La III commissione consiliare permanente, presieduta da Cristiana Casaioli, ha iniziato la discussione dell’odg presentato dai consiglieri Francesco Zuccherini e Fabrizio Croce a nome dei gruppi consiliari Partito democratico, Idee Persone Perugia e Rete civica Giubilei su “Progetto di social housing presso l’area dell’ex tabacchificio. Richiesta di intervento e chiarimento da parte dell’amministrazione”.
Il social housing – come ricordato dal consigliere Fabrizio Croce (IPP), che ha illustrato l’atto – si colloca a metà tra l’edilizia popolare e le proprietà private vendute o affittate a prezzo di mercato. L’obiettivo principale di questa edilizia è fornire alloggi con buoni standard di qualità, a canone calmierato. Il social housing è caratterizzato da progetti di tipo sociale che hanno lo scopo di far nascere comunità e sviluppare l’integrazione, come ad esempio l’utilizzo di spazi e servizi comuni tra gli abitanti.
Questi progetti si rivolgono principalmente a famiglie o coppie del ceto medio che non possono permettersi una casa a prezzo di mercato, ma che hanno un reddito troppo alto per accedere all’edilizia popolare. In generale si tratta di nuclei familiari a basso reddito, giovani coppie, anziani in condizioni economiche svantaggiate, studenti fuori sede, immigrati e famiglie con lavoratori con contratti atipici.
A tal fine, la normativa prevede che coloro che costruiscono questi immobili hanno diritto a dei benefici in termini sia fiscali che in ambito urbanistico-edilizio. In molti casi, le aree destinate alla costruzione di questi tipi di immobili sono vincolati alla concreta realizzazione di edifici adibiti a social housing e non disponibili alla costruzione di immobili, da immettere nel libero mercato.
Nel 2016 veniva presentato il progetto di riqualificazione dell’ex Tabacchificio di Perugia, nella zona di via Cortonese. In quella occasione veniva pubblicata la seguente nota: “L’ex tabacchificio di via Cortonese, immobile fatiscente e dismesso, entro il 2018 ospiterà un complesso residenziale di 27 mila metri quadrati con 171 alloggi. Il social-housing arriva a Perugia con Cassa depositi e prestiti Investimenti. La società Sgr riqualificherà l’area con un progetto di sviluppo che prevede la realizzazione di 171 alloggi dedicati all’edilizia sociale. «La nuova area residenziale avrà anche funzioni commerciali, servizi al cittadino tra cui un asilo-scuola materna e residenze a canone di mercato. L’obiettivo è quello di contribuire alla soluzione del problema abitativo nella città. L’intervento comprende infine la costruzione di una piattaforma interrata di due livelli per parcheggi pubblici e privati, oltre alla realizzazione di due piazze pedonali con spazi dedicati al verde». L’operazione è stata eseguita tramite il Fia (Fondo investimenti per l’abitare) gestito da Cdp Investimenti, il quale ha sottoscritto il 70 per cento del Fondo Asci (Abitare sostenibile centro Italia) gestito da Prelios Sgr, che a sua volta ha acquisito l’area dell’ex tabacchificio”.
Ad oggi – riporta ancora l’odg – il progetto non è ancora del tutto completato, nonostante i tempi previsti inizialmente. Il vero problema che si riscontra, però, riguarda la finalità del progetto. E’ stato evidenziato da molti che i termini di vendita e di affitto degli alloggi, non sono corrispondenti né alle normative del social housing, né all’accordo territoriale sottoscritto con il Comune di Perugia.
Oltre ad essere vendute ad un prezzo molto alto e per di più deciso unilateralmente dal fondo immobiliare, quando la normativa fa esplicito riferimento agli accordi fra le organizzazioni della proprietà edilizia e dei conduttori maggiormente rappresentative a livello locale, questo canone – si legge nell’odg – sembrerebbe totalmente fuori dai limiti concertati con lo stesso Comune di Perugia nell’accordo sul canone concordato del 18 giugno 2018. Accordo che per quella zona (semi-centro) impone un canone di locazione massimo dell’alloggio sociale di 48,5 euro a metro quadro.
In base alle premesse sopra riportate, l’odg intende impegnare sindaco e giunta: a chiarire la posizione di Housing Umbria, che ha costruito e messo in vendita l’area dell’ex tabacchificio, in particolare per la finalità della proposta stessa, anche in virtù dei contributi e delle agevolazioni ricevute; a farsi garante della convenzione di edilizia sociale firmata l’8 agosto 2017 tra il Comune di Perugia e Prelios – società di gestione del risparmio s.p.a. – che ha stabilito i termini della vendita degli immobili in costruzione. Infatti, a seguito alla variante al PRG, avvenuta negli anni 2015 e 2016, è stata data la possibilità di costruire nell’area dell’ex tabacchificio degli edifici da adibire ad edilizia residenziale sociale, facendo discendere, di conseguenza, l’obbligo di realizzare alloggi destinati ad edilizia residenziale sociale.
Tra gli ospiti intervenuti, a prendere la parola è stata quindi Cristina Piastrelli in rappresentanza del Sunia e di altre sigle sindacali. Gli alloggi di housing sociale – ha ricordato – devono venire incontro a quella fascia “grigia” che non riesce a far fronte al pagamento dei canoni di locazione, pari, secondo una stima, al 70% dei lavoratori dipendenti. Poi ha sollevato il tema del rispetto della normativa nazionale. La convenzione col Comune – ha ricostruito – è stata sottoscritta nell’agosto 2017. A gennaio 2017 un decreto ministeriale si era occupato per la prima volta di housing sociale stabilendo che le grandi proprietà devono fare accordi integrativi e concordare i canoni con le organizzazioni sindacali. Piastrelli ha riferito dati sui canoni di locazione degli alloggi in parola e ha quindi richiamato l’accordo siglato con il Comune nel 2018, in base a cui il canone dell’alloggio sociale non può essere superiore alla media della fascia di appartenenza. Quando è stato presentato il bando di housing sociale relativo all’ex tabacchificio, “tutte le sigle hanno chiesto un incontro al Comune a maggio 2021” per chiarimenti, ma tale incontro non è avvenuto; pertanto Piastrelli ha auspicato che ora si apra un confronto al fine di vigilare.
Laerte Grimani ha portato l’esperienza di Coop Umbria Casa in materia di housing sociale ricordando che al fondo Asci fanno capo diverse operazioni in questa regione e in una di queste, a Balanzano, la gestione sociale fa capo alla cooperativa. Il compendio immobiliare di Balanzano – 28 appartamenti con pertinenze – al 30 giugno 2020 risultava completamente locato. La locazione – ha spiegato Grimani – avviene a un canone non superiore a quello risultante dall’accordo territoriale vigente con il Comune di Perugia diminuito del 25% per la locazione a canone concordato, come previsto dalla relativa convenzione. Canoni – ha quindi notato – di gran lunga inferiori rispetto a quelli riferiti da Piastrelli.
Anche Giacomo Iucci di Asppi Perugia ha espresso l’esigenza di un approfondimento dal punto di vista normativo e che il Comune si faccia carico di promuovere ulteriori incontri.
Secondo Claudio Moretti di Appc Perugia, il Consiglio dovrebbe certo vigilare per evitare che le nuove costruzioni non restino una cattedrale nel deserto. I prezzi – ha comunque notato – possono sembrare elevati, ma bisognerebbe valutare anche il complesso dei servizi offerti agli inquilini.
Maria Ribac in rappresentanza dell’Unione Inquilini si è detta in linea con la posizione di Piastrelli auspicando che la commissione presti attenzione al social housing.
“Oggi – è intervenuta l’assessore all’urbanistica Margherita Scoccia – mancano gli interlocutori che devono rispondere di quanto previsto dalla convenzione. In essa è comunque contemplata la facoltà del Comune di controllarne l’attuazione. Faremo pertanto le verifiche necessarie sull’applicazione della normativa in relazione al social housing”. Normativa – ha ricordato ancora l’assessore – partita da una legge quadro che ha dato il là all’individuazione di questo tipo di progettazione e ha disciplinato la possibilità da parte di fondi immobiliari di realizzare tali investimenti. “E’ opportuno un approfondimento giuridico e normativo con il contributo anche dei soggetti attuatori. L’interesse dell’amministrazione è dare una risposta ai cittadini e che il progetto vada a buon fine”, ha concluso Scoccia.
“E’ importante – ha notato il consigliere Zuccherini (Pd) – che anche in commissione e in Consiglio comunale si affronti il tema della casa e delle difficoltà di una fascia di popolazione sempre più ampia. Aprire una discussione con tutti i soggetti interessati sarà utile per fare chiarezza e trovare soluzioni alle eventuali problematiche”.
La seduta è quindi stata aggiornata.