E’ stato approvato con 21 voti a favore (maggioranza e Mori), 8 cvontrari (opposizione) e 2 astenuti (M5S) l’ordine del giorno presentato dal gruppo consiliare Progetto Perugia,: “Istituzione giornata della vita nascente”.
Nell’atto, illustrato dal consigliere Nicola Volpi, si ricorda che “i dati Istat documentano per il 2020 un ulteriore calo demografico, dovuto in parte alla pandemia, ma che si iscrive in una linea di continuità: dal 1975 ad oggi le nascite sono sempre diminuite, con una discesa più sensibile nell’ultimo decennio. Le conseguenze dell’inverno demografico sono molteplici, e investono campi diversi.
“L’Italia – prosegue l’atto – ha anche un grave e annoso problema di abbandono dei piccoli Comuni e delle aree interne, soprattutto lungo la dorsale appenninica. Anche in questo caso lo spopolamento produce danni in diversi ambiti, tra cui la salvaguardia del territorio e della biodiversità, la conservazione delle tradizioni culturali e del patrimonio storico, architettonico e paesaggistico. Ma se la questione della desertificazione abitativa, in relazione anche agli eventi sismici, è stata approfondita dagli esperti e affrontata dai politici, gli sforzi per porvi rimedio sono destinati all’insuccesso se collocati in un contesto di generale depressione demografica. L’Italia può fare tesoro delle buone pratiche già sperimentate in altri Paesi, dall’assegno unico agli asili nido, dai servizi alla genitorialità alle politiche di conciliazione, dai congedi parentali a una maggiore equità fiscale per le famiglie. Queste misure, su cui il nostro Paese è in ritardo, sono necessarie ma non sufficienti. I fattori che frenano la natalità non sono solo economici ma anche culturali”.
Secondo il consigliere Volpi, “è importante tornare a dare prestigio sociale al ruolo genitoriale, saper comunicare la ricchezza della relazione con i figli, fugare i dubbi e i timori su maternità, parto e allattamento, informare in generale sulle buone pratiche e su tutti gli aiuti introdotti da amministrazioni pubbliche e da privati a sostegno di chi desidera diventare genitore. Sono queste le finalità dei progetti di legge, ad oggi sei, depositati sia alla Camera che al Senato, per istituire, il 25 marzo, la Giornata della Vita Nascente. Si tratta di proposte prive di costi, firmati da esponenti di forze politiche di diversa collocazione, che mirano a dare un forte segnale culturale, ad aprire un dibattito che coinvolga tutto il Paese: le Amministrazioni organizzano o promuovono manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulle comunicazione e l’interazione relazionale precoci tra madre e figlio nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale”.
L’odg intende quindi impegnare il sindaco e la giunta, “in continuità con le politiche già in atto dell’amministrazione comunale sulla valorizzazione del ruolo della famiglia e dei comuni amici della famiglia”, a sottoscrivere l’appello, proposto dalla Rete per la Giornata della Vita Nascente, la quale prevede la firma dei sindaci di tutta Italia da consegnare al Parlamento per ottenere la calendarizzazione delle sei proposte di legge presentate da parlamentari di tutti gli schieramenti politici per istituire la Giornata della Vita nascente.
La capogruppo PD Sarah Bistocchi ha rimarcato che nell’odg vi è un rimando continuo alla omogeneità politica, che è reale fino ad un certo punto. “E’ legittimo, infatti, per la nostra forza politica rimandare al mittente una proposta che non troviamo giusta e che non ci rappresenta perché sono diversi gli elementi che non condividiamo e che non ci convincono” .Bistocchi ha detto di essere colpita dal passaggio dell’odg in cui si parla di manifestazioni pubbliche e incontri partendo dalle scuole: la scuola è un luogo delicato e da tutelare. Sembra strano, pertanto, che si voglia andare nei plessi a parlare di gestazioni e temi simili, quando, nel contempo, si negano altri argomenti di pari importanza. Il timore, pertanto, è che la proposta sia solo pubblicitaria e propagandistica: “meglio sarebbe proporre azioni più concrete, rispetto all’istituzione di una giornata celebrativa, che sostengano l’occupazione femminile, la conciliazione casa-lavoro, l’incremento del welfare ecc”.
Per la capogruppo M5S Francesca Tizi il tema è nevralgico, ma l’istituzione di una giornata non basta se non unita a politiche di ausilio a persone, donne e famiglie.
Servono, cioè, politiche sociali concrete che rispondano alle esigenze delle persone.
Nel ricordare l’approvazione in Parlamento, su proposta del M5S, del ddl sulla parità salariale, Tizi ha espresso rammarico per quella che ha definito “sconfitta di cultura” con la mancata approvazione del ddl Zan.
Per Francesco Vignaroli è chiaro che la proposta non basta, tuttavia parlare di questo argomento consente di prendere coscienza di un tema per poi poter agire di conseguenza. Dunque ben vengano iniziative di questo genere per coadiuvare le popolazioni, compresa quella umbra. L’emergenza demografica è un tema delicatissimo non inferiore al cambiamento climatico e va quindi affrontato seriamente.
Secondo Emanuela Mori (IV) il calo demografico rappresenta un’emergenza reale soprattutto per un Paese come l’Italia. Qui l’inverno demografico si è ampliato a causa della pandemia ed il nostro è diventato un Paese che non fa figli. Ed è un paese che non fa figli è un paese che non ha idee e tende a ripiegarsi su se stesso senza avere lo sguardo proiettato al futuro.
Tante le ragioni alla base del calo delle nascite; in tale ottica si condivide la proposta contenuta nell’odg che serve per riscoprire la bellezza della vita, la gioia della paternità e maternità. Una proposta che non deve essere strumentalizzata perché deve essere laica visto che parla di valori umani. E’ un’iniziativa di grande valore simbolico e culturale che Italia Viva appoggia convintamente, ma che dovrà accompagnarsi ad adeguate misure di sostegno.
Per Maria Cristina Morbello (M5S) sappiamo che oggi i dati sulla natalità sono impietosi e collocano l’Italia negli ultimi posti su livelli di tanti anni fa. Ciò perché spesso le donne sono costrette a scegliere tra lavoro e figli. Il riequilibrio di questi fattori richiede quindi un cambio culturale e sociale importante basato sull’uguaglianza sostanziale partendo da quella di genere.
Istituire una celebrazione può contribuire a ricordare che la natalità è un valore, ma la proposta non sarà sufficiente a riempire le culle se non accompagnata da misure concrete di sostegno alle persone.