In merito alla tassa di soggiorno, il consigliere Nicola Volpi (FdI) ha fatto rilevare che con la Delibera di Giunta 386 del 20 Novembre 2024 l’Amministrazione ha approvato l’adeguamento delle aliquote a partire dal 1^ gennaio 2025; si rileva come per ciò che riguarda Bed and Breakfast, affittacamere e residenze d’epoca le tariffe siano triplicate e sia stata cancellata l’agevolazione che riconosceva uno sconto del 50% a partire dalla terza notte di permanenza.
Secondo Volpi gli aumenti della tassa di soggiorno applicati alle strutture extra alberghiere rappresentano una penalizzazione nei confronti di una tipologia di turismo costituto da giovani che solitamente prediligono strutture ricettive meno tradizionali e meno dispendiose.
In ragione di ciò il consigliere chiede di sapere:
-se vi stata adeguata concertazione con le associazioni di categoria del settore alberghiero e ricettivo in ordine agli aumenti della tassa di soggiorno;
-se non si ritiene che la maggiore imposta a carico delle strutture extra alberghiere e la cancellazione dell’agevolazione del 50% a partire dalla terza notte di soggiorno non possa indurre nel medio periodo ad una contrazione della domanda nei confronti del territorio;
-quali destinazioni e quali servizi finanzieranno i fondi derivati dall’extra gettito.
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Rispondendo alle domande l’assessore Fabrizio Croce ha spiegato che, al momento dell’insediamento della nuova giunta, la situazione era la seguente: Perugia, nel confronto tra città di dimensioni simili (tra 150mila e 300mila abitanti), era quella che non aggiornava da più tempo la tariffa (2016); inoltre applicava la tassa con un limite massimo molto basso (3 giorni a fronte di una media nazionale di 6-7 giorni)). Inoltre è la città che applica la tariffa più bassa ed è il Comune in Umbria che ottiene meno introiti, pur essendo il secondo per presenze registrate dopo Assisi.
Croce ha ricordato che l’art. 14 del regolamento comunale prevede da sempre che il Comune debba istituire un osservatorio per un confronto costante con i portatori d’interesse che tuttavia, in passato, non è mai stato costituito. Con la nuova consiliatura si è quindi lavorato per istituire innanzitutto un tavolo operativo di confronto che poi diventerà osservatorio per fare concertazione con gli operatori. L’assessore ha spiegato che è improprio parlare di aumento della tassa, essendo la tariffa rimasta la stessa; l’unica differenza è che vi è stato un adeguamento (in linea con i livelli nazionali) della tariffa per affittacamere e bed and breakfast, e la contemporanea introduzione della tassa anche per la categoria degli affitta brevi onde garantire una maggiore equità del sistema. Ciò produrrà in campo agli esercenti doveri ma anche l’acquisizione di diritti.
Per il futuro si sta comunque ragionando con le associazioni di categoria di un possibile aumento della tariffa, in linea con quanto avvenuto nelle altre città italiane.
Sul secondo quesito Croce ha detto di non ritenere che la maggiore imposta a carico delle strutture extra alberghiere e la cancellazione dell’agevolazione del 50% a partire dalla terza notte di soggiorno possano determinare, come prospettato nell’interrogazione, una contrazione della domanda turistica, perché i dati nazionali smentiscono tale ipotesi e perché, comunque, un limite massimo è stato apposto al raggiungimento dei 7 giorni.
Quanto infine alla destinazione degli introiti della tassa di soggiorno, Croce ha riferito che: il 40% sarà utilizzato per la manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali; il 30% per l’organizzazione di eventi culturali nazionali ed internazionali (è prevista tra gli altri un’integrazione del contributo per la Fondazione Umbria Jazz per sanare un debito del passato), il 20% andrà per finanziare interventi di informazione ed accoglienza turistica (infopoint turistico) ed infine il 10% per interventi di finanziamento di iniziative culturali di interesse turistico (per lo più quote di partecipazione del Comune in enti, organismi o associazioni).