Il Consiglio comunale ha approvato con 20 voti favorevoli e 12 astensioni l’ordine del giorno per l’introduzione del “sistema di certificazione della parità di genere” nel Comune di Perugia, proposto dai consiglieri Cesare Carini, Lorenzo Mazzanti (Pensa Perugia), Lorenzo Ermenegildi Zurlo e Francesca Pasquino (Pd).
Illustrando l’atto in aula, Carini ha spiegato che l’implementazione di tale sistema di certificazione, disciplinato dalla legge n. 162/2021 (legge Gribaudo) e dalla legge n. 234/2021 (legge di bilancio 2022), rappresenta uno degli obiettivi del Pnrr assegnato dal Dipartimento per le pari opportunità e mira a favorire l’adozione di policy in grado di ridurre il divario di genere in ambito lavorativo nelle realtà pubbliche e private, assicurando una maggiore qualità del lavoro femminile. Il sistema di certificazione, applicabile anche agli enti locali come strumento per promuovere l’uguaglianza di genere e la valorizzazione delle pari opportunità, risulta tuttavia adottato ancora da pochi comuni in base a quanto emerso durante i lavori in commissione.
Ciò premesso, i proponenti impegnano l’Amministrazione ad attivarsi per valutare l’introduzione di tale sistema nell’ambito del Comune di Perugia previa opportuna istruttoria.
La consigliera Pasquino ha voluto sottolineare che la certificazione sarà importante per rafforzare l’immagine di una città che sa guardare al futuro. Quando si parla di certificazione della parità di genere – ha ancora ricordato – si parla di empowerment femminile, concetto che ha fatto ingresso nell’ordinamento italiano in tempi recenti ma risalente alla conferenza Onu del 1985. In Italia, quindi, a suo avviso si devono ancora affermare pienamente concetti emersi a livello internazionale da tempo.
La certificazione – ha detto ancora Pasquino – favorirà un sistema che promuove l’uguaglianza di genere e il rafforzamento delle donne in ogni ambito della società, un processo, dunque, attraverso cui le donne possano acquisire la fiducia e le risorse necessarie a migliorare la propria vita e quella degli altri. Pasquino ha anche affermato che molti principi programmatici della Costituzione italiana non hanno ancora trovato piena attuazione, come dimostra ad esempio il fatto che una donna su cinque si dimette nel primo anno di vita del primo figlio. Per la consigliera è dunque necessario un attento monitoraggio della situazione, considerando la certificazione come un punto di partenza e un’occasione da cogliere per migliorare le condizioni delle lavoratrici, oltre che come uno strumento che potrebbe dare più chance di accesso ai fondi europei. Per questo aveva anche auspicato che sull’atto l’assise manifestasse un sostegno unanime.