A Ponte Felcino uno spazio comunale sarà ristrutturato per ospitare attività per ragazzi e adulti

L’amministrazione comunale di Perugia accoglie la proposta della Fondazione L’Albero della Vita: verso un patto educativo territoriale

date
06 novembre 2025
- Alessandra Borghi
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Uno spazio comunale inutilizzato a Ponte Felcino sarà messo a disposizione per realizzare un “patto educativo territoriale”. E’ quanto ha deciso la giunta comunale accogliendo un’istanza della Fondazione L’Albero della Vita. L’ente del terzo settore, che si occupa di educazione e formazione extrascolastica per la prevenzione della dispersione scolastica, del bullismo e della povertà educativa, ha chiesto di poter ristrutturare lo spazio comunale, con spese a proprio carico, per poi effettuare una serie di attività, tra cui: laboratori per bambini, ragazzi e genitori, supporto alla genitorialità (sportelli di ascolto, gruppi di auto-mutuo-aiuto e incontri tematici), laboratori di italiano per genitori e minori stranieri, aiuto compiti, tavoli di co-progettazione con il territorio.

 

A breve, quindi, con la Fondazione sarà sottoscritto un patto educativo territoriale ai sensi del regolamento comunale sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la valorizzazione dei beni comuni urbani.

 

A esprimere soddisfazione per queste linee di indirizzo sono le assessore Francesca Tizi (istruzione) e Costanza Spera (politiche sociali). “Lo spazio comunale interessato – dice Tizi – attualmente è in gestione all’istituto comprensivo Perugia 14 ma inutilizzato perché necessita di lavori. Abbiamo quindi accolto con convinzione la proposta della Fondazione L’Albero della Vita, che va nel senso di rafforzare le iniziative formative a sostegno dei più giovani e delle loro famiglie e può rispondere a bisogni a volte molto sentiti, come il sostegno ai compiti e all’apprendimento dell’italiano”.

 

Secondo l’assessora Spera, “attivando uno strumento di collaborazione come il patto educativo il Comune realizzerà obiettivi importanti, che riguardano, ad esempio, l’inclusione sociale di genitori e minori stranieri, ma anche lo stimolo alla partecipazione dal basso per costruire altri progetti utili per il territorio”.

 

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