Il gruppo Progetto Perugia ha presentato una mozione urgente per esprimere solidarietà alle donne iraniane che protestano per la morte di Masha Amini.
Illustrando l’atto la consigliera Cristiana Casaioli ha ricordato che Masha Amini era una giovane donna di soli 22 anni originaria del Kurdistan iraniano morta a Teheran il 16 settembre del 2022.
Secondo le notizie riportate dalla stampa, Masha Amini era stata arrestata dalla polizia morale di Teheran per aver violato le regole sull’abbigliamento femminile, perché indossava lo hijab (caratteristico velo islamico) in modo improprio (non le copriva del tutto i capelli).
in Iran il velo è obbligatorio in pubblico per tutte le donne da dopo la Rivoluzione islamica del 1979.
Masha Amini è stata condotta in caserma dalle forze dell’ordine per “una lezione di rieducazione “, così riporta la stampa, ed è morta dopo 3 giorni di coma.
Numerose sono le manifestazioni di protesta nelle piazze di Teheran e in tutte le piazze del mondo per esprimere piena solidarietà alle donne del popolo iraniano indignate per l’accaduto: queste ultime stanno scendendo in piazza ove bruciano i veli e si tagliano i capelli.
Numerose sono state le iniziative anche nelle città Italiane (es. Roma, Bologna e Napoli) tra cui quella lanciata dalla Triennale di Milano il 28 settembre: una raccolta di ciocche di capelli da consegnare al consolato iraniano a Milano come forma di protesta pacifica contro le repressioni messe in atto dal regime di Teheran.
L’uccisione di Mahsa Amini», spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, «è una delle cose più terribili accadute negli ultimi anni in Iran. Tutti gli agenti e i funzionari coinvolti nella morte di Mahsa devono essere portati di fronte alla giustizia, ma serve un processo internazionale. (rivista VITA del 20/09/2022)
In relazione a quanto esposto con la mozione si chiede al consiglio comunale di esprimere solidarietà alle donne e agli uomini che si battono in Iran per difendere i loro diritti e la loro libertà.
La consigliera di IV Emanuela Mori si è espressa a favore sia della mozione che sull’urgenza della stessa perché è doveroso ricordare Masha Amini e tutte le altre donne uccise in Iran durante questi 14 giorni di rivolta e proteste.
Come donna impegnata all’interno delle Istituzioni – ha continuato – è doveroso esprimere solidarietà alle vittime, alle loro famiglie, ai rifugiati ed a coloro che protestano ma soprattutto è fondamentale non lasciare sole le donne iraniane nella loro coraggiosa ribellione.
Mori ha concluso l’intervento con una celebre frase della scrittrice americana Audre Lorde: “non sarò libera finché una donna sarà prigioniera anche se le sue catene sono diverse dalle mie”.
Elena Ranfa (PD), pur concordando con il contenuto della mozione, ha chiesto ai proponenti di presentarla in commissione onde permettere un più ampio ed articolato dibattito.
Il gruppo istante ha però preferito far votare l’urgenza dell’atto, accolta dal consiglio con 26 voti a favore e 4 astenuti. La mozione, quindi, verrà discussa con procedura abbreviata nella prossima seduta del Consiglio comunale senza passare per la commissione.