La II commissione consiliare permanente Bilancio, riunita in presenza mercoledì 6 ottobre presso la sala del consiglio comunale di Palazzo dei Priori, ha trattato quattro pratiche.
La prima era la preconsiliare n. 2984 del 22/09/2021: “progetto di fusione per incorporazione di Umbria digitale s.c. a r.l. in Umbria salute e servizi s.c. a r.l. – determinazioni”. Il dirigente dell’area Risorse ha spiegato che l’atto prende le mosse dalla scelta fatta dalla Regione, con la legge n. 13/2021, di procedere alla fusione per incorporazione della società Umbria Digitale nella società Umbria Salute e Servizi. Così nascerà PuntoZero Scarl. Queste le caratteristiche fondamentali della fusione: la società risultante sarà una scarl, come Umbria digitale a cui il Comune partecipa per una percentuale pari al 5,09 del totale, e a totale capitale pubblico sottoscritto da Regione Umbria, aziende sanitarie e altre amministrazioni pubbliche, secondo il modello in house providing. I soci eserciteranno congiuntamente il cosiddetto “controllo analogo” e la costituenda società avrà decorrenza dal primo gennaio 2022. in base alla legge regionale, PuntoZero Scarl è “ente strategico regionale volto al raggiungimento delle finalità istituzionali degli enti pubblici soci mediante l’organizzazione e la struttura condivisa a supporto e coordinamento stabile delle attività degli stessi singolarmente e nel loro insieme”. La nuova società eroga servizi di interesse generale quali “sviluppo e gestione del data center regionale e della rete pubblica regionale di cui all’articolo 6 della legge regionale 23 dicembre 2013, n. 31 (Norme in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni)” e “progettazione, direzione, integrazione e conduzione di sistemi e flussi informativi a valenza regionale e nazionale”. In tale ottica la società risultante dalla fusione garantirà ai soci assoluta continuità nello svolgimento delle attività di competenza di Umbria Digitale Scarl implementando la centrale regionale degli acquisti anche per beni e servizi ICT e rendendola quindi attiva non solo per le aziende sanitarie, ma anche per tutti gli enti soci. Inoltre a partire dal 2022 non sarà più a carico dei soci il contributo annuale di 14.528,40 euro quale quota fondo consortile di Umbria Digitale. Il dirigente dell’Area Risorse ha anche citato due relazioni acquisite dalla società e messe a disposizione dei soci, che concludono positivamente sulla determinazione del rapporto di cambio e in generale sugli aspetti giuridici ed economici dell’operazione. In particolare, “la fusione è stata progettata in modo che l’operazione di aggregazione non determinasse alcun trasferimento di ricchezza tra i soci delle due società assicurando, quindi, che il valore economico della partecipazione detenuta ante operazione fosse esattamente corrispondente a quello ricevuto post fusione per effetto del concambio delle quote”. Peraltro, ferma restando l’invarianza dei valori economici, “la frazione di patrimonio netto contabile detenuta da ciascun socio di Umbria Digitale nella società Punto Zero risulta leggermente superiore alla analoga quota di patrimonio netto contabile detenuto in Umbria Digitale ante fusione”.
Il dirigente Area Governo del territorio e Smart City ha ricordato le attività finora svolte da Umbria digitale: tra i servizi offerti a soci, il Comune di Perugia si avvale di connettività Internet e centralino telefonico; inoltre, Umbria digitale è intermediario tecnologico per l’adesione del Comune al nodo dei pagamenti pago-pa. Con l’avvento della nuova società, in un momento così particolare di trasformazione digitale per l’Ente, di fatto nulla cambierà secondo il dirigente: i servizi saranno svolti come prima e anzi ne sarà messo a disposizione uno nuovo, una centrale di committenza per l’informatica (il servizio di committenza già esisteva in Umbria Salute e sarà ampliato al digitale).
Sulla preconsiliare il collegio dei revisori dei conti, come ricordato dal presidente dell’organismo intervenuto in aula, ha espresso parere favorevole. L’operazione è infatti ritenuta corretta dal punto di vista tecnico. Del resto, la delibera del consiglio comunale dello scorso dicembre per la ricognizione delle partecipazioni, ha confermato la scelta di mantenere la partecipazione in Umbria Digitale. Con la fusione ci sarà continuità e senza effetti decrementativi dal punto di vista patrimoniale.
La maggioranza consiliare ha quindi rimarcato che, visto che Umbria digitale è fondamentale per i servizi svolti, la nuova realtà che deriverà dalla fusione nulla toglierà al Comune, ma avrà l’obiettivo di migliorare le condizioni di due società per assolvere al meglio lo scopo sociale. Anche secondo l’opposizione il passaggio della fusione appare chiaro. E’ stata comunque proposta una riflessione più generale relativa alla razionalizzazione delle partecipate, un percorso definito irreversibile e giusto per semplificare il rapporto tra le società di partecipazione e gli enti locali, ma che dovrebbe tenere conto anche del tema del potenziamento dei servizi stessi. Al di là della preconsiliare, è stato ricordato un progetto che prevedeva di potenziare Umbria Digitale e di stabilirne la sede a Monteluce, con l’invito al Comune a riprendere il discorso per quello che riguarda la sede nell’ottica dello sviluppo di quel punto della città.
La preconsiliare è stata quindi approvata con 12 voti a favore e l’astensione di 2 consiglieri di opposizione.
Il secondo punto all’ordine del giorno era la preconsiliare n. 3072 del 28/09/2021: “ratifica variazione di bilancio urgente adottata con deliberazione della giunta comunale n. 239 del 02/09/2021 avente ad oggetto: programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano: approvazione progetto di fattibilità tecnico economica e variazione al bilancio di previsione 2021-2023 e al programma triennale lavori pubblici 2021-2023 ai sensi dell’art 175 comma 4 del D.Lgs 267/2000”.
L’assessore al bilancio ha spiegato che la deliberazione della giunta era stata assunta per consentire l’adesione a un programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano da cui sono conseguite anche variazioni al programma triennale dei lavori pubblici. Sul punto è intervenuto il dirigente dell’Area Opere pubbliche che ha precisato che l’intervento è stato inserito nel programma triennale delle opere pubbliche per la somma di 963mila euro e riguarderà in particolare San Marco.
L’opposizione ha espresso l’esigenza di approfondire il progetto visto che la variazione al bilancio è legata ad esso e che impegna una somma non marginale. Riguardo l’area di San Marco – ha evidenziato l’opposizione – ci sono inoltre fondi già messi a bilancio da anni per sistemare fognature e realizzare una nuova strada, quindi sarebbe comunque il caso di spendere i soldi già impegnati.
Ulteriori precisazioni sono state fornite dal dirigente Area Governo del territorio e smart city. Il bando del ministero della transizione ecologica è uscito a fine giugno con scadenza il 6 settembre. Gli uffici hanno dovuto correre per candidare Perugia a finanziamenti importanti. Serviva uno studio di fattibilità ed è stato costituito un gruppo di lavoro. Si è scelto di intervenire nell’area del bus terminal di San Marco, che presenta una situazione ancora irrisolta dal punto di vista delle sistemazioni stradali e del verde. Siccome interventi sulla viabilità erano già previsti nella programmazione triennale, il Comune ha chiesto finanziamenti per azioni sul verde, interventi sperimentali circa il trattamento e la raccolta delle acque piovane, la riduzione del dissesto idrogeologico. Sono stati messi a finanziamento anche strumenti di monitoraggio e pianificazione, come il completamento del censimento del verde.
Con 9 voti a favore della maggioranza, 2 contrari dell’opposizione e 3 consiglieri di opposizione astenuti la commissione ha approvato quindi anche la seconda pratica.
Gli ultimi due punti, una variazione di bilancio e un riconoscimento di debiti fuori bilancio, sono stati illustrati dall’assessore al bilancio. La prima proposta (preconsiliare n. 2952 del 21/09/2021) è una variazione per consentire di applicare all’annualità 2021 del bilancio di previsione 2021-2023 quote vincolate e destinate del risultato di amministrazione 2020, per un importo di 1.165.357,02 euro, destinate alla parte capitale. E’ stata proposta di conseguenza anche la variazione del piano biennale degli acquisti 2021-2022, del programma triennale dei lavori pubblici 2021-2023 e del programma delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari 2021-2023. Sulla pratica, che approderà in consiglio il 18 ottobre, potranno essere presentati emendamenti entro l’11 ottobre.
La preconsiliare n. 3059 del 27/09/2021 proponeva di riconoscere la legittimità di debiti fuori bilancio per un importo di 215.077,55 euro derivanti dai lavori di somma urgenza approvati dalla giunta comunale dopo il nubifragio del 23 agosto scorso. Con 6 voti a favore della maggioranza e 5 contrari dell’opposizione l’atto è stato approvato.