È ripresa in I commissione Affari istituzionali, presieduta da Michele Nannarone, la trattazione della proposta al Consiglio per la modifica al regolamento per le occupazioni di spazi e aree pubbliche e per l’applicazione della relativa tassa avanzata dai consiglieri Francesco Zuccherini (Pd) e Francesca Renda (TPPU).
(Per il contenuto della proposta di deliberazione consiliare, il link al resoconto della seduta precedente: https://perugiacomunica.comune.perugia.it/consiglio-comunica/in-i-commissione-la-proposta-di-modifica-al-regolamento-per-le-occupazioni-di-aree-pubbliche-e-lodg-sul-tema-dellautonomia-differenziata-tra-regioni/).
Hanno partecipato alla seduta del 27 gennaio l’assessore alla partecipazione, Gabriele Giottoli, l’assessore al bilancio Cristina Bertinelli, il dirigente dell’Area Risorse Mirco Rosi Bonci, il dirigente Unità operativa Servizio finanziario Stefano Baldoni, il coordinatore del Tavolo del centro storico Gianfranco Faina, insieme al portavoce dell’associazione Borgo Sant’Antonio-Porta Pesa Nicola Tassini, il rappresentante del Cesvol Sauro Bargelli e il portavoce regionale del Forum del Terzo Settore Paolo Tamiazzo.
In apertura, il vicepresidente della commissione, Nicola Paciotti, in occasione della Giornata della Memoria, ha proposto un minuto di raccoglimento per ricordare gli avvenimenti che hanno sconvolto l’umanità durante la seconda guerra mondiale. L’Olocausto – ha detto – rappresenta un buco nero delle nostre coscienze. Gli eventi del passato devono valere da insegnamento per evitare che si ripetano e costituiscono un monito per un presente ancora segnato dalla guerra.
Il consigliere Zuccherini ha ricordato che la modifica proposta riveste una notevole importanza per i soggetti interessati. Si intende esentare dalla Tosap le associazioni del terzo settore e di volontariato che ne facciano formale richiesta, nello svolgimento delle proprie attività ed iniziative – svolte al di fuori delle proprie sedi a beneficio della cittadinanza e del territorio – che non abbiano finalità commerciali e comunque senza scopo di lucro. Perugia – ha proseguito il consigliere – conta su un tessuto associativo importante, composto da realtà storiche e strutturate, ma anche da aggregazioni di cittadini che, in forma sempre più numerosa e spontanea, tendono a unirsi per apportare un beneficio al proprio quartiere o rione svolgendo attività relative al decoro, all’aggregazione, alla socialità che andrebbero sostenute. La modifica proposta non elimina tutte le criticità con cui sono alle prese le associazioni, soprattutto in seguito al periodo pandemico, ma può apportare un po’ di ossigeno soprattutto alle realtà più piccole.
Il consigliere ha confermato l’interesse a inserire tra le associazioni esentate anche quelle non riconosciute. Tali associazioni sono registrate presso l’Agenzia delle entrate e chiamate a depositare un atto costitutivo e uno statuto; non fanno parte del terzo settore e quindi non godono di determinati benefici (ad esempio, non possono fare convenzioni con le amministrazioni pubbliche per la gestione di immobili o aree verdi), ma sono realtà ampiamente presenti in città e che cercano di dare un contributo per ravvivare e migliorare la qualità della vita dei cittadini. La Tosap non dovrebbe rappresentare un deterrente per le attività che esse svolgono nel territorio.
Renda ha sottolineato le difficoltà del momento, legate alla pandemia, alla guerra in corso, ai costi aumentati, che si ripercuotono anche sull’attività delle associazioni. Esse, però, assolvono un ruolo fondamentale per la nostra società e introdurre esenzioni sarebbe un giusto segnale di vicinanza. La consigliera, ringraziando l’assessore Giottoli per l’attenzione prestata alle tematiche dei quartieri e delle associazioni, ha auspicato che maggioranza e opposizione siano unite per compiere un passo avanti.
Giottoli da parte sua ha ribadito che uno degli obiettivi del suo assessorato è andare incontro alle esigenze di semplificazione risolvendo, così, anche diverse problematiche evidenziate dalle associazioni che animano il territorio.
Paolo Tamiazzo ha voluto sottolineare la valenza del Terzo Settore rispetto alla vita della città, anche in funzione del contenimento dei danni causati dalla pandemia in questi anni. Quanto alle associazioni non riconosciute, ha invitato a tenere a mente la distinzione tra associazionismo profit e non profit. Il fulcro di questa differenza è l’assenza dello scopo di lucro nel secondo caso. Precisato tale presupposto, la differenza tra associazioni riconosciute e non riconosciute riguarda il codice civile e le differenti responsabilità. Tutte le associazioni in base al codice civile nascono da un atto di volontà da parte di chi intende associarsi. Quelle riconosciute, poi, hanno personalità giuridica. Compito dell’amministrazione, a suo avviso, è tutelare le realtà che in maniera proattiva agiscono all’interno della città, quindi la differenziazione si perde. Il Comune dovrebbe fungere da motore che spinge all’aggregazione.
Sauro Bargelli ha espresso soddisfazione per la proposta bipartisan. Ha poi aggiunto che la denominazione “non riconosciute” è forse fuorviante: si tratta pur sempre di associazioni dotate, in base al codice civile, di atto costitutivo, di uno statuto e di codice fiscale. Quindi, nella sostanza sono riconosciute dal codice civile. Poi in Italia si distingue tra quelle iscritte o meno al registro regionale, ora superato dal registro unico: le prime possono fare convenzioni con la Pa e avere i contributi legati a quella convenzione; quelle non iscritte possono comunque chiedere contributi. Con la riforma Terzo Settore, i registri regionali sono stati superati dal registro unico nazionale e si sta assistendo alla cessazione di centinaia di associazioni in tutta Italia. Tante piccole associazioni rinunciano ad andare avanti per nuove complicazioni giuridiche, amministrative e contabili. E’ quindi senz’altro utile non far pagare l’occupazione di aree pubbliche a quelle che svolgono attività senza fini di lucro, visto il loro valore sociale.
Gianfranco Faina ha espresso parere positivo sulla proposta in discussione perché, a suo dire, viene incontro a esigenze di semplificazione eliminando uno dei problemi che può scoraggiare l’attività delle associazioni. Quelle del centro storico – ha anche ricordato – sono associazioni di promozione sociale (Aps) che svolgono la loro attività su due filoni, culturale e del decoro, utili per la crescita culturale dei cittadini e per rendere il centro storico un polo di attrazione turistico di primo livello. Tali Aps si sono consolidate circa dieci anni fa quando il centro soffriva per il calo della popolazione e il degrado di alcune zone; hanno sempre avuto, quindi, il peculiare obiettivo di mantenere viva la città. Eliminare la tassa in parola significa alleggerire il peso economico delle attività finalizzate all’aggregazione sociale e a coltivare le tradizioni cittadine. Faina, per esemplificare, ha ricordato che, lo scorso Natale, per realizzare un presepe vivente in uno dei borghi, un’associazione ha dovuto pagare la Tosap per la capanna installata in una piazza. La proposta in discussione, quindi, a suo avviso va nella direzione giusta; ha infine chiesto che, nel realizzarla, si studi un sistema il più possibile semplice sul piano amministrativo.
Il dirigente U.O. Servizio finanziario ha preliminarmente rilevato che la Tosap è stata abrogata dal primo gennaio 2021, in virtù del comma 816 della legge n. 160/2019, che, in sostituzione, ha introdotto il canone unico patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria. Quindi, il regolamento comunale richiamato nella proposta di delibera consiliare dal primo gennaio non trova più applicazione in quanto sostituito da quello per l’applicazione del Canone patrimoniale di concessione, autorizzazione o esposizione pubblicitaria e del Canone per l’occupazione delle aree e degli spazi appartenenti al demanio o al patrimonio indisponibile destinati a mercati, approvato con delibera consiliare n. 51 del 19/04/2021. L’art. 64, comma 5, chiarisce che le discipline contenute nei regolamenti comunali relativi alla Tosap e agli altri tributi abrogati, sono applicabili per quanto attiene ai presupposti verificatisi fino al 31 dicembre 2020. Invece, dal primo gennaio 2021 il regolamento Tosap non trova più applicazione. La modifica proposta al regolamento Tosap, quindi, non può che ricevere parere tecnico negativo perché va a incidere su un regolamento che non si applica più. Pertanto, la modifica andrebbe riproposta come modifica al regolamento del canone unico patrimoniale.
Nel merito, secondo il dirigente sarebbe importante specificare più in dettaglio i soggetti a cui la modifica si rivolge: il terzo settore, infatti, è molto ampio. Il registro unico in fase di formazione prevede numerose sezioni che riguardano associazioni che svolgono le più disparate attività. E andrebbe precisato anche cosa si intende con la dicitura “e di volontariato”, cioè se si debba ritenere che possano beneficiare delle agevolazioni anche associazioni al di fuori del registro unico del terzo settore. Su questo punto ha comunque segnalato un’esigenza di approfondimento visto che l’art. 82 del d. lgs. n. 117/2017, quando parla di agevolazioni in materia tributaria che possono essere introdotte dagli enti locali, le limita agli enti iscritti al registro unico del terzo settore.
Una modifica di questo tipo – è stato poi rilevato – ha poi un impatto sul gettito del canone e quindi sul bilancio. In questa fase si opera in regime di esercizio provvisorio e qualunque modifica che importi sin da subito una riduzione delle entrate non sarebbe ammissibile. Solo in fase di approvazione del nuovo bilancio di previsione, rimodulando la previsione di entrata sulla base delle previsioni di gettito, si potrebbe trovare la copertura finanziaria del minor gettito, ancora da quantificare, derivante dall’operazione.
Il dirigente dell’Area Risorse ha riferito che il parere contabile sulla proposta al momento non può che essere negativo proprio per quanto emerso sul piano tecnico. Qualora la proposta sia ripresentata con modifiche, sarà preliminarmente necessario quantificare la riduzione di gettito al fine di rendere il parere contabile.
Cristiana Casaioli (Progetto Perugia) ha chiesto se la legge istitutiva del canone unico preveda un elenco tassativo di soggetti esonerati o se riconosca margini di discrezionalità ai Comuni. Il dirigente Servizio Finanziario ha risposto che il comma 821 della legge n. 160/2019 consente ai Comuni di introdurre con regolamento riduzioni ed esenzioni per ulteriori fattispecie.
Zuccherini ha quindi annunciato che la proposta, ferme le finalità, sarà emendata per renderla idonea a modificare lo specifico regolamento indicato dagli uffici.