Inaugurata la Casa della Comunità a Ponte San Giovanni

Al suo interno sono previsti molti servizi tra cui il punto unico di accesso per le prestazioni socio-sanitarie. Al taglio del nastro erano presenti la presidente della Regione Stefania Proietti, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi con l’assessora Costanza Spera, il direttore generale della Usl Umbria 1 Nicola Nardella e la direttrice di Distretto del Perugino Barbara Blasi

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31 gennaio 2025
- Redazione
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Inaugurata la Casa della Comunità di Ponte San Giovanni, la prima realizzata a Perugia. È situata al primo piano del Centro Commerciale Apogeo dove erano già presenti il Centro di Salute e il Poliambulatorio, i cui spazi sono stati ristrutturati e rivisitati dal punto di vista organizzativo come previsto dal Dm 77/2022.

 

L’istituzione della Casa della Comunità di Perugia – Ponte San Giovanni ha consentito di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio, migliorandone la qualità, in particolare per le persone affette da patologie croniche. Con i lavori sono stati rimodulati gli spazi che ospitano gli ambulatori diagnostici clinico-strumentali per le molteplici branche specialistiche presenti, anche a supporto della telemedicina, quelli per le attività infermieristiche, consultoriali e riabilitative, per le Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) e le Uca (Unità di continuità assistenziale). Novità assoluta introdotta con le Casa della Comunità è l’attivazione del Pua (Punto unico di accesso), luogo di accoglienza e orientamento per i cittadini. Il Pua offre una prima valutazione dei bisogni sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali attraverso la sinergia di figure professionali con competenze specifiche: personale infermieristico, assistenti sociali dell’Usl Umbria 1 e del Comune di Perugia (quale capofila della Zona sociale 2, che comprende anche i Comuni di Corciano e Torgiano) e personale amministrativo. Nei nuovi spazi della Casa della Comunità è stata, inoltre, predisposta una sala riunioni polifunzionale, destinata ad accogliere anche le varie associazioni del territorio legate al terzo settore. La Casa della Comunità sarà, quindi, un punto di riferimento per la popolazione, per la promozione della salute, la prevenzione e la presa in carico delle persone che fanno parte della comunità di riferimento.

I lavori di restyling, suddivisi in più tranche, sono terminati lo scorso dicembre e sono costati complessivamente circa 100mila euro, somma finanziata con i fondi del Pnrr.

 

La Casa della Comunità è stata inaugurata venerdì 31 gennaio da Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria, Nicola Nardella, direttore generale dell’Usl Umbria 1, Vittoria Ferdinandi, sindaca del Comune di Perugia, Barbara Blasi, direttrice Distretto del Perugino dell’Usl Umbria 1, e Costanza Spera, assessora alle Politiche Sociali del Comune di Perugia. Presenti anche Tommaso Bori, vice presidente della Regione Umbria, Federico Gori, presidente di Anci Umbria, Attilio Persia, vice sindaco di Torgiano, Giordana Tomassini, assessore al welfare di Corciano, e numerosi rappresentanti delle associazioni del territorio e dei cittadini.

Nicola Nardella, aprendo la conferenza stampa, ha dichiarato: “Quello che stiamo vivendo oggi è un momento di condivisione molto importante, stiamo inaugurando un struttura che ospita numerosi servizi socio-sanitari che rappresentano il patrimonio di questa comunità”. Il direttore generale dell’Usl Umbria 1 ha proseguito spigando cosa sia la Casa della Comunità, presidio territoriale introdotto con il Dm 77/2022. “Oltre ad una serie di servizi e prestazioni specialistiche – ha sottolineato Nardella – in questa Casa c’è la presenza del Pua, uno sportello unico di accesso che unisce l’aspetto sociale con quello sanitario, sintesi di un percorso nato in sinergia con i Comuni della Zona sociale 2”.

 

La sindaca Vittoria Ferdinandi ha espresso soddisfazione per “un traguardo che per noi rappresenta anche un punto di partenza”. “Le tante persone qui presenti – ha proseguito – ci confermano infatti quanto il tema della salute sia sentito e ci stimolano a continuare a lavorare per affrontare sempre meglio una delle più grandi sfide di questi anni: mettere in campo politiche in grado di garantire effettivamente il diritto alla salute. Per questo, come amministratori non possiamo non sentirci chiamati a una ristrutturazione del potere di cura e a ripensare il sistema sanitario riconoscendo, anzitutto, che la salute non si tutela solo all’interno dell’Azienda ospedaliera, ma anche rafforzando la dimensione territoriale delle strutture socio-sanitarie che fanno prevenzione, promozione e la prima presa in carico. Siamo felici, e ringrazio per questo anche i nostri uffici, di aver contribuito a realizzare un segmento significativo della Casa della Comunità: il Punto unico di accesso, un modello organizzativo che tiene conto della complessità della domanda di salute. Quella salute che non è assenza di malattia, ma completo stato di benessere fisico, psicologico e sociale e che richiede sempre più l’adozione di metodi e strutture integrati. E’ stato per noi un risultato significativo anche essere riusciti in pochi mesi ad assumere a tempo indeterminato le assistenti sociali necessarie per il Pua. La Casa della Comunità, insieme agli altri servizi presenti in questa zona, infine, sarà un ulteriore elemento di crescita per Ponte San Giovanni”.

 

“Di recente – ha ricordato l’assessora Costanza Spera – con la Usl Umbria 1 abbiamo siglato l’accordo di programma per la realizzazione del percorso assistenziale integrato per la non autosufficienza. E’ il presupposto per puntare a una integrazione finalmente reale dei servizi socio-sanitari in tale ambito. Ciò al fine di dare risposte sempre più complete e appropriate a persone con problematiche complesse. Un fenomeno, questo, sempre più diffuso a causa dell’invecchiamento demografico. Solo attraverso una presa in carico integrata e coordinata sono possibili valutazioni e risposte che fanno leva su professionalità diverse. Oggi siamo lieti di presentare per la prima volta il Punto unico di accesso, strumento organizzativo pensato per rendere possibile la valutazione e la presa in carico multidisciplinari in modo da offrire soluzioni calibrate sui reali bisogni della persona, superando la standardizzazione dei percorsi. Qui lavorano anche due assistenti sociali assunte a tempo indeterminato dal Comune, preposte all’ascolto e a un primo esame delle esigenze a 360 gradi. La vera scommessa per tutti i nostri servizi, infatti, da oggi diventa mettere sempre più al centro la persona considerata in un’ottica bio-psico-sociale. Non dimentichiamo che proprio di fronte alla Casa della Comunità c’è uno dei nostri Uffici di cittadinanza: abbiamo dunque riunito in questa zona facilmente accessibile più realtà che potranno diventare un riferimento per le persone più fragili”.

 

La direttrice di Distretto del Perugino Barbara Blasi ha ringraziato tutti i presenti: dai rappresentanti delle istituzioni a quelli delle associazioni del territorio. “La Casa di Comunità – ha detto – è un organismo nato con un’offerta di servizi multi-professionali. Qui, ad esempio, i medici della sanità pubblica si uniscono per le Aggregazioni funzionali territoriali e gli specialisti sono impegnati anche nella consulenze della telemedicina, per gestire le cronicità a domicilio. L’apertura della Casa della Comunità ha reso necessario rimodulare gli spazi per dare spazio al Punto unico di accesso, all’ambulatorio per le cronicità ed ad un luogo per accogliere le associazioni, che collaborano con i servizi per realizzare un piano assistenziale individualizzato con e per il cittadino. Questa Casa della Comunità è una grande opportunità per la nostra cittadinanza”.

 

La presidente Stefania Proietti ha concluso dichiarando: “Questa è la prima Casa della Comunità che mi trovo ad inaugurare e sono felice di essere qui. Si tratta una struttura territoriale, frutto di un lavoro di squadra che ha come obiettivo quello di offrire un servizio socio-sanitario che si avvicina alle persone. La nuova sfida che ci poniamo, che è difficile ma non impossibile, è quella di far sì che i servizi socio-sanitari diventino di facile accesso anche per chi abita nelle zone montuose, soprattutto se si tratta di anziani e disabili. Dobbiamo cercare di dare risposte a tutti, anche con il supporto dei Comuni, e dobbiamo ritornare ad essere un’eccellenza nazionale. Con il vice presidente Bori, che ha la delega al personale, abbiamo inserito nell’organico a tempo indeterminato ben 12 unità di personale che si occupano di sanità. Questo è un piccolo ma grande segnale. Dobbiamo occuparci della salute e della sfera sociale dei nostri cittadini”.

 

 

 

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