E’ stata approvata con 24 voti (unanimità) la mozione urgente, presentata dai gruppi Pd, Idee Persone Perugia e Giubilei, sulla condanna dell’invasione dell’Ucraina e appello per la cessazione delle ostilità.
Il consigliere Giuliano Giubilei, che ha redatto l’atto insieme alla collega Lucia Maddoli (IPP), ha detto che “il pensiero non può che andare alla popolazione dell’Ucraina oggetto di un’ingiustificabile aggressione da parte della Russia. Ci sono vittime civili, tra queste anche bambini; più di un milione e mezzo di persone sono state costrette a lasciare le loro case e a chiedere di essere accolte nei Paesi vicini”. Per Giubilei è necessario concentrare sforzi e speranze sulla possibilità di un negoziato. Poi ha illustrato alcune modifiche apportate al primo testo, per lo più al fine di aggiornarlo. Una modifica più sostanziale ha invece riguardato, dopo “un confronto diretto e positivo con esponenti della maggioranza”, la seconda parte del punto 2) degli impegni previsti per la Giunta.
L’Umbria e Perugia, da sempre terre di dialogo e di pace – ha ricordato Maddoli dal canto suo illustrando l’atto -, devono essere tra le prime a far sentire la propria voce davanti a palesi violazioni del diritto internazionale e a farsi promotrici di azioni coordinate con il resto delle istituzioni nazionali, per richiedere che siano i principi di pace e di rispetto dei diritti umani a muovere ogni azione politica.
Ricordando l’escalation che ha portato all’avvio della guerra in Ucraina Maddoli ha riferito che migliaia di persone sono in fuga abbandonando le proprie case mentre altre sono costrette a rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana dove cominciano a scarseggiare cibo, acqua e medicine. Ancora più gravi sono le notizie circa il numero dei morti tra la popolazione civile, compresi alcuni bambini. Inoltre, circa un milione e mezzo di persone sono già state costrette a trovare rifugio in città più sicure o nei Paesi confinanti come Polonia e Ungheria.
Ricordando che con questa azione la Russia ha infranto il diritto internazionale essendo l’invasione dell’Ucraina un atto di aggressione, con la mozione gli istanti chiedono che il Consiglio comunale:
-condanni fermamente l’invasione e l’aggressione militare dell’Ucraina da parte della Russia, giudicandola come una chiara e grave violazione del diritto internazionale e della sovranità dell’Ucraina, che ha di fatto cancellato ogni tentativo d’intesa negoziale, minando la pace e la stabilità dell’Europa;
-esprima forte preoccupazione per le sorti della popolazione civile ucraina, soprattutto per i più vulnerabili (donne, anziani, bambini, malati), che come in tutte le guerre pagano il prezzo più alto in termini di sofferenze, morte, distruzioni;
-esprima solidarietà e vicinanza alla popolazione ucraina, inclusi i tanti cittadini e cittadine dell’Ucraina che abitano e lavorano nella nostra città e nel nostro Paese, che in questi giorni vivono giornate di paura e terrore pensando ai loro cari in pericolo, e ai numerosi tanti cittadini e cittadine russe che chiedono coraggiosamente di fermare questa guerra fratricida;
-impegni sindaco e giunta:
1) a fare pressione sul Governo italiano perché si impegni a fare tutto il possibile, in coordinamento con gli altri Paesi europei e attivando tutti i canali della diplomazia internazionale, perché si arrivi ad una cessazione immediata delle ostilità e al ritiro delle forze militari russe da tutto il territorio ucraino e ad adoperarsi successivamente per una conseguente de-escalation della crisi nel pieno rispetto del diritto internazionale, affidando alle Nazioni Unite il compito di gestire e risolvere i conflitti tra Stati con gli strumenti della diplomazia, del dialogo, del diritto internazionale e della cooperazione;
2) a sollecitare il governo perché, in coordinamento con la comunità internazionale, si adottino sanzioni economiche che colpiscano quanto più possibile le oligarchie e gli interessi forti dell’economia russa con l’obiettivo di costringere il presidente Putin a fermare l’ingiustificata aggressione nei confronti di un Paese sovrano, evitando però che l’applicazione di tali misure finisca per colpire sul piano economico le imprese e le famiglie italiane, europee e della stessa Ucraina, mettendo eventualmente in campo sostegni che possano compensare gli effetti negativi delle sanzioni;
3) a chiedere al governo che, di concerto con l’Unione europea, si impegni a predisporre un piano straordinario di accoglienza per i profughi e a portare aiuti umanitari e soccorso alla popolazione civile ucraina in sofferenza;
4) ad attivarsi immediatamente e fare la propria parte per garantire l’accoglienza nel territorio del Comune di Perugia di persone in fuga dalla guerra, coinvolgendo da subito le associazioni accreditate del Terzo Settore che si occupano di accoglienza e integrazione, per predisporre insieme a loro e alle altre istituzioni competenti un chiaro piano di accoglienza, materiale e psicologica in loro supporto.
5) a far sentire la propria voce e la voce dell’Umbria terra di pace per esortare tutti gli stati, a partire dai paesi dell’Unione Europea, ad imboccare progressivamente la via del disarmo e della de-militarizzazione, unica vera alternativa per costruire un futuro di pace e convivenza pacifica tra i popoli.
Il consigliere Francesco Vignaroli (Progetto Perugia), pur preannunciando il suo sostegno all’atto, ha rilevato che in esso “manca la parola libertà”. “Gli ucraini – ha continuato – ci stanno dando proprio una lezione di libertà. Personalmente sono per il disarmo come obiettivo auspicabile, ma la vicenda dell’Ucraina ci insegna che pace, libertà e democrazia devono essere difese. Manifesto inoltre solidarietà al polo ucraino, ma anche ai russi che cercano di esprimere la loro opposizione al loro governo”.
Il consigliere Lorenzo Mattioni (Lega) si è detto soddisfatto per un atto che riesce a unire le varie sensibilità. “Quello che si sta facendo – ha precisato – è ciò che possiamo fare, dobbiamo esserne orgogliosi come italiani e come Occidente. Un passo in più comporterebbe una guerra globale”.
La consigliera Roberta Ricci (Lega) ha parlato di “atto equilibrato in cui è possibile ritrovarsi” aggiungendo che “vanno condannati anche i percorsi che hanno portato a questa situazione”, in particolare “l’inerzia dell’Europa che non ha saputo usare le arti della diplomazia per evitare un conflitto alle sue porte”. Ricci, ad ogni modo, dal canto suo stigmatizza l’invio di armi al popolo ucraino che, a suo avviso, “equivale a una dichiarazione di guerra” e rischia di aggravare una situazione già pesante dal punto di vista economico.
“Esprimo vicinanza al popolo ucraino a nome dell’amministrazione – è infine intervenuta l’assessore alle politiche sociali Edi Cicchi -. Siamo stati presenti in tutte le manifestazioni organizzate in questi giorni, ma è chiaro che non basta questo tipo di vicinanza. E’ iniziato l’arrivo dei profughi e sono diverse le difficoltà che si stanno superando attraverso il coordinamento dei diversi soggetti coinvolti, istituzionali e non. Da lunedì scorso sono in contatto con la Prefettura. Fin dai primi giorni, infatti, sono arrivate famiglie, soprattutto donne e bambini, accolte da donne qui residenti che hanno fatto arrivare i familiari ucraini. A Perugia ci sono 1.249 cittadini di nazionalità ucraina di cui oltre mille donne impegnate in prevalenza nel lavoro di cura. Si può quindi ipotizzare un consistente numero di arrivi (in media 5-6 a famiglia). Anche in rapporto a quella che sarà la durata della guerra, c’è da fare una riflessione seria sull’ospitalità, sull’inserimento al lavoro, sull’accoglienza dei minori. Ho già allertato l’Ufficio scolastico regionale quando ancora non avevamo indicazioni, arrivate solo oggi, per le procedure di accoglienza nelle scuole”.
Sul sito del Comune – ha spiegato ancora Cicchi – è presente una sezione con un form per chi voglia manifestare disponibilità all’accoglienza o fornire altri aiuti. C’è stato un incontro ufficiale con la Prefettura, le Asl e la Questura per definire le procedure da seguire per l’accoglienza, da oggi indicate nella home page del sito istituzionale del Comune. Sono diverse le famiglie che hanno già accolto e quindi il Comune sta comunicando quali passi fare.
Cicchi ha espresso tre ringraziamenti. Il primo al Consiglio comunale, perché “non sentirsi soli in questo momento, di fronte all’ennesima difficoltà che ci troviamo ad affrontare come amministrazione, è importante”. Poi “alla nostra gente per la solidarietà manifestata in questi giorni”. Un ringraziamento anche al terzo settore, “a Caritas in particolare, ma ci stiamo attivando anche con altri soggetti in coordinamento con la Prefettura”. “Stiamo di nuovo chiedendo al ministero l’ampliamento del Sistema Accoglienza Integrazione (Sai), cioè della rete di accoglienza sotto la supervisione dell’amministrazione comunale”, ha concluso.