Il Consiglio comunale, nella seduta del 5 dicembre, ha approvato con 20 voti a favore, 8 contrari e un astenuto, il piano di delocalizzazione in località Pretola/San Marco. Adozione variante al piano regolatore generale, parte operativa, ai sensi dell’art. 32, comma 5 della legge regionale 21.01.2015.
Come spiegato dalla presidente della III commissione Cristiana Casaioli, la pratica fa riferimento all’istanza con cui il proprietario di un’area classificata dal vigente strumento urbanistico in parte “Ppu” ed in parte “Ppra”, sita in località Pretola, ha chiesto all’amministrazione comunale di delocalizzare la Suc degli edifici ivi presenti; con la medesima istanza è stato altresì proposto di rilocalizzare la Suc in un’area di altra proprietà (cofirmataria dell’istanza) ubicata a San Marco e classificata nel vigente piano regolatore generale quale zona “Ppu”. La delocalizzazione è stata chiesta a causa della pericolosità idraulica del sito di Pretola, ricadente in fasce A e B del PAI.
Il consigliere Fabrizio Croce (Ipp) ha rilevato che in Consiglio si affrontano due varianti proprio nel giorno in cui l’amministrazione ha presentato ai consiglieri il Documento strategico territoriale. Ha quindi auspicato che il Comune giunga a riscrivere un prg onnicomprensivo, cioè che includa tutte le variazioni nel frattempo intervenute nel territorio e tutti i piani tematici in modo da rimettere ordine in una materia frammentata. Nel caso specifico, l’obiettivo pubblico da conseguire è assolutamente condivisibile perché – sostiene Croce – l’area di Pretola interessata presenta una pericolosità dal punto di vista idrogeologico e rappresenta anche un elemento di degrado. Tuttavia, per il consigliere si va a toccare un’altra parte della città, un’area verde, un oliveto nella fattispecie, quindi siamo pur sempre alle prese con consumo di suolo. Per questo ha preannunciato un voto contrario.
La consigliera Borghesi (Pd) ha condiviso la posizione di Croce. Da un lato, ben venga il ripristino ambientale dell’area che lambisce il percorso ciclo-pedonale – ha detto – vicino alla quale c’è anche un campo sportivo, zona di proprietà comunale in degrado. Borghesi ha auspicato un intervento del Comune a sostegno delle associazioni del territorio per realizzare un progetto anche a vocazione ciclistica. Perplessità, invece, sono state ribadite in merito alla delocalizzazione a San Marco.
Secondo Michele Cesaro (Forza Italia), invece, la proposta di variante è da sostenere visto che prende le mosse dalla presenza di criticità di tipo idrogeologico. Le condizioni socio- economiche, del resto, determineranno un aumento delle richieste di declassamento per terreni con capacità edificatoria. In generale, ci deve essere disponibilità a dare spazio agli interventi dei privati, pur valutando caso per caso, senza partire dal presupposto che ogni intervento edilizio vada bloccato.
Secondo Casaioli si dovrebbe dire grazie ai soggetti istanti che, attivando l’iter per la modifica al prg, evitano possibili danni legati al dissesto idrogeologico in una parte del territorio comunale. L’operazione va quindi valutata come positiva. L’amministrazione comunale – ha anche affermato – nel tempo ha cercato sia di favorire l’economia della città sia di ridurre il consumo di suolo.
Secondo Francesco Zuccherini (Pd) è la delocalizzazione il punto controverso. Quando si interviene in un territorio – ha detto – bisogna conoscerne le esigenze e non pare che i residenti di San Marco siano stati informati che al posto di un oliveto a breve prenderà corpo una nuova lottizzazione. Chi conosce l’area interessata, inoltre, sa anche che si sono rilevate criticità, quindi trasformarla in una nuova lottizzazione fa sorgere perplessità.
L’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia in sede di replica ha sottolineato che l’intervento a cui si dà il via libera porterà alla demolizione dell’area dell’ex Tecnoasfalti nella sua interezza, un detrattore ambientale altamente impattante, con la conseguente rinaturalizzazione dell’alveo del fiume. Ha quindi fornito rassicurazioni in merito all’area di San Marco dove potrà avvenire l’urbanizzazione. Secondo l’assessore, è sempre necessario aprire un dialogo con le parti private per arrivare alla giusta mediazione tra la sostenibilità dell’investimento economico e il bene comune. Nel caso di specie, il Comune può ritenersi soddisfatto del bilanciamento conseguito.
Per il consigliere Michele Nannarone (FdI) la pratica rimanda a un’altra piaga curata, con riferimento ai problemi di dissesto idrogeologico. Quanto ai dubbi sul luogo in cui si delocalizza, Nannarone ha ricordato che l’intervento si farà nel rispetto di una serie di prescrizioni. Riguardo all’oliveto, esso non sarà smantellato ma spostato in un’altra zona per consentire questo tipo di edificazione. Il profilo della collina, inoltre, non sarà variato perché è prevista un’altezza massima di 6 metri e mezzo.