La I commissione, presieduta da Michele Nannarone, nella seduta del 24 febbraio, è tornata a discutere le ipotesi di modifica degli artt. 12 (Segreteria del Consiglio comunale) e 59, comma 3, (Mozioni e ordini del giorno) del regolamento consiliare. Presente anche il dirigente dell’Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione. È stato raggiunto un consenso (14 voti favorevoli) in relazione alla modifica dell’art. 12, con approvazione di un emendamento presentato dalla consigliera Tizi, e in relazione all’art. 59 concernente la trattazione di mozioni e ordini del giorno urgenti.
Rispetto all’attuale art. 12, si partiva dalle seguenti proposte di modifica tenuto anche conto di emendamenti approvati in precedenza:
Comma 1: Al fine di garantire l’autonomia del Consiglio e di assicurare il migliore esercizio delle funzioni allo stesso attribuite, è istituita una unità organizzativa alla cui direzione è preposto un dirigente (già oggetto di consenso unanime nella seduta del 17.2.2023).
Comma 3: La Presidenza del Consiglio ed i gruppi consiliari sono dotati di una propria Segreteria. Il personale addetto alle singole Segreterie è scelto, su indicazione del Presidente del Consiglio Comunale o del Capogruppo interessato, fra i dipendenti dell’area degli operatori esperti o dell’area degli istruttori che svolgono mansioni di carattere amministrativo – contabile. Il Presidente del Consiglio Comunale e i Capigruppo potranno richiedere l’assegnazione di personale dell’area degli operatori esperti o dell’area degli istruttori che svolgono mansioni di carattere amministrativo – contabile assunto a tempo determinato, tramite l’utilizzo delle graduatorie vigenti, secondo l’ordine di posizione e nel rispetto della normativa vigente).
Comma 4: Le scelte del personale avverranno a partire dal Gruppo più consistente, cui seguiranno gli altri in ordine decrescente. A parità di consistenza avrà la precedenza il Gruppo con più voti conseguiti. Qualora i candidati alla carica di Sindaco non eletti non confluiscano in altri gruppi avranno comunque la priorità sugli altri gruppi, ciascuno in base ai voti conseguiti. All’esito delle predette scelte conseguiranno le relative assegnazioni ai gruppi consiliari (già oggetto di consenso a maggioranza nella seduta del 17.2.2023).
Comma 5: Il Dirigente è responsabile della gestione amministrativa, tecnica e finanziaria, secondo i principi, i criteri e le modalità che regolano le funzioni dirigenziali e sulla base degli indirizzi e delle direttive impartite dal Presidente. Gli addetti alle Segreterie fanno parte, quanto alla dotazione organica, della Segreteria del Consiglio e sono assegnati funzionalmente, per l’esercizio della propria attività lavorativa, presso i gruppi di appartenenza e presso la Presidenza del Consiglio Comunale.
Rispetto a tale testo, la consigliera Emanuela Mori (Italia Viva) ha avanzato una ulteriore proposta di emendamento volta a eliminare il sopra riportato comma 4, ritenuto “non democratico”. L’emendamento intendeva incidere anche sul comma 3 aggiungendo l’inciso “Fermo restando il diritto di ogni Gruppo Consiliare alla dotazione di una propria Segreteria” (testo integrale: “La Presidenza del Consiglio ed i gruppi consiliari sono dotati di una propria Segreteria. Fermo restando il diritto di ogni Gruppo Consiliare alla dotazione di una propria Segreteria, il personale addetto alle singole Segreterie è scelto, su indicazione del Presidente del Consiglio Comunale o del Capogruppo interessato, fra i dipendenti dell’area degli operatori esperti o dell’area degli istruttori che svolgono mansioni di carattere amministrativo – contabile. Il Presidente del Consiglio Comunale e i Capigruppo potranno richiedere l’assegnazione di personale dell’area degli operatori esperti o dell’area degli istruttori che svolgono mansioni di carattere amministrativo – contabile assunto a tempo determinato, tramite l’utilizzo delle graduatorie vigenti, secondo l’ordine di posizione e nel rispetto della normativa vigente”).
La consigliera Mori ha voluto anche ricordare che nella precedente consiliatura si era già lavorato in commissione alla modifica del regolamento. Ciò che oggi è in discussione, pur con rielaborazioni – ha detto – è una proposta proveniente dagli uffici, ma nel marzo 2019 l’iter si concluse in un nulla di fatto con il rigetto della proposta da parte della competente commissione consiliare permanente.
Daniela Casaccia (FI) ha ringraziato Mori per aver reso tutti i consiglieri edotti della procedura risalente alla precedente consiliatura.
Francesca Tizi (M5s) ha poi presentati due emendamenti gradati, subordinati al non accoglimento dell’emendamento di Mori. Anche secondo la consigliera il testo in discussione non ha paternità politica e viene dagli uffici. L’eliminazione del comma 4 a cui punta l’emendamento di Mori è finalizzata a non avallare norme che impongono restrizioni perché non danno a tutti i gruppi la garanzia di avere un assistente.
Riccardo Mencaglia (FdI) ha inviato a non lasciare il lavoro di revisione incompiuto visto che la questione relativa agli assistenti è rimasta in sospeso dalla scorsa consiliatura. A suo avviso non si possono lasciare le stesse problematiche in eredità ai consiglieri che verranno.
Per Francesco Vignaroli (Progetto Perugia) il comma 4 dell’art. 12 è di carattere squisitamente procedurale e non intacca la dignità di nessun gruppo; eliminarlo, anzi, potrebbe generare confusione nella procedura. Nel merito, secondo il consigliere è poi del tutto ragionevole che prima scelgano i gruppi con più componenti.
Mori ha inteso ribadire che il suo emendamento in realtà non è mirato solo al comma 4 e ha espresso contrarietà rispetto a tutta la proposta di modifica ai fini della dignità del Consiglio e della operatività dei consiglieri. Giusto, come dice Mencaglia, lavorare anche a vantaggio dei futuri consiglieri, ma nell’ottica di non restringere le condizioni per l’operatività dei gruppi.
Tizi ha quindi illustrato i suoi due emendamenti, da considerare in subordine a quello di Mori, entrambi relativi al comma 4.
Questo il primo, poi risultato approvato:
“Le risorse umane necessarie al funzionamento del Consiglio possono altresì essere reperite – d’intesa con il Presidente del Consiglio – attingendo dalle graduatorie di procedure selettive già espletate, ovvero mediante gli istituti della mobilità esterna o del trasferimento da altri settori dell’ente.
Fermo restando il diritto di ogni Gruppo Consiliare alla dotazione di una propria segreteria, le scelte del personale avverranno a partire dal Gruppo più consistente, cui seguiranno gli altri in ordine decrescente. A parità di consistenza avrà la precedenza il Gruppo con più voti conseguiti. All’esito delle predette scelte conseguiranno le relative assegnazioni ai gruppi consiliari”.
Solo in seconda istanza Tizi aveva proposto di modificare solo l’inciso relativo ai candidati sindaco.
Francesca Renda (TPPU) ha detto di condividere gli emendamenti proposti dalle colleghe; il fine generale dei lavori della commissione dovrebbe essere quello di lasciare un testo democratico pensando a chi in futuro siederà in Consiglio.
Secondo Francesco Zuccherini (Pd), gli emendamenti presentati da Mori e Tizi sono comunque diversi tra loro, quindi è impossibile appoggiarli tutti. La scorsa consiliatura, quando erano ancora presenti assistenti esterni, il Consiglio, trovandosi a modificare il regolamento per l’inapplicabilità dell’art. 17, si è trovato in difficoltà. Il consigliere ha detto di non capire come mai il comma 4 possa sembrare non democratico e quale possa essere l’alternativa al criterio ivi indicato.
Erika Borghesi (Pd) ha notato che la situazione della scorsa consiliatura era totalmente diversa; oggi bisogna prendere atto che il Testo unico degli enti locali non consente ai gruppi di dotarsi di personale di fiducia e bisogna consegnare una soluzione e dei criteri precisi al prossimo Consiglio. Uno dei criteri fondamentali, a suo avviso, è che l’assegnazione è fatta dagli uffici ma la scelta è del gruppo.
Dopo una sospensione, Mori ha ritirato il suo emendamento e sono stati votati gli emendamenti di Tizi raggiungendo il consenso sul primo. È stata così ultimata l’operazione di modifica relativa all’art. 12.
Per l’art. 59, le modifiche ipotizzate e su cui, come sopra detto, si è raggiunto il consenso sono finalizzate a recepire l’attuale prassi seguita in Consiglio con riguardo a mozioni e ordini del giorno presentati come urgenti. Il comma 5, in particolare, viene così riscritto: “Qualora il Consigliere proponente, nel presentare al Presidente del Consiglio Comunale una mozione o un ordine del giorno (con l’aggiunta, quindi, di un riferimento esplicito anche alle mozioni), ne chieda l’urgente trattazione, quest’ultimo autorizza all’inizio della seduta immediatamente successiva alla richiesta il Consigliere ad argomentare in aula, per non più di cinque minuti l’urgenza. Il Presidente mette in votazione la richiesta. Se la richiesta è accolta con almeno il voto dei 2/3 dei Consiglieri assegnati, l’ordine del giorno viene messo in discussione nella seduta immediatamente successiva (anziché nella seduta in corso) a quella della votazione medesima”. Non si prevede più che il presidente definisca il momento della trattazione.
Nicola Paciotti (Pd) ha ricordato che la ratio del posticipare la trattazione di un tema urgente risiede nella possibilità di trovare una condivisione attraverso il confronto tra maggioranza e opposizione.