La IV commissione consiliare permanente Cultura, presieduta da Michele Cesaro, nella seduta del 22 febbraio, ha iniziato la discussione dell’odg, presentato dai consiglieri Erika Borghesi e Francesco Zuccherini del gruppo consiliare Partito Democratico, avente ad oggetto “Politica sanitaria per Perugia: rafforzare la medicina territoriale con particolare attenzione alla zona nord”.
Le problematiche create dalla pandemia – ha ricordato il consigliere Zuccherini – hanno evidenziato con forza quali siano le politiche sanitarie su cui investire e da cui ripartire. La necessità di ripensare il sistema sanitario nazionale, rafforzando la medicina di territorio e avvicinando le strutture sanitarie alle persone, è ormai un passo fondamentale che tutte le istituzioni pubbliche devono assumere come prioritario.
In una situazione dove, da un lato, i costi della sanità crescono significativamente a causa, ad esempio, dell’invecchiamento della popolazione, dall’altro, le aspettative dei cittadini richiedono crescenti livelli di qualità ed efficacia dei servizi di cura, non possiamo permetterci di rimanere fermi e inerti rispetto a questi cambiamenti strutturali.
È indispensabile – prosegue l’dg dei consiglieri del Pd – un cambio di paradigma che deve essere messo in atto insieme a un rinnovo delle infrastrutture e alla riorganizzazione della rete sanitaria territoriale.
L’Umbria, nonostante la tradizione e la qualità del servizio sanitario da sempre espresso, non è stata immune ai tagli alla sanità nell’ultimo ventennio e subisce, al pari di altre Regioni, le difficoltà di proporre ed esprimere un sistema territoriale capillare e adeguato alle prestazioni necessarie. Le strutture sono spesso insufficienti e il personale sanitario risulta essere troppo spesso sottorganico.
A Perugia, in particolare, con la costruzione del polo ospedaliero Santa Maria della Misericordia, situato a San Sisto, è stato realizzato un hub sanitario grande e di qualità che serve con efficacia ed efficienza la popolazione cittadina e regionale. Lo spostamento dell’ospedale ha però evidenziato una lacuna territoriale evidente in una zona della città importante, che in passato veniva in parte colmata dalla presenza dell’ospedale di Monteluce e dai vari distretti sanitari sparsi nel territorio.
La necessità di ripensare il tessuto sanitario cittadino è ormai impellente e non più rinviabile. La Casa della Salute, che dovrebbe sorgere nella Nuova Monteluce, deve essere completata al più presto al fine di fornire alla cittadinanza un servizio sanitario indispensabile e per spostare, finalmente, il distretto sanitario attualmente localizzato in via XIV Settembre.
Le esigenze di una parte del territorio cittadino, quello orientato nella zona nord della città, che si interseca con le esigenze dei comuni limitrofi, non trova ancora risposte all’interno della programmazione sanitaria regionale.
La proposta di creare delle Case della comunità potrebbe rispondere alle esigenze della popolazione e alla necessità di riorganizzazione del sistema sanitario territoriale. Anche a Perugia, in particolare nell’area della città presa a riferimento, si potrebbero creare queste importanti strutture.
L’odg, in conclusione, impegna sindaco e giunta a chiedere, in seno all’Assemblea legislativa dell’Umbria, la convocazione di una commissione specifica per discutere del piano sanitario regionale, in particolare per le esigenze del territorio perugino, così come già fatto per altre città dell’Umbria.
La consigliera Borghesi ha precisato che l’odg è stato presentato nel maggio 2021, quando il piano sanitario non era stato ancora approvato dalla giunta regionale. Tale piano ha poi creato molte preoccupazioni, espresse da sindaci sia di centrodestra sia di centrosinistra anche nell’ambito del Cal. Tra le questioni che più preoccupano le comunità locali, c’è l’accorpamento territoriale con il taglio dei distretti sanitari da 12 a 5. E’ emersa anche un’esigenza di maggiore approfondimento in relazione al tema delle case e degli ospedali di comunità. Nella zona nord di Perugia, territorio vasto caratterizzato da una popolazione molto anziana e da servizi pubblici spesso non adeguati, la realizzazione di una casa di comunità sarebbe auspicabile. Con la pandemia è comunque emersa più in generale la necessità e l’importanza dei servizi di prossimità, che assicurano prestazioni a misura del cittadino.
Sui temi del piano regionale i proponenti hanno quindi auspicato un confronto con il vicesindaco Gianluca Tuteri e con la Regione.
Lorenzo Mattioni (Lega) ha ravvisato nell’odg alcuni concetti condivisibili: la vicinanza territoriale della sanità e l’esigenza di rafforzare l’offerta sanitaria per la zona nord. Quanto all’impegno indicato nell’odg, a suo avviso non si può chiedere una commissione regionale specifica poiché già ne esiste una; l’impegno andrebbe piuttosto riformulato in modo da concentrarsi sul tema delle case della salute.
Nicola Volpi (Progetto Perugia) ha definito l’atto doveroso, tenuto anche conto che tanti altri Comuni si sono espressi in materia. Il piano sanitario regionale – ha ricordato – ancora non è definitivo e si sono aperte fasi di interlocuzione, ad esempio con le professioni infermieristiche. Secondo il consigliere, è un piano diverso dai precedenti, molto più snello, una cornice che va riempita e che dà spunti di riflessione; è quindi giusto chiedere alla Regione le motivazioni di certe scelte. Volpi ha infine rimarcato che il piano sanitario deve essere contestualizzato rispetto al territorio umbro e perugino e risultare applicabile, altrimenti sarà un atto inutile.
Michele Nannarone (FdI) ha sollecitato una decisione sul metodo da seguire per sviluppare l’approfondimento e il presidente Cesaro ha chiarito che saranno programmate più sedute per sentire diversi ospiti da scegliere con i proponenti.
Secondo Zuccherini, è ormai tempo che anche il consiglio comunale intervenga nel dibattito regionale. “Viviamo un momento irripetibile dopo 20 anni di tagli lineari applicati alla sanità. Perugia non può restare in silenzio, ma anzi deve specificare dove, nel proprio territorio, è necessario costruire strutture innovative”, ha concluso.