Bel pubblico, emozione palpabile, una Sala dei Notari con l’atmosfera delle grandi occasioni ad accogliere, sabato pomeriggio 25 settembre, la presentazione pubblica della mostra Fortuna e Mito di Raffaello in Umbria, allestita a Palazzo della Penna a cura di Francesco Federico Mancini, un nome che non ha bisogno di presentazioni.
L’allestimento si è protratto per più di due anni, tra difficoltà e rimandi dovuti alla pandemia. Ma la determinazione dell’amministrazione comunale, e in particolare dell’Assessore alla Cultura, così come la tenacia della dirigente Maria Luisa Martella, decisi ad offrire alla città questo omaggio ad un artista universale, che ha avuto però legami fortissimi con Perugia, hanno permesso di raccogliere in mostra ben novantanove pezzi dei cento prescelti.
Una percentuale di successo che ha dell’incredibile, come ha sottolineato lo stesso professor Mancini, raccontando la storia travagliata dell’allestimento e illustrando agli astanti l’idea guida che ha mosso le scelte di un percorso espositivo basato sull’influenza che l’arte di Raffaello ha esercitato in pittura, letteratura ma, più in generale, sulla cultura iconica dalla seconda metà del ‘500 fino ai tempi nostri.
Una Fortuna che inizia con Raffaello vivente, riconosciuto tra i suoi contemporanei quale modello ideale di grazia e perfezione; fortuna che prosegue subito dopo la morte, come’è evidente nell’epitaffio di Pietro Bembo, nella deificazione del Vasari, e che giunge invariata nei secoli fino alla meritata iper valutazione ottocentesca a cura di Luigi Lanzi.
Il grande pittore urbinate, che ha trovato nel Perugino il suo primo e amato maestro, ha lasciato in Umbria molte tracce del suo genio, basti pensare a capolavori come la Pala Colonna, la Pala Oddi, la Madonna Conestabile, la Pala Ansidei, il Trasporto Borghese e l’Incoronazione di Monteluce (suo è solamente il disegno). Purtroppo delle opere realizzate da Raffaello a Perugia rimane un solo esemplare: l’affresco della Cappella di San Severo, che però in qualche modo integra e costruisce il punto d’arrivo ideale della mostra di Palazzo della Penna, aperta al pubblico da domenica 26 settembre fino al 16 gennaio 2022.
Un particolare ringraziamento e riconoscimento da parte del Comune di Perugia è andato ai molti prestatori, pubblici, ma che privati che hanno messo a disposizione con generosità e autentico spirito di collaborazione, opere, alcune anche inedite, presentate al pubblico per la prima volta.
Un importante corredo all’esposizione è il ricco catalogo a colori, edito da Aguaplano, il cui contributo centrale è costituito dal corposo saggio di Francesco Federico Mancini da cui la mostra prende il titolo, cui fanno seguito altri tre saggi: la Fortuna espositiva di Raffaello tra Otto e Novecento di Cecilia Prete; Il giovane d’Urbino, i suoi incisori, la bellezza e il successo nelle stampe scritto da Anna Cerboni Baiardi; Raffaello e l’età napoleonica: le ragioni di un mito universale a cura di Cristina Galassi.
La mostra gode dell’interesse e della sponsorizzazione dell’operatore di telecomunicazioni Connesi che ha aderito al progetto con entusiasmo fornendo un prezioso supporto alla realizzazione.
Nel corso dei mesi di apertura della mostra, saranno numerosi gli eventi collaterali (visite guidate, conferenze, percorsi guidati ai luoghi delle opere dell’artista) che s’incaricheranno di tenere viva l’attenzione del pubblico di appassionati, visitatori e turisti durante tutto il periodo di apertura della mostra.
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