La III commissione consiliare, nella seduta dell’11 novembre, ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno per “Promuovere buone pratiche, consapevolezza e cittadinanza in riferimento alla sostenibilità e alle tematiche ecologiche e del cambiamento climatico”, presentato dai consiglieri di Progetto Perugia Nicola Volpi, Cristiana Casaioli, Gino Puletti, Camilla Rampichini e Francesco Vignaroli.
L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile – riporta l’atto illustrato dal consigliere Volpi -, adottata dall’Assemblea generale dell’Onu il 25 settembre 2015 e sottoscritta dal nostro Paese, è articolata in 17 obiettivi, tra cui istruzione di qualità; acqua bene comune da difendere come bene pubblico; accesso all’energia pulita, a buon mercato e sostenibile per tutti; promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile; agire concretamente per combattere il cambiamento climatico e il suo impatto, ecc. Il 14 gennaio 2020 – prosegue l’odg – è stato approvato in Parlamento il Green Deal per gli Stati Membri Europei, piano di investimenti di 1000 miliardi per i prossimi 10 anni a supporto della lotta contro il cambiamento climatico, l’inquinamento ambientale e la necessità di ridurre le emissioni di CO2. Il Pnrr, inoltre, ha, tra i suoi scopi, il sostegno alle politiche di transizione ecologica che coinvolgeranno necessariamente le amministrazioni locali. Citata dall’odg anche la legge n. 92/2019 sulla introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica, che ha previsto la definizione di linee guida assumendo a riferimento tra le tematiche: a) Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; b) educazione alla cittadinanza; c) educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari; d) educazione al rispetto e alla valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni; e) formazione di base in materia di protezione civile. Le Linee guida adottate in base alla suddetta legge stabiliscono, per la macro area “sviluppo sostenibile”, che “alunne e alunni saranno formati su educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio, tenendo conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu (…)”.
Il piano Ri-Generazione Scuola varato dal Ministero dell’Istruzione nel giugno 2021 – riporta poi l’odg – prevede inoltre l’istituzione di una “Green Community” per supportare il Ministero e le scuole nella realizzazione delle iniziative di Ri-Generazione. Si tratta di una Rete composta da rappresentanti di amministrazioni pubbliche, istituzioni culturali, scientifiche, di ricerca, organizzazioni no profit e profit, anche di rilievo internazionale. Le sfide ecologiche del secondo millennio – si legge ancora nell’odg – comportano una sfida culturale che avrà come scenario di intervento da parte delle istituzioni pubbliche turismo sostenibile, mobilità alternativa e incentivazione della decarbonizzazione e diffusione delle energie rinnovabili. Nel territorio del Comune di Perugia – nota in conclusione l’atto – esistono aree verdi e ambientali che meritano di essere ancor più valorizzate ai fini delle sopracitate premesse e di diventare ancor più fruibili, nell’ottica del coinvolgimento di privati cittadini, associazioni e soggetti interessati alle tematiche ecologiche e del cambiamento climatico.
Ciò premesso, l’odg impegna sindaco e giunta a incentivare le buone pratiche ambientali promuovendo programmi di Educazione Ambientale e alla Sostenibilità (EAS) rivolti alle scuole di ogni ordine e grado, ai docenti e alle associazioni del territorio coinvolte nelle tematiche ambientali e sociali; a promuovere, altresì, consapevolezza e responsabilità nella gestione delle problematiche ambientali del Paese e dei territori sia per i docenti che per gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado che per gli attori della società civile che contribuiscono a strutturare la così detta Comunità Educante; a promuovere iniziative e progetti favorendo reti di partenariato attivo tra istituzioni scolastiche, cittadinanza, soggetti portatori di interessi in ordine ai temi ambientali; a favorire ed elaborare progetti tesi alla valorizzazione del territorio, al turismo ambientale e alla mobilità alternativa, con lo scopo di coinvolgere la cittadinanza e di assumere la consapevolezza che l’ambiente può divenire fonte di sviluppo economico; a incentivare e sostenere iniziative sul territorio “diffuso” legate ai temi della sostenibilità anche da parte di associazioni e soggetti privati; ad avvalersi delle risorse finanziarie ed economiche provenienti da bandi nazionali ed europei per il sostegno e la scalabilità delle finalità sopra citate. Queste le indicazioni operative esemplificate dall’odg: educazione ambientale rivolta agli alunni delle Scuole di ogni ordine e grado, formazione degli insegnanti, coinvolgimento delle biblioteche comunali in qualità di “Luoghi di Cultura Ambientale e Sostenibile”, incentivazione della fruizione delle Aree Verdi e dei Parchi del Comune di Perugia come veri e propri “Quartieri Green”, formazione alle associazioni e supporto organizzazione eventi sostenibili, laboratori di Sviluppo Sostenibile aperti alla cittadinanza, eventi tematici legati anche alle giornate mondiali dedicati alla salvaguardia e protezione delle risorse ambientali e dei cambiamenti climatici.
Ha quindi preso la parola Michele Sbaragli, invitato in commissione in qualità di formatore ed educatore ambientale. “Accolgo con piacevole stupore il fatto che vi sia una visione sistemica delle tematiche oggetto di trattazione – ha detto -. Non si parla solo di tematiche ambientali, ma di sfide ecologiche. L’ambiente è una sfida non a posteriori, ma a priori. Per anni abbiamo considerato l’ambiente nei termini di una situazione dannosa da risolvere. Le sfide ecologiche significano, invece, lavorare su un ‘a priori’, avere un assetto mentale da educatori, cioè stimolare il cambiamento degli stili di vita, del modo di operare e pensare. E’ stata citata l’Agenda 2030. L’idea che soggiace ad essa è che le sfide ambientali abbiano una ricaduta anche a livello economico e sociale. Quindi, tale sfida ha come prima linea gli enti locali. E la vera sfida è quella del tempo: non possiamo delegare o dilazionare. La legge 92 impone alle scuole di ogni livello, dall’infanzia alle superiori, almeno 33 ore di educazione civica all’anno. Ma alla scuola vanno dati gli strumenti. E, spesso, il mondo dell’istruzione e gli stessi insegnanti chiedono agli enti locali formazione, una pragmaticità di operazione, un cambiamento che si possa vedere, qualcosa che sia facilmente osservabile ed esperibile dai ragazzi. Il cambiamento comincia sulla soglia di casa. Calare l’agenda 2030 nel contesto significa uscire dalle vuote parole e strutturare all’interno dell’ente locale un programma di azioni concrete, non solo un progetto, per rispondere alla sfida ecologica. Si è parlato anche di associazioni: secondo me c’è bisogno di sostenere dal punto di vista educativo tutti gli attori coinvolti. Se parliamo di educazione ambientale rivolta agli alunni, un’offerta del Comune per i servizi socioeducativi è interessante. Coinvolgere le biblioteche come luoghi di sostenibilità? Ben venga, stiamo parlando di una sfida culturale”.
Ad aprire il dibattito è stato il consigliere Fabrizio Croce (Idee persone Perugia): “Non posso che condividere l’intento dell’odg. Rientra nella missione di una pubblica amministrazione promuovere e facilitare tutte le azioni che possano sensibilizzare i cittadini su questi temi. D’altra parte, il Comune aveva inserito nelle linee programmatiche il tema dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile. C’era e c’è, quindi, una volontà in tal senso, inclusa la promozione di azioni di sensibilizzazione e di crescita culturale. In passato, anzi, sono state avviate azioni pionieristiche. Ricordo una bellissima campagna che ha coinvolto i bambini delle scuole per dipingere i nuovi contenitori della carta. Pionieristico fu anche l’affiancamento ai cassonetti grigi metallici di campane di vetro con forme giocose e colori accesi. Fin qui tutto bene. Ci sono, però, cose concrete che bisogna fare. Mi rifaccio proprio alle linee programmatiche. Si partiva da un obiettivo che è venuto subito a mancare; l’idea di candidarsi a capitale verde europea è infatti tramontata velocemente. Poi c’erano dei propositi come arrestare il consumo del suolo, applicare la tariffa puntale nella gestione dei rifiuti, sviluppare il progetto Futuro del verde, che in qualche modo sono un po’ in contrasto con la cronaca quotidiana”. Croce ha quindi citato il rapporto Ecosistema urbano di Legambiente: “Da un lato mette la città in posizione onorevole per verde urbano (al 14esimo posto nel contesto dei capoluoghi di provincia), ma, se si voleva essere capitale del verde, il rapporto con l’ambiente andava curato meglio. Inoltre, tra i capoluoghi di provincia, siamo al 21esimo posto, ma nel 2016, prima che entrasse a regime il progetto Futuro nel verde, eravamo al 17esimo, quindi c’è stata una discesa. Scorrendo certi dati, le rilevazioni sono preoccupanti, se non negative: siamo al 28esimo posto per PM10; al 51esimo posto per piste ciclabili, al 54esimo per numero di isole pedonali; al 54esimo per uso efficiente del suolo; al 57esimo per la dispersione della rete idrica; al 67esimo per i rifiuti prodotti; all’84esimo per il livello di depurazione dell’acqua; addirittura al 95esimo per tasso di motorizzazione. Quando parliamo di buone pratiche e propositi, dobbiamo tenere presenti questi dati perché è su questo che dobbiamo lavorare. Quello che notammo anche nella presentazione delle linee programmatiche era che mancava qualsiasi riferimento alla riduzione del traffico di auto e al potenziamento del trasporto pubblico”. Croce ha quindi elencato i numerosi ordini del giorno e interrogazioni presentati dall’opposizione in materia di ambiente e ha anche sostenuto che “formare le associazioni è importantissimo: non dobbiamo limitarci a dare aree verdi in gestione”. Infine, pur affermando di condividere l’odg, ha invitato: “Più fatti e meno parole”.
La consigliera Maria Cristina Morbello (M5s), dal canto suo, ha rivolto i suoi complimenti ai proponenti dell’odg. “Tematiche ambientali sono state più volte discusse in questa consiliatura. Già approvati in Consiglio comunale anche diversi ordini del giorno da me stessa proposti per contrastare i cambiamenti climatici. Proprio per questo voglio fare un passo in più. Al vertice della Cop26 Greta Thunberg ha dichiarato che i capi di stato hanno passato decenni a parlare e parlare, e questo non ci ha portato da nessuna parte. Concetto rafforzato da Obama: ‘capisco la frustrazione, quelli della mia generazione non hanno fatto abbastanza per evitare il disastro climatico’, sono le sue parole. Per Thunberg i leader non stanno facendo nulla, ma creando scappatoie e costruendo regolamentazioni per trarre profitto da questo sistema distruttivo. Il pensiero di Greta è quello dei giovani occidentali, che vivono in Paesi democratici e liberi e hanno accesso a una istruzione di qualità, inclusiva e paritaria, fattore imprescindibile per attuare lo sviluppo sostenibile. Purtroppo, non è la condizione dei giovani cinesi, indiani e brasiliani. Cina, India e Brasile sono tra i 10 Paesi più inquinanti al mondo e non hanno la minima intenzione di adottare politiche green nel breve periodo. Alla luce delle inconciliabili posizioni a livello planetario – ha proseguito la consigliera Morbello – dobbiamo chiederci cosa fare per passare dalle parole ai fatti e attuare la transizione ecologica. In Europa non bisogna perdere l’occasione storica del Pnrr. Allora dobbiamo essere consapevoli che c’è differenza tra retorica e realtà. Rendere gli standard di produzione e di distribuzione ecofriendly ha un costo elevatissimo e le nostre imprese competono con le aziende di altri Paesi, che non condividono le nostre ambizioni climatiche. Dobbiamo avere a mente gli scenari geopolitici e non dobbiamo ipotecare il futuro delle nuove generazioni indebolendo socialmente ed economicamente il libero e democratico Occidente”. Per Morbello, quindi, “per passare dalle parole ai fatti, vanno effettuate misure sociali poderose per sostenere i cittadini europei chiamati ad adottare condotte virtuose dal punto di vista ambientale, ad esempio incentivando il trasporto pubblico, sostenendo la mobilità elettrica, il trasporto di merci su ferro, riducendo il costo del ciclo dei rifiuti e adottando una politica abitativa che preveda zero consumo di suolo. Vanno sostenute le imprese europee con incentivi per l’adozione di standard produttivi verdi. I leader occidentali hanno la forza e il potere di condizionare il ciclo economico mondiale. Lo facciano. Il pianeta può essere salvato solo con scelte coraggiose. L’odg va in tal senso. L’istruzione di qualità è lo strumento più potente per formare i cittadini e, tra questi, leader, consapevoli, coraggiosi e preparati ad affrontare e vincere le sfide globali a partire da quella climatica”.
Ha preso la parola anche Elena Ranfa (Pd): “I proponenti ci danno l’occasione per riflettere su quello che non deve essere più un progetto estemporaneo, ma un programma. Rispetto all’educazione civica a scuola, ricordo che si tratta di qualcosa di più delle 33 ore obbligatorie. Ci sono molte ore di formazione, di confronto tra docenti e progetti interclasse. L’educazione civica, inoltre, è materia curricolare e i ragazzi vengono valutati. I ragazzi, però, ‘vedono’, e devono sperimentare. Magari, vedere un centro storico che alle 10 sembra quasi un parcheggio di scambio oppure il percorso fluviale impenetrabile non è ottimale. Tutti dobbiamo premere per passare dalla teoria alla prassi, anche perché i ragazzi e i cittadini hanno bisogno di un riscontro reale. Tra gli impegni citati dall’odg, ho visto quello della formazione. Qui serve un confronto attento. E’ necessario un tavolo di lavoro con esperti per mettere a punto azioni concrete”.
Secondo la presidente della III commissione, Cristiana Casaioli, “gli odg su questo tema non sono mai troppi. Stiamo dimostrando, in questa assise, l’indirizzo che l’amministrazione vogliamo prenda. Sicuramente è importante concentrarsi sul fare, ma siamo tutti orientati nella stessa direzione. Le risorse che arriveranno dal Pnrr devono servire per realizzare anche una crescita culturale”.
“Questa è una tematica trasversale – ha concluso Volpi – non si può connotarla con una bandiera. Tanti atti anche dell’opposizione sono stati votati favorevolmente dalla maggioranza perché crediamo che serva un cambio di passo. Non avremmo mai presentato un atto del genere se avessimo pensato che va tutto bene. Tornando sull’odg, esso sposta il focus sulla formazione in ambito scolastico. Come amministratori dobbiamo fare di più per andare a incidere sui giovani”.