Una “pietra d’inciampo” sarà apposta in piazza Michelotti davanti al portone del civico 6, nel centro storico di Perugia, per ricordare Ada Almansi (1877-1943), e, attraverso la sua figura, la persecuzione anti-ebraica che dal 1938 al 1945 fece vittime anche in territorio italiano.
La giunta comunale, su proposta dell’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia, ha infatti accolto la proposta di collaborazione dell’Associazione Italia–Israele di Perugia che si farà carico della realizzazione della pietra a livello economico ed esecutivo. Più in dettaglio, l’associazione ha affidato la realizzazione del manufatto alla Fondazione Gunter Demnig e pagherà l’importo relativo. L’istallazione sarà invece a cura del Comune. Per attuare l’intervento sarà stipulato un patto di collaborazione.
Nella proposta avanzata, l’Associazione Italia-Israele di Perugia spiega che Ada Almansi, coniugata con Guido Rimini, si suicidò il 4 dicembre 1943 per evitare l’arresto in quanto ebrea, con successivo internamento e deportazione, secondo quanto stabilito al punto 7 della Carta di Verona, manifesto programmatico del Partito fascista repubblicano (Pfr) del 14 novembre 1943.
L’intervento di carattere permanente in piazza Michelotti, nelle intenzioni dell’associazione, è volto a mantenere viva la memoria di vicende drammatiche che hanno segnato un passato non lontano e a fungere da monito contro ogni rinascente antisemitismo. “Intenti – sottolinea l’assessore Scoccia – che l’amministrazione comunale sostiene a sposa pienamente. L’apposizione della pietra d’inciampo, gesto che per la prima volta compiamo nella nostra città, dà il giusto risalto alla storia tragica di Ada Almansi, ma è anche particolarmente importante che, in questo momento storico, la città si impegni a dare un segno tangibile di vicinanza al popolo di Israele”.
“L’apposizione di una pietra d’inciampo in memoria di Ada Almansi – commenta anche l’assessore alla cultura, Leonardo Varasano – ha un valore molto significativo, sia in termini generali sia in relazione al contesto attuale e alla guerra contro Israele. In termini generali è un segno visibile di memoria delle atroci persecuzioni anti-ebraiche culminate nella Shoah; in relazione alla dolorosa attualità è il richiamo a non dimenticare che ancora oggi il popolo ebraico e lo Stato d’Israele sono oggetto di pericolosi pregiudizi e attacchi militari, che non possono trovare alcuna sottovalutazione o giustificazione”.