Il Consiglio ha approvato, con 19 favorevoli (maggioranza) e 9 astenuti (opposizione), la ricapitalizzazione della Sase.
Alessio Fioroni (Lega), presidente della II commissione Bilancio, ha riepilogato quanto avvenuto in commissione, dove la pratica era stata approvata. L’operazione di ricapitalizzazione – ha ricordato illustrando l’atto – appare necessaria trattandosi di un servizio di interesse economico generale e quindi di pubblico interesse, che fornisce prestazioni considerate necessarie, dirette cioè a realizzare anche “fini sociali”, nei confronti di una indifferenziata generalità di cittadini.
Peraltro l’aeroporto contribuisce in maniera sostanziale ai piani regionali di promozione turistica e di accesso a nuovi mercati dell’incoming; inoltre lo scalo, unico nella regione e tra quelli inseriti nel Piano Nazionale degli Aeroporti, contribuisce a colmare un gap di mobilità da e per l’intera Regione Umbria. Tutta l’operazione poi è coerente con la delibera adottata nel dicembre 2020 dal Consiglio comunale con cui si è deciso di mantenere la partecipazione del Comune nella Sase, considerato il rilievo strategico che ricopre nell’ambito del turismo e del trasporto pubblico. Nell prospettive future, inoltre, alla luce del piano industriale 2020-2024, si punta a raggiungere risultati di crescita dello scalo aereo con sviluppo del traffico, incremento dei ricavi non aviatori, miglioramento dell’accessibilità e delle politiche di sostenibilità del territorio.
La ricapitalizzazione si è resa necessaria alla luce dell’approvazione da parte dell’Assemblea straordinaria del bilancio di esercizio 2020, da cui è emersa una perdita di circa 1,6 milioni, con conseguente necessità di utilizzare l’intero capitale sociale (1,1 milioni) a parziale abbattimento delle perdite, l’annullamento di tutte le azioni emesse, la ricostituzione del capitale sociale ed infine l’obbligo di rimborso delle residue perdite (pari a circa 407mila euro) in proporzione alle azioni sottoscritte da ciascun socio. La quota spettante al Comune di Perugia, che ha scelto di esercitare il diritto di opzione in scadenza il prossimo 31 ottobre, è pari a complessivi 99mila euro circa, di cui 73mila per acquisto quote di ricapitalizzazione (corrispondente ad una partecipazione alla Sase del 6,25%) ed euro 25mila circa per copertura delle perdite di esercizio.
La ragione delle perdite si deve sostanzialmente alle restrizioni connesse al contenimento della pandemia. Ed infatti l’aeroporto dell’Umbria, come altre strutture “minori” italiane, è stato soggetto alla forzata chiusura da marzo a giugno 2020 disposta dal ministero delle Infrastrutture e Trasporti, con provvedimenti del 12 marzo 2020 e 12 aprile 2020. Dopo la ripresa estiva, la funzionalità del San Francesco ha subito un nuovo stop, da agosto 2020, a causa dell’obbligo di adozione di coefficienti molto bassi di riempimento degli aeromobili. Il calo di passeggeri nel 2020 è stato del 64,75% rispetto al 2019.
L’assessore al bilancio Cristina Bertinelli ha ribadito: “Riteniamo che, dato il processo di risanamento e ristrutturazione già intrapreso in precedenza e in un momento così particolare e fuori dalla ordinarietà, sia necessario sostenere la società. Visto il contenimento della pandemia e l’attività che Sase saprà porre in essere, ci attendiamo riscontri”.
La consigliera Erika Borghesi (Pd): “Sottolineo a nome del Pd ciò che rappresenta l’aeroporto per la nostra regione: una risorsa strategica con ricadute positive sia per il turismo sia in generale per il servizio offerto alla collettività. Il Pd si espresse in maniera favorevole anche rispetto al progetto della scuola di volo, di cui avremmo bisogno di sapere qualcosa. Su quel progetto era stato coinvolto il territorio e le associazioni si erano espresse favorevolmente a loro volta. Speriamo si recuperi la piena operatività per incrementare i passeggeri nel 2022 a 250mila e per arrivare poi alla potenzialità massima di 500mila passeggeri annui. Ma, da questa proposta per il Consiglio, emerge anche la scelta della Giunta di mantenere la quota al 6,25%, rinunciando al diritto di prelazione su eventuali quote inoptate. Non c’è dunque volontà di aumentare il peso del Comune nella Sase. Ciò desta qualche perplessità. Il Comune di Assisi ha fatto di più: il 31 luglio, in sede di variazione di bilancio, ha appostato la somma di 100mila euro destinati all’aeroporto. Non solo ha mantenuto la quota del 2,2%, ma ha messo risorse nel proprio bilancio per salire fino quasi al 7%. Se un’amministrazione crede nell’importanza dell’aeroporto, quindi, passa dalle parole ai fatti. Era necessario più coraggio anche per ribadire il ruolo del capoluogo di Regione. Ci desta perplessità anche il rinvio di alcune attività di investimento”.
Francesca Renda (Blu): E’ ormai noto da tempo come la nostra regione viva una condizione di isolamento infrastrutturale che ha contribuito a porre un freno ad un suo completo sviluppo economico. La storia dei diversi territori dimostra sempre di più come alla bellezza e alla ricchezza culturale di un luogo debba accompagnarsi una sua reale accessibilità.
Proprio l’assenza di una reale connessione con gli altri territori nel corso del tempo ha penalizzato la nostra bella Umbria e non le ha permesso di farsi conoscere come merita.
In considerazione di ciò Bella Libera Umbria da tempo si sta battendo per promuovere e dare sostegno a tutte quelle azioni che possano realmente favorire la connessione della nostra Umbria con gli altri territori rendendola realmente accessibile e fruibile dai turisti cosi come da chiunque voglia conoscerla per portare avanti qui i suoi progetti di vita.
In tale ottica la nostre battaglie per l’istituzione e ampliamento di collegamenti Frecciarossa con i nostri territori e per lo sviluppo dell’aeroporto internazionale dell’Umbria ‘San Francesco d’Assisi’ sono sotto gli occhi di tutti.
Molto bene la scelta del Comune di Perugia di continuare, per il cui il mio movimento Bella Libera Umbria si è impegnato da tempo, a mantenere la presenza nel capitale sociale dell’aeroporto San Francesco contribuendo al ripianamento delle perdite di gestione, con il versamento di una quota di 99.000 euro, non può che farci piacere.
Tale decisione che siamo oggi a votare non solo è dovuta ma lungimirante ed è oltremodo importante che già altri territori della nostra regione abbiano optato per tale soluzione; bisogna che chi non lo ha ancora fatto, degli altri comuni, aderisca all’operazione di ricapitalizzazione e rilancio dell’aeroporto San Francesco che non è lo scalo della sola provincia di Perugia ma di tutta l’Umbria.
Lo scalo umbro è sicuramente un’infrastruttura strategica per lo sviluppo economico del nostro territorio ed è funzionale all’affermazione di un’ ‘Umbria turistica’: solo un aeroporto pianamente funzionante può contribuire ad aumentare l’attrattività dei nostri territori.
Attualmente lo scalo ‘San Francesco d’Assisi’ prevede rotte verso l’Italia (Cagliari, Lamezia Terme, Palermo, Catania, Trapani) e verso l’Europa (Londra, Tirana, Malta, Rotterdam, Bruxelles-Charleroi), questo non è ancora sufficiente.
Tanto lavoro deve essere fatto ampliando l’offerta di rotte da e verso Hub strategici europei che possano garantire un costante afflusso di utenza da parte dei diversi territori internazionali e sostenere così gli investimenti da portare avanti per consentire al ‘San Francesco’ di essere uno scalo moderno e funzionale.
Accanto allo sviluppo dell’infrastruttura aeroportuale deve essere portata avanti anche una incisiva politica di marketing territoriale che possa comunicare la bellezza dell’Umbria a livello nazionale e internazionale.
I dati delle presenze turistiche in Umbria mostrano chiaramente che in tal senso già alcune azioni efficaci sono state poste in essere; la nostra regione ha registrato in estate i numeri migliori da 9 anni a questa parte e soprattutto nel mese di agosto abbiamo avuto un incremento straordinario rispetto al 2019, cioè al periodo pre-Covid, in termini di arrivi, presenze e tempo medio di permanenza.
Tutta questa richiesta di Umbria rende ben evidente coma la nostra regione debba essere dotata di una rete infrastrutturale sempre più sviluppata che possa consentire a chi desidera di venirci a trovare di poterlo fare nel modo piu semplice ed efficace possibile.
Proprio per questo la scelta di investire sull’aeroporto è quella vincente ed è auspicabile che tale azione sia seguita da altre volte a sviluppare, migliorare e rendere sempre più moderno, funzionale e collegato con tutti i territori regionali il ‘San Francesco d’Assisi’
Anche per Francesca Tizi (M5s) “il problema della mobilità è una delle criticità fondamentali della città che incide sullo sviluppo economico e in particolare turistico. Perugia appare scollegata dal resto dell’Italia. Tutti i collegamenti con il resto del mondo avvengono per lo più con mezzi privati. Con tale consapevolezza affrontiamo il tema all’ordine del giorno. Se vogliamo uno sviluppo moderno, ecosostenibile e coerente con la situazione esistente, dobbiamo lavorare molto e creare tavoli di confronto tra esperti e cittadini. Ciò detto, anche se la pratica mostra aspetti non completamente chiari o condivisibili, e in quanto consapevoli dell’importanza di mantenere almeno la partecipazione attuale, non ci opporremo: scegliamo l’astensione”.
Ha preso poi la parola Emanuela Mori (Italia Viva): “Da una parte ritengo importante sostenere Sase per non abbandonare una preziosa risorsa, ma sono stupita di come ogni anno gli enti pubblici ripianino perdite e di come nessun tentativo di privatizzazione o di inserimento di privati nella compagine si sia realizzato. Per attrarre vettori servono importanti investimenti. Vorrei sapere se siano state approntate strategie per evitare che l’aeroporto si trasformi nell’ennesimo carrozzone. Sono costretta a dare un voto benevolo di astensione. Ultima cosa: il mega progetto della scuola di volo è decollato?”.
Maria Cristina Morbello (M5s) ha riproposto l’intervento fatto in commissione: “In questa epoca, la rotta dello sviluppo passa per le città più innovative e visionarie. Per la nostra città l’aeroporto è strategico come, a mio parere, alta velocità e nodo di Perugia. Sulle infrastrutture, però, Perugia è città priva di strategia, la città dei progetti estemporanei. Ha bisogno di una visione d’insieme. Non posso che astenermi”.
“Sosteniamo la scelta di ricapitalizzare – ha detto Francesco Vignaroli (Progetto Perugia) -. Condivido in gran parte i commenti fatti dai colleghi. L’aeroporto è strategico. Sono contento che Assisi abbia aumentato le quote. Se nascesse un coordinamento tra città, potremmo avere un peso importante all’interno della società come città dell’Umbria. Ricordo ad ogni modo che aeroporto e politiche del turismo vanno a braccetto. E la Sase gestisce l’arrivo e la partenza degli aerei, non le politiche regionali del turismo che poi ricadono sulla vita delle città. Quanto alla scuola di volo, anche il nostro gruppo era interessato al progetto”.
“Per decidere se ricapitalizzare – ha aggiunto Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) – bisogna operare scelte basate sulla coerenza. A dicembre abbiamo votato un atto che riteneva essenziale la Sase per l’Ente. Quindi oggi non ci si può rimangiare quel voto. Purtroppo siamo arrivati a un atto di fede, perché l’aeroporto è in crisi ormai da molti anni. Bisogna fare anche una scelta di opportunità. Se nessuno sottoscrive l’aumento, Sase chiude. Ci crediamo o no che l’aeroporto sia una opportunità? I dati di questo ultimo periodo confermano un aumento delle presenze, sono confortanti”.
L’assessore allo sviluppo economico, Gabriele Giottoli, ha ribadito: “Prima del Covid era stato presentato un piano industriale basato sulla politica di nuove rotte e, soprattutto, era stato mandato di trovare partner privati che potessero supportare lo sviluppo dell’aeroporto. Come precisato in commissione, il nostro non deve essere un assegno in bianco verso Sase, ma un elemento evolutivo per riscrivere un piano per il futuro e trovare nuove partnership”.