In una Sala dei Notari gremita come non si vedeva tempo, l’Assessore alla Cultura Leonardo Varasano ha presentato, venerdì 9 luglio, il nuovo romanzo di Roberto Contu, La tigna (Castelvecchi – 2021). “La scelta di questo luogo non è casuale – ha esordito – oltre che un simbolo, storico e artistico, della nostra città, la Sala dei Notari è anche uno degli scenari principali dell’intreccio narrativo del libro di Contu.
Un romanzo ambientato nella nostra città, in cui i luoghi dialogano continuamente coi personaggi, narrati con una spiritualità garbata, senza la pretesa di dare lezioni, ma sempre con l’intento di porre domande di senso”.
“È una lezione che gli insegnanti, quelli autentici, imparano dai loro alunni: cambiare sempre. Ascoltare le domande dei ragazzi ci aiuta a non far diventare le nostre certezze ideologiche – afferma Marta Boldrini, anche lei orgogliosamente insegnante – Quando la realtà bussa alla porta, e si è capaci di entraci in dialogo, allora la realtà vince”. I temi cruciali del libro, introdotti dalle belle letture di Stefano Baffetti, sono molteplici, alcuni particolarmente scabrosi, come l’aborto. Ne parla la giovanissima studentessa Benedetta Tomassoni, che ha lo stesso nome della protagonista femminile nella quale, confessa sorridendo, a tratti si è rispecchiata. L’autore non trancia giudizi, non offre certezze, non ci sono risposte giuste o sbagliate di fronte a temi che ci interrogano sulla vita e sulla morte; il suo sguardo va oltre, al di là delle polarizzazioni in cui soffoca il dibattito pubblico e politico.
Davide Pairone, editore e insegnante, svela l’intreccio tra i protagonisti e le parole, e non solo quelle dei dialoghi, ma soprattutto le parole ascoltate, citate, le parole della nostra storia letteraria: Fenoglio, Petrarca, Leopardi, sempre presenti in filigrana. Per lo più sono i grandi classici, ma introdotti nel romanzo con uno sguardo attento al contesto: quel pensiero, quella frase funzionale alla psicologia del racconto e dei protagonisti. Secondo Pairone, Renato Contro, l’insegnante protagonista del romanzo, è il doppio alter ego rovesciato di Roberto Contu, l’insegnante dall’approccio ruvido e scostante che, al di là di ogni teoria didattica, avrà un impatto formidabile sulla scolaresca. Capace di scovare e mostrare ai ragazzi la luce tra le pieghe più oscure della letteratura, il ma di Dante di fronte all’attrazione fatale della selva oscura, quel ma che nessuno dice più; ma i ragazzi sì, con la tigna, il coraggio e la libertà di scovare la bellezza nella vita vera. Perché c’è una sintropia che si oppone all’entropia, un ordine al caos, e come dice Renato Contro: le vite possono essere belle.
ROBERTO CONTU: Insegnante, si occupa e scrive di letteratura italiana, didattica della letteratura, mondo della scuola. Ha pubblicato con Aguaplano Anni di piombo, penne di latta (1963-1980. Gli scrittori dentro gli anni complicati) nel 2015 e Insegnanti. Il più e il meglio nel 2019, con Castelvecchi il romanzo Il Vangelo secondo il ragazzo nel 2017.
SINOSSI DEL ROMANZO: È il 15 settembre 1999, il primo giorno di scuola all’istituto tecnico commerciale Vincenzo Danti di Perugia, quando Benedetta Ferri, studentessa del quinto anno, scopre di essere incinta di Francesco Mazzoli e decide di abortire. La notizia, che il loro migliore amico Luca non riesce a tenere per sé, sarà pietra d’inciampo per tutti quelli che li circondano: l’insegnante di religione don Andrea, la preside Valentini, il nuovo professore di italiano Renato Contro; metterà sotto processo le rispettive ricerche di un senso, e svelerà che – scandalo a dirsi – la domanda che dovrebbe assillarci non è perché si muore, ma perché si vive.