Strategia per lo sviluppo, la regolamentazione e l’insediamento dei data center: l’odg di Scoccia approvato all’unanimità

Piena convergenza sull’atto in terza commissione. La proposta muove dal presupposto che l’adozione di una specifica serie di misure possa trasformare il capoluogo umbro in un centro d’eccellenza per l’innovazione digitale

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14 aprile 2025
- Alessandra Borghi
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Approvato all’unanimità dalla III commissione del Consiglio comunale di Perugia, presieduta da Cesare Carini, l’ordine del giorno presentato dalla consigliera Margherita Scoccia affinché il Comune di Perugia si doti di una strategia per lo sviluppo, la regolamentazione e l’insediamento dei data center. La proposta muove dal presupposto che l’adozione di una specifica serie di misure possa trasformare il capoluogo umbro in un centro d’eccellenza per l’innovazione digitale, favorendo crescita economica e sostenibilità ambientale. Gli impegni formulati per l’amministrazione comunale sono stati condivisi da tutti i consiglieri a seguito di alcuni emendamenti.

 

I data center, o Centri di Elaborazione Dati – ha ricordato la consigliera illustrando l’atto – rappresentano infrastrutture strategiche per supportare la trasformazione digitale e l’innovazione tecnologica e risultano essenziali per la gestione di dati in settori cruciali come sanità, finanza, commercio, industria e pubblica amministrazione. Milano e Roma sono attualmente i principali hub tecnologici italiani, rispettivamente con oltre 50 e 16 data center, mentre altre città come Torino (10), Bologna (4) e Padova (7) hanno attratto investimenti grazie a politiche urbanistiche favorevoli.

 

Secondo Scoccia, tuttavia, attualmente le leggi regionali e i regolamenti comunali non sono adeguati per agevolare lo sviluppo di queste infrastrutture, nonostante l’emanazione a livello nazionale del recente codice Ateco dedicato ai data center, che facilita l’iter autorizzativo, riconoscendo il valore strategico del settore. In particolare, il piano regolatore generale di Perugia risulta obsoleto e non adeguato alle esigenze di un’economia basata sui dati e sulle infrastrutture digitali e l’assenza di una disciplina urbanistica specifica per i data center impedisce di attrarre investimenti e di sfruttare al meglio le opportunità di sviluppo offerte da questo settore.

 

Richiamando le normative ministeriali che impongono requisiti precisi, Scoccia sottolinea che Il Consiglio comunale di Perugia è chiamato a ottimizzare le procedure locali, con l’obiettivo di: favorire gli investimenti sul territorio creando un contesto normativo e amministrativo favorevole; pianificare lo sviluppo territoriale (utilizzando il nuovo codice Ateco, il Comune può aggiornare il proprio prg per designare aree idonee e garantire infrastrutture adeguate alle esigenze dei data center, nel rispetto di uno sviluppo armonioso del territorio); supportare la transizione digitale.

 

Questi, nel dettaglio, gli indirizzi formulati dall’odg per l’amministrazione: al fine di adeguare il piano regolatore, si impegna la sindaca, in quanto membro Anci, a richiedere di adeguare al più presto la normativa nazionale per individuare le aree idonee; valutare la possibilità di promuovere politiche di incentivazione economica, valutando sgravi fiscali per investimenti sostenibili e attrattivi per operatori del settore; promuovere la sostenibilità ambientale, imponendo l’uso di energie rinnovabili, il riutilizzo del calore generato e soluzioni a basso impatto idrico; valutare l’istituzione di uno sportello unico per semplificare le procedure autorizzative; sollecitare la Regione Umbria affinché adotti una normativa specifica sui data center, ispirandosi alle esperienze della Lombardia e del Piemonte; implementare il monitoraggio energetico e ambientale dei data center presenti e futuri, al fine di garantire il rispetto delle migliori pratiche di efficienza energetica e sostenibilità.

 

L’assessore all’ambiente, David Grohmann, sentito in commissione, ha concordato sul fatto che quello richiamato dall’odg è un ambito strategico su cui porre la massima attenzione. Considerato il testo unico in discussione nella IX commissione della Camera e che il governo dovrà adottare uno o più decreti, l’assessore ha tuttavia affermato che è necessario attendere un quadro nazionale chiaro per recepirlo. L’intenzione, peraltro, non è una revisione complessiva del prg, ma un intervento specifico sulle norme tecniche individuando la fattispecie dei data center all’interno degli insediamenti industriali di nuova generazione. Grohmann ha poi ricordato che la valorizzazione delle aree industriali dismesse e quella delle energie da fonti rinnovabili già rientrano nel consueto modus operandi dell’amministrazione, che di recente ha adottato anche il Paesc. Sul piano del monitoraggio energetico e ambientale, infine, ha citato il programma di estensione dei sensori ora in fase di implementazione sul territorio: un’azione che avrà riflessi anche nello specifico settore richiamato dall’odg.

 

Anche l’assessore Andrea Stafisso, condividendo a sua volta la rilevanza del tema, strettamente attinente allo sviluppo economico del territorio, ha espresso alcune considerazioni. Anzitutto, a suo avviso, se si parla di promuovere politiche di incentivazione, bisogna tenere conto che gli strumenti di un’amministrazione comunale sono limitati rispetto a questa tipologia di investimenti, in genere molto onerosi. Anche per questo è necessario attendere un quadro regolatorio chiaro a livello nazionale. Quanto all’esigenza di semplificazione delle procedure autorizzative, ciò rientra nel percorso complessivo di sburocratizzazione o semplificazione tramite digitalizzazione del Suape, attualmente in corso. Stafisso ha infine ricordato che il Comune ha un proprio data center sul cui efficientamento si dovrà senz’altro puntare.

 

Stefano Nuzzo (M5s), intervenendo nel dibattito, ha definito i data center indispensabili per lo sviluppo della tecnologia e dei servizi digitali. Rispetto alle prime iniziative avviate nell’hinterland di Milano, quando non c’erano regole per costruirli, a circa dieci anni di distanza, secondo il consigliere, la situazione non è molto cambiata dal punto di vista normativo e ciò rischia di rallentare e ostacolare gli investimenti, anche se qualcosa si sta muovendo, ad esempio con l’introduzione del codice Ateco. In attesa di regole nazionali che possano coordinare l’azione degli enti locali, aggiornare i propri strumenti normativi rischia di alimentare una situazione di anarchia procedurale.  Alla luce di questa considerazione, il consigliere ha proposto emendamenti che Scoccia ha accolto.

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