Sarah Bistocchi (Pd), nella seduta del Consiglio comunale dedicata al question time, ha presentato una interrogazione relativa al recupero della targa dedicata a Sergio Ragni apposta all’ingresso di Palazzo della Penna.
L’atto ricorda che, tra le figure di spicco che la città di Perugia può vantare sotto il profilo artistico e culturale, risalta senza dubbio quella di Sergio Ragni, classe 1935, una laurea in Giurisprudenza ma una passione per il teatro che finì per divenire il suo lavoro e un grande patrimonio per la città e non solo. Al teatro si dedicò sin da giovane, come autore e regista, fondando, insieme a Giampiero Frondini, prima la Fontemaggiore, gruppo storico oramai riconosciuto Teatro Stabile di Innovazione, e, nei primi anni Sessanta, il Centro Universitario Teatrale, tra i più attivi in Italia. E con il CUT di Perugia, diretto da Roberto Ruggieri, avrebbe continuato a collaborare sino all’ultimo, insegnando Storia del teatro e analisi drammaturgica e partecipando alle selezioni dei giovani aspiranti attori. A partire dal 1964 è stato tra gli ideatori e animatori del Teatro in Piazza che portava lo spettacolo all’aperto nei più diversi luoghi della città e si proponeva di avvicinare un pubblico popolare attraverso adattamenti teatrali di cui Ragni era spesso autore e regista, da Boccaccio e Molière sino alla traduzione in dialetto perugino del Mistero buffo di Dario Fo. Nel 1977, con Neanche un nome da scrivere sul muro, di cui scrisse il testo e curò la regia, rievocò la lotta clandestina antifascista a Perugia, città dalla quale prese avvio la marcia su Roma, ma anche la patria di Aldo Capitini, antifascista apostolo della nonviolenza e promotore della Marcia per la Pace. Strettissima e solida fino all’ultimo la sua collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria e con il Centro di Documentazione dello Spettacolo, da lui fondato. Ricevette premi nazionali prestigiosi: nel 1987 con Antigone ancora vinse il premio “Giuseppe Fava” e nel 1990 il premio “Vallecorsi” con Processo a Tartufo, pubblicato dalla rivista “Hystrio”. Docente all’Università per Stranieri, dove dal 1990 insegnava Storia del teatro italiano, Ragni si dedicò anche alla letteratura, con libri di successo che tratteggiavano la sua città (Da Malacucina a Sabato giudeo ucciso di venerdì santo. Perugia 1345, da Che tempi che sono questi a Lares familiares). Sergio Ragni scompare in modo improvviso a Perugia il 26 luglio 2013, al termine di una lezione universitaria, in cui, insieme con la moglie Eleonora Mosconi, aveva appena rievocato la figura di Franca Rame. Alla sua morte venne forgiata e apposta una targa a sua memoria, installata all’ingresso di Palazzo della Penna, nel gennaio del 2014. Essa recita: “La Città di Perugia a Sergio Ragni, intellettuale scrittore e amico della cultura”. Precisazione doverosa e complementare, ma decisamente non esaustiva, essendo manchevole, quanto meno, dei riferimenti biografici, cioè la data di nascita e di morte (1935-2013).
Bistocchi, ricordando che a luglio ricorreranno dieci anni dalla scomparsa di Sergio Ragni, ha chiesto se l’Amministrazione comunale intenda rimediare al fatto che la targa non riporta ancora la data di nascita e di morte, nonché la città di appartenenza, e quali siano gli intendimenti, anche in collaborazione con i soggetti e le istituzioni culturali e teatrali della città, a tutela e valorizzazione della memoria di una figura di grande significatività nel panorama culturale cittadino, testimone appassionato del teatro nella società del suo tempo.
Nel rispondere, l’assessore alla cultura Leonardo Varasano ha anzitutto ringraziato per lo stimolo a soffermarsi sul decennale della morte di Sergio Ragni e sulle iniziative collegate all’importante anniversario. In particolare, l’intera stagione del Teatro stabile dell’Umbria, d’intesa con amministrazione comunale, sarà dedicata a Ragni e cinque spettacoli ricorderanno la prolifica stagione di produzione teatrale di cui egli è simbolo. Inoltre si rimetterà mano, secondo le indicazioni proposte, alla targa dedicata alla sua memoria. Per celebrare il decennale si programmerà un momento pubblico.