ragionevolezza espressi in materia dalla giurisprudenza contabile.
L’amministrazione ritiene quindi che sussistano tutti i presupposti di diritto e di fatto per l’adesione all’accordo transattivo e che, soprattutto, esso risponda a criteri di razionalità, congruità e prudente apprezzamento.